CAPITOLO 19

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Sono sotto la doccia da un'eternità, ma ho bisogno di rilassare i muscoli e schiarirmi la mente. Ho appena finito di allenarmi. È stata dura, ma ce l'ho fatta. Ho ripassato tutte le coreografie di Lara alla perfezione. Nessuno dovrà accorgersi che in realtà non sono mai stata una ballerina professionista.

Mandy mi sta aiutando tantissimo e gliene sono davvero grata. Senza di lei, non so come avrei fatto.

Ma, se con le performance sta andando tutto bene, con Elijah molto meno. Le crisi sono sempre più frequenti, probabilmente perché la serata si avvicina e ha paura di non riuscire a racimolare i centomila dollari. Onestamente, sono tesa anch'io, ma lo do meno a vedere. Lui, invece, non sta per niente bene. Si allena cinque volte al giorno, praticamente ormai vive in quella dannata palestra. Ho controllato nel suo cassetto e la quantità di cocaina è sempre la stessa. La peso ogni volta e il numero è rimasto invariato. Il mio terrore è che abbia una ricaduta. Ho provato a fargliela buttare, ma abbiamo finito per litigare e ci ho momentaneamente rinunciato.

Ora, per esempio, è di nuovo in palestra. Il suo umore era nero già da appena sveglio e, a distanza di ore, non ha fatto altro che peggiorare. Ce l'ha anche con l'aria che respira e non so davvero come comportarmi. Se sono paziente e dolce, si innervosisce perché non vuole farmi pena. Se sono più dura, mi urla contro perché non capisco. E se perdo le staffe, lui le perde più di me e va ad allenarsi per ore, ignorandomi poi per il resto della giornata.

So di dover essere comprensiva, ma inizio a essere stufa di venire trattata male. Non sono un burattino, ho anch'io dei sentimenti e ci sto male.

Almeno, Emily a modo suo mi capisce. Quando mi vede triste, si avvicina e parla con me, oppure suona il piano per rallegrarmi. Adesso è a lezione, ma spero torni presto perché ho davvero bisogno della sua dolcezza.

Chiudo l'acqua e mi strizzo i capelli, sospirando. Ho davvero bisogno di tornare alla mia vita. Voglio viaggiare con la mia macchina fotografica appesa al collo e fregarmene di tutto il resto. Ed è quello che farò fino all'ora di cena. Non viaggerò lontano, ma passeggerò per le strade di Miami, fotografando qua e là.

Rianimata da questa idea, mi asciugo in fretta e corro a cambiarmi. Mi infilo un paio di shorts a vita alta e una camicetta smanicata. Le mie amate Converse e sono pronta.

Quando scendo di sotto, però, trovo Elijah seduto sul divano, con la testa tra le mani. Anche se sono ancora arrabbiata con lui per come mi ha trattata poco fa, tento comunque un approccio. - Tutto bene? - gli chiedo.

- Sì. - borbotta.

- Ok. - prendo la macchina fotografica e spalanco la porta d'ingresso.

- Dove vai? -

Mi blocco, con le dita strette attorno alla maniglia. - In giro. –

- Scott deve venire con te. -

- No. - ribatto, secca. - Vado da sola. -

- Non puoi, lo sai. -

- Posso, invece. -

- Lena, per favore! - sta alzando di nuovo la voce e non mi sta bene. Stringo il pugno, lasciando che continui. - Hai deciso di accettare la proposta di Patel? Beh, ora pagane le conseguenze! Se esci, Scott viene con te. Punto! -

Mi volto verso di lui. - Quante volte ancora vorrai rinfacciarmi la storia di Patel, eh!? - sbotto. - Sto facendo di tutto per aiutarti, Elijah! Lascio che mi tratti di merda, perché capisco che per te è difficile reggere le crisi. Me ne sto in silenzio, quando in realtà avrei voglia di urlare. Mi chiudo in bagno a piangere, quando te la prendi con me, eppure non mi lamento mai. - allargo le braccia, costringendomi a trattenere le lacrime. Non crollerò. Non adesso. - Non so più che fare, davvero. -

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