CAPITOLO 27

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Emily è con i suoi genitori da quattro giorni. Anche se vivo ancora con lui, non ho più visto Elijah. Esce molto presto e torna molto tardi. Io passo le mie giornate allo studio, per cercare di tenere la mente impegnata.

Oggi, però, ho una visita dalla ginecologa. Sono seduta in sala d'attesa, dopo aver fatto un prelievo di sangue, circondata da donne col pancione. Mi sento a disagio. Vorrei solo alzarmi e scappare.

C'è una ragazza più o meno della mia età, proprio accanto a me. Suo marito non fa che accarezzarle la pancia e sorridere quando sente il bambino scalciare.

Chissà com'è, sentirlo muoversi dentro di sé...

Beh, io non lo saprò mai, probabilmente.

Passo in rassegna le foto sul mio cellulare, tentando di distrarmi, quando ricevo una telefonata da Patel. Non si era fatto più sentire, dall'ultima volta.

Mi allontano un po'. - Pronto? -

- Lena, come sta? -

Uno schifo. - Bene. E lei? -

- Benissimo. Stasera dovrà ballare al Devil's Club. -

- Stasera!? - non sono ancora in forma, ho bisogno di qualche altro giorno. - Ho avuto un problema, di recente e non... -

- Lasci i problemi da parte. -

- Ma... -

- Niente ma. Stasera, al Devil's Club, alle dieci. -

E riaggancia.

Sospiro. Accidenti, come farò?

- Lena Kurt! - annuncia un'infermiera.

Corro verso l'ufficio. - Sì, eccomi. - entro e mi fa sistemare sul lettino. Via pantaloncini, via slip, gambe all'aria. Wow, se prima ero a disagio, adesso sono rossa come un peperone. In quasi ventisette anni, avrò fatto sì e no tre visite ginecologiche.

- Buongiorno. - mi dice una dottoressa bionda, sulla cinquantina. - Lena Kurt? -

- Sì. -

Si siede su uno sgabello e accende il macchinario per le ecografie. - Allora, mi hai detto di aver avuto un aborto, due settimane fa, giusto? -

Annuisco, senza parlare.

- Ora controllerò che non ci siano coaguli di sangue e daremo un'occhiata al tuo utero. - prende un aggeggio lungo, più ottile verso la punta. - La sonda ti darà un po' fastidio, ma non sentirai dolore. - disinfetta tutto e me la infila all'interno.

Mi agito un momento, colta alla sprovvista. Sì, è dannatamente fastidiosa. Fisso il soffitto, sperando che finisca in fretta.

- Bene, non ci sono coaguli, utero e ovaie sono a posto. Hai solo delle microcisti, ma non sono niente di grave. Il tuo ciclo è irregolare, vero? -

- Sì. -

- Bene, non ci sono problemi. - sfila delicatamente la sonda e io tiro un sospiro di sollievo. - Qui è tutto nella norma. - si alza e prende una cartellina dalla scrivania. - Dunque, vediamo un po'... - legge per qualche secondo. - Sei fertile, tesoro. L'aborto è stato probabilmente causato da un forte stress e poi, da quello che mi hai detto, non sapevi di essere incinta. - rimette i fogli a posto. - Hai le tube in forma, puoi riprovarci quando vuoi. Certo, non subito, ma non avrai problemi in futuro. -

Sì che ce li avrò, perché l'uomo che amo non ne vuole sapere. E dubito che vorrò riprovarci con qualcun altro. Se non dovesse funzionare, mi dedicherò solo alla fotografia. Fanculo gli uomini.

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