CAPITOLO 22

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Oggi è il grande giorno. Stasera ci sarà lo spettacolo. Ho passato la mattinata ad allenarmi e sono più in ansia che mai. La coreografia fila liscia, non ho avuto problemi, ma ho paura di sbagliare davanti a tutti. Ballare non è esattamente come fotografare, insomma.

E, per allentare la tensione, mi sto preparando una tisana thailandese. Non so cosa ci sia dentro, ma mi hanno assicurato che funziona.

Elijah è in palestra. Ha mollato il sacco da boxe per allenarsi in modo più "calmo". Devo dire che, per la gioia dei miei occhi, i suoi muscoli sono sempre più definiti. Non ha il fisico di un bodybuilder, è piuttosto pieno in diversi punti e questo compensa con la sua stazza imponente. E comunque, ho perennemente voglia di saltargli addosso.

- Cos'è questa puzza? - borbotta, entrando in cucina. È appena uscito dalla doccia, dato il suo abbigliamento: un semplice asciugamano attorno alla vita. Ha ancora i capelli gocciolanti.

È davvero mio, questo dio greco tatuato?

Annusa l'aria, facendo una faccia disgustata.

- Credo sia una tisana, ma ora non ne sono più tanto sicura. - ammetto. Puzza davvero tanto e il colore è simile a quello dell'acqua delle pozzanghere.

Mi appoggia le mani sulle spalle e le massaggia dolcemente. - Sei nervosa? -

- Un po'. -

- Serve aiuto? -

Chiudo gli occhi. - Continua a massaggiare. - appoggio la testa contro il suo petto. Ha le mani d'oro, quando si tratta di massaggi.

Posa le labbra sulla mia pelle e la bacia avidamente. So come vuole farmi rilassare e non mi dispiace. Anzi, forse mi farà bene.

- Seguiremo il metodo Elijah, per rilassarti. - sussurra, afferrandomi per la vita. Con una mano, spegne il fornello con la tisana e mi fa voltare, prima di sollevarmi.

Mi ritrovo seduta sul bancone della cucina, con la bocca contro la sua. Mi accarezza i fianchi, le cosce. Poi, infila le dita sotto il vestito che indosso e mi sfila gli slip.

- Elijah... - ansimo. - Dov'è...Scott? -

- Non ti preoccupare. -

Invece mi preoccupo, perché quel tizio appare sempre al momento sbagliato, tranne quando serve davvero. Ma le dita esperte di Elijah mi fanno dimenticare di lui. Getto la testa indietro, tenendomi saldamente al suo collo. Dio, è così bello...

- Rilassati, piccola. - bisbiglia. Il suo fiato caldo mi accarezza il petto, facendomi rabbrividire. Tocca i punti più sensibili, portandomi sempre di più verso l'estasi.

- Elijah... - con le gambe, lo spingo verso di me. Voglio di più.

- Calma. - mi bacia il collo, facendo scivolare le bretelle del vestito lungo le mie spalle. Si allunga al mio fianco e prende qualcosa. Quando sbircio, noto che è una forbice. - Te ne comprerò un altro, promesso. - dice e inizia a tagliarmi il vestito, partendo dall'orlo della gonna, aprendolo in due. Mi ritrovo completamente nuda di fronte a lui. I suoi occhi verdi vagano per tutto il mio corpo, mentre si morde il labbro. Ma sono stufa di aspettare e gli strappo via l'asciugamano dai fianchi. Mi vuole esattamente quanto io voglio lui. Gli appoggio il piede proprio al centro del petto. - Allora, signor Elijah, ha intenzione di soddisfarmi oppure no? -

- Sì, ma a modo mio. - mi afferra la caviglia, allargandomi le gambe con un gesto deciso. Fa scorrere le dita nel mio interno coscia, avvicinandosi verso il centro, ma senza mai toccarlo.

Sto per impazzire, sul serio!

Improvvisamente, mi fa stendere completamente sul bancone, tenendomi per il collo. Non stringe né mi fa male. È estremamente delicato e dolce.

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