- Ha due costole lesionate e un trauma cranico lieve, ma sta bene. - dice il medico, appena uscito dalla sala visite. - Avrà bisogno di riposto assoluto per almeno due settimane, con l'applicazione di ghiaccio sul fianco e niente pesi superiori ai cinque chili. -
Annoto tutto mentalmente, torturandomi le pellicine alle dita. - Posso vederlo? -
- Le visite sono consentite solo ai parenti, lei è la sua fidanzata? -
- No...cioè...forse... -
Cosa sono per Elijah, esattamente? Non lo so nemmeno io.
- Allora, mi dispiace, ma non può vederlo. -
Un'infermiera sull'orlo delle lacrime esce dalla stessa porta da cui è uscito lui poco fa. - Dottore, il signor Walsh chiede di una certa Lena. Per favore, sta dando di matto. Ha rotto l'asta della flebo e non vuole le medicine. -
Raddrizzo le spalle, sollevata e allo stesso tempo dispiaciuta. Sollevata perché ha chiesto di me e dispiaciuta per questa povera ragazza. - Sono io. -
- Lei è Lena? - mi chiede il medico.
- Sì. Posso calmarlo, se mi lasciate entrare. -
- Farò un'eccezione, ma solo perché altrimenti dovrei sedarlo. È una furia, quel ragazzo. - mi tiene la porta aperta. - Buona fortuna comunque. -
Mi precipito dentro e trovo Elijah disteso su un letto, imbronciato come non mai. Corro subito verso di lui e lo abbraccio.
- Dove cazzo eri!? - sibila, arrabbiato.
- Non mi lasciavano entrare, perché non siamo parenti. -
- Ah...e tu che hai detto? -
- Che non lo siamo. -
Fa un piccolo sospiro. - Ok. -
Ecco che mi sento di nuovo ferita. Sembra quasi sollevato che io non abbia detto di essere la sua ragazza. Cosa che tecnicamente sono, ma per lui evidentemente no. Mi allontano e raccolgo l'asta della flebo. Poi noto due pillole sul comodino, accanto a un bicchiere d'acqua. - Devi prenderle? -
Gira la testa verso di me. - Sì... -
Gliele passo in silenzio e aspetto che le ingoi. La paura ormai è sparita, per lasciare posto alla delusione. Mi aspettavo almeno un grazie, ma, ancora una volta, mi aspettavo troppo. E non riesco a frenare la lingua. - Perché hai chiesto di me? -
Osserva il bicchiere come se fosse più importante di ogni altra cosa. Sta pensando a cosa rispondere. Ora reciterà di nuovo la sua parte, dicendomi che non è capace di provare sentimenti e che sta sbagliando tutto. E io mi arrabbierò, poi probabilmente piangerò e alla fine lo perdonerò, perché sono una stupida.
- Dov'è Scott? -
Questo è anche peggio. Stringo i pugni e gli strappo il bicchiere dalle mani. - L'ho chiamato per strada, dovrebbe già essere qui fuori. - borbotto.
- Con chi sei venuta? -
- Mio fratello. -
- E...a lui che... -
- Non ho detto a nessuno di essere la tua ragazza, rilassati! - sbotto. - Se ti vergogni così tanto, finiamola qui. - mi avvio verso l'uscita, ignorando le sue proteste.
- Lena, torna qui! -
- Vaffanculo! - sbatto la porta e torno da mio fratello. Mai avrei pensato che, un giorno, sarei andata proprio da lui per essere confortata.
Appena mi vede, si alza e mi abbraccia. - Andiamo, dai. - sussurra, trascinandomi via. Devo essere proprio sconvolta, se gli faccio così tanta pena. Ma non ho la forza di fare battute e mi lascio guidare fuori. Solo che, arrivati alla macchina, sento urlare il mio nome.
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Devil's Heart
RomanceLena è una famosa fotografa. Giramondo e amante dei tatuaggi, non resta mai nello stesso posto per troppo tempo. Durante un importante servizio fotografico a Dubai, riceve una telefonata dalla sua assistente Christie, che le chiede di mollare tutto...