CAPITOLO 8

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Mi siedo sul letto, mentre Elijah si sistema sulla poltrona in un angolo. Siamo bagnati dalla testa ai piedi. - Vuoi farti una doccia calda? - gli chiedo.

- No, sto bene, grazie lo stesso. - abbassa lo sguardo, come se le sue scarpe siano improvvisamente la cosa più interessante del mondo.

- Come ti senti? -

Alza la testa. - In che senso? -

- Sei morto da dieci anni e come zombie non sei niente male. -

Si lascia sfuggire una piccola risata. Poi, viene a sedersi accanto a me. - E tu, come ti senti? -

- Depenno sempre il dodici giugno dal calendario. Quest'anno è solo un caso eccezionale. -

- Posso capire. -

Guardo la sua mano così vicina alla mia e non posso fare a meno di sfiorargli la punta delle dita. Vedo i piccoli tatuaggi sulle falangi e la domanda mi sorge spontanea. - Cosa c'è scritto? -

Mi mostra anche l'altra mano. Le lettere formano le parole "ROAD TO ZION". - Sai cosa rappresentava Sion, o Zion, per gli schiavi afroamericani del periodo babilonese? -

Scuoto la testa.

- Il Paradiso. -

- E la Stella di Davide che hai sul dito medio? -

- Rappresenta la mia religione. O, comunque, quando ancora ci credevo. -

- E ora non ci credi più? -

- Non completamente. -

Non vado oltre. Anch'io ho un concetto particolare di religione. Anche se sono cresciuta in una famiglia cattolica, la mia esperienza con le suore del catechismo non è stata straordinaria. - E la goccia? - questa è sul dito medio destro.

- Rappresenta la perdita. Dopo l'incidente, mi sentivo come se avessi perso una parte della mia...anima. Non so come spiegarlo. - mi tocca dietro l'orecchio destro, facendomi venire la pelle d'oca. - E questa rondine? -

- Mia sorella era una ballerina acrobata, come Mandy. Mi diceva sempre di sentirsi libera come una rondine, quando volteggiava in aria. -

Accarezza il tatuaggio a lungo, strofinandomi delicatamente la pelle. È un punto estremamente sensibile per me e non riesco a tenere gli occhi aperti. - E il mandala sul braccio? - fa scorrere le dita lungo il collo, fino alla spalla sinistra. Traccia i contorni del tatuaggio uno per uno.

- Rappresenta...l'armonia e...e la perfezione... - ansimo. - Come la fotografia. -

Improvvisamente, mi solleva il vestito, scoprendomi le cosce. Appoggia il palmo della mano sulle due rose. - E questo? -

- Lara e io. -

- Hai tanti tatuaggi su di lei? -

Apro gli occhi. - Tutti tranne il mandala. -

- Quali sono gli altri? -

- Uno sulla costola e l'altro lungo la spina dorsale. -

I suoi occhi si scuriscono di...desiderio? Mi sento a disagio, anche se non so perché. Sono libera, in fondo. Ma mi ricordo della voce femminile che ho sentito al telefono e balzo in piedi. - Ehm... - mi schiarisco la voce. - Non...non senti freddo? - accendo immediatamente il risaldamento al massimo. - Io...vado a togliermi il vestito... - avanzo verso il bagno. - Resta pure lì, farò...in fretta... - mi chiudo dentro e scivolo lungo la porta. Il modo dolce in cui mi ha toccata, il suo sguardo, tutto di lui mi sta portando alla follia. Muoio dalla voglia di baciarlo, non lo nego, ma sono frenata. Da cosa? Non ne ho idea!

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