CAPITOLO 1

6.8K 200 16
                                    

Ho sempre sognato di venire a Dubai ed eccomi qui, affacciata alla finestra panoramica di uno degli hotel più lussuosi della città: Burj al-Arab. La forma di questo edificio è simile alla vela di una barca e affaccia direttamente sull'oceano. Cioè, è proprio nel bel mezzo dell'oceano, dato che credo sia situato su una specie di isoletta privata. È pazzesco!

Do un'occhiata alla mia suite. È tutto pagato dal mio cliente, che è tra i più ricchi magnati degli Emirati Arabi. Mi ha contattata il servizio fotografico del matrimonio di sua figlia, che si terrà stasera. Ho appuntamento con i suoi collaboratori alle tre del pomeriggio, per sistemare tutta la mia attrezzatura. Ho ancora cinque ore libere e voglio riposarmi il più possibile. Ero a Berlino, prima di venire qui e le nove ore di volo mi hanno sfiancata.

Mi butto sul letto king-size a baldacchino. È rotondo, con dei drappeggi rossi che scendono dal soffitto. La suite è completamente in stile egiziano, sui toni del rosso, nero, bianco e dorato. Per quanto ne so, ho il servizio esclusivo di un maggiordomo, una biblioteca privata, la vasca idromassaggio, un mini cinema, l'ascensore privato e, udite udite, un iPad in oro ventiquattro carati!

Ho quasi timore di toccarlo. Sì, guadagno molto bene e posso permettermi più di un lusso, ma se dovessi romperlo...

No, non lo toccherò. Meglio non rischiare.

Userò il mio portatile, approfittando del WiFi gratuito. Apro la valigia e lo tiro fuori. Ho sentito la notifica di una videochiamata persa sul cellulare e so che è sicuramente mia madre. Christie, la mia amica e assistente, è allo studio fotografico in California e oggi è impegnata con dei nuovi ingaggi.

Mi collego a Skype ed ecco che ricevo una nuova chiamata.

- Ciao, mamma. - le sorrido, attraverso lo schermo.

- Ciao, min lilla apa. -

Alzo gli occhi al cielo. - Mamma, piantala di chiamarmi scimmietta in svedese. Ho ventisei anni, ormai. -

- Beh, per me sei sempre la mia piccola scimmietta. Allora, com'è Dubai? -

- Fantastica. - giro lo schermo per farle vedere la stanza. - Ho anche un maggiordomo tutto mio. -

- Caspita! Haydar, c'è la tua küçük maymun! -

Di nuovo quel dannato "piccola scimmietta", ma stavolta in turco.

Perché ho la mamma svedese e il papà turco, ma sono nata e cresciuta a Las Vegas. Figo, eh?

- Ehi, tesoro! - mio padre appare nell'inquadratura. - Ti ha già fatto il terzo grado? -

Scoppio a ridere. - No, non anc... - mi blocco, quanto sento bussare alla porta. - Aspettate. - mi alzo e vado ad aprire. Non aspetto nessuno, in teoria. Quando spalanco la porta, mi ritrovo davanti un tizio vestito da maggiordomo. Avrà almeno sessant'anni. - Ehm...salve. - dico, imbarazzata.

- Salve, signorina Kurt. - pronuncia il mio cognome all'inglese, sostituendo la a alla u. - Sono il suo maggiordomo, ha bisogno di qualcosa? -

- Oh...no, credo di avere tutto ciò che mi serve... - mi guardo intorno. - Magari...si potrebbe abbassare un po' l'aria condizionata? -

- Nessun problema. - mi sorride ed entra nella stanza. Prende uno degli innumerevoli telecomandi chiusi in una specie di teca e cambia la temperatura. - Va bene, così? -

- Sì. Grazie... -

- Bene, se non ha bisogno d'altro, mi ritiro. Se ha bisogno di me, prema l'asterisco sul telefono che ha sul comodino. -

- Va bene. - aspetto che se ne vada, prima di tornare al mio portatile. - Dov'eravamo rimasti? -

- Hai un maggiordomo? - mi chiede papà, sorpreso.

Devil's Heart Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora