CAPITOLO 34

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- E questo è tutto. - bevo un sorso d'acqua e mi appoggio allo schienale.

Il signor Foles ha preso appunti tutto il tempo, riempiendo non so quanti fogli. - Non ho mai avuto una dichiarazione così dettagliata su un caso. - dice, massaggiandosi la mano destra.

- Mi ha chiesto tutto ed è quello che le ho dato. -

- E la ringrazio. -

- Posso andare, adesso? -

- Non vuole vedere Elijah? -

- Mi ha chiesto di non farlo. - mi alzo. - Buona giornata. -

Lascio in fretta lo studio. Sono passate tre ore e sono stanca. Voglio solo tornare a casa, chiudermi in camera e restare al buio fino a domani.

Osman dice che è un segno chiaro di depressione e che ho bisogno d'aiuto.

In realtà, penso di avere bisogno più di una vacanza.

Sì, una bella vacanza.

E vado a prenotarla proprio adesso.

Sfreccio per le vie di Miami a tutta velocità, fregandomene altamente dei limiti. Una scarica di adrenalina mi attraversa tutto il corpo e mi fa sentire bene. Sembrerò una pazza, ma al diavolo il giudizio della gente.

Quando arrivo alla villa, però, noto un'auto di lusso parcheggiata nel vialetto.

Entro e trovo la signora Walsh seduta sul divano ed Emily al pianoforte. Sta suonando "River flows in you". È una melodia estremamente triste, che mi fa ripiombare nell'oscurità del mio stesso dolore.

Mi appoggio al muro, in silenzio e ascolto, mentre un fiume di lacrime mi inonda le guance. Ripenso a tutto quello che ho appena raccontato all'avvocato. Non ho battuto ciglio, mentre parlavo. Ma adesso mi sta investendo tutto e non riesco più a tenermi in piedi. Sono piena di cicatrici invisibili che non la smettono di sanguinare. In questi pochi mesi, mi sembra di aver vissuto una seconda vita. Una vita fatta di gioie, ma molti più dolori. E la cosa peggiore è che non mi sento triste, ma vuota.

È come se amare Elijah mi abbia tolto l'anima.

Il pianoforte smette improvvisamente di suonare.

- Lena... - Emily corre verso di me e mi abbraccia. - Tu...non...piangere... -

La signora Walsh ci guarda e si avvicina lentamente. È impeccabile, nel suo vestito panna. E i capelli biondi sono accuratamente sistemati in uno chignon morbido. Emily le assomiglia molto.

- Ciao, Lena. - mi dice.

- Salve, signora Walsh. -

- Céline. Chiamami Céline. -

- Ok. -

- Come stai? -

- Bene. -

- Emily, tesoro, perché non vai un momento in camera tua? -

Lei annuisce, mi abbraccia un'ultima volta e ci lascia da sole.

- Ripeto la domanda: come stai? -

Sospiro. - Non lo so. -

- Vieni, sediamoci. - mi prende per mano e mi fa sedere. - Ho fatto visita a Elijah. Sta bene, anche se è un po' provato. -

- Non vuole vedermi. -

- Non è così. Mi ha detto che si vergogna. -

Alzo la testa di scatto.

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