CAPITOLO 23

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Guardo Elijah fare i conti, sentendo l'ansia crescere sempre di più. Lo spettacolo è andato bene, sì, ma è il resto che conta. Se non abbiamo guadagnato centomila dollari, siamo fottuti.

- Porca puttana! - sibila all'improvviso, lanciando la calcolatrice contro il muro.

Non abbiamo raggiunto la cifra.

- Cazzo! - si alza come una furia e rompe tutto quello che riesce a rompere.

- Elijah, smettila! - urlo, bloccandogli il braccio. - Troveremo una soluzione! -

- Non troveremo un cazzo! - si libera con uno strattone.

Prendo il foglio su cui ha segnato la cifra totale: 80.000 dollari.

Ne mancano ventimila.

Senza dire una parola, prendo il cellulare e invio un messaggio a Christie, allegando la foto del numero del conto di Elijah.

IO: Trasferisci ventimila dollari su questo conto, è a nome di Elijah Walsh.

Quando Christie risponde, capisco che è l'ultima cosa che vorrebbe fare.

CHRISTIE: Lena, ne sei sicura?

IO: Sì, fa' come ti dico.

CHRISTIE: Va bene.

Dopo pochi minuti, il cellulare di Elijah emette un bip. Controlla e mi fulmina immediatamente con lo sguardo. - Sul serio!? - sbotta, incazzato nero.

- Sì, sul serio. - recupero la calcolatrice e la rimetto sul tavolo del soggiorno. - E togliti quel broncio, Emily sta per arrivare. - salgo di sopra a cambiarmi, sospirando. So che ventimila dollari non sono pochi, ma almeno avrà tempo fino a dicembre. Dovrebbe ringraziarmi, invece di urlarmi contro. Sono stufa, sul serio.

Mi infilo un paio di shorts di jeans e una t-shirt oversize. Ho appuntamento con un tatuatore del posto, prima che Emily torni. Anche se in questo momento odio Elijah, tra poco mi passerà e sono ancora intenzionata a farmi un tatuaggio. Quello che non sa, è che è dedicato a lui. Ho in mente un cuore vuoto, quindi solo i contorni. Una metà dovrà rappresentare la sua parte angelica e l'altra, quella...demoniaca.

Quando torno giù, lui è in cucina con una bevanda energetica in mano. Ne beve a litri, ultimamente, per via dell'allenamento intensivo a cui si sottopone.

- Sto uscendo, ci vediamo più tardi. - farfuglio, prendendo la borsa e il cellulare.

- Dove vai? -

- In giro, ho alcune cose da fare. -

- Scott... -

Alzo una mano per bloccarlo. - No, Scott non verrà con me. -

- Allora, prendi la mia macchina. -

- Quale? -

- La Aston Martin. -

- Vuoi farti perdonare? -

- No, voglio poterti rintracciare. -

- Allora vado a piedi. -

- Lena... -

- Se vado con la tua auto, prometti di non controllare niente. -

- Scordatelo. -

- Ciao. - esco dalla portafinestra e lo lascio lì a borbottare. Le chiavi dell'auto so che sono infilate tra la ruota posteriore sinistra e il telaio. Non capisco niente di auto, ma so riconoscere i loghi. E la Aston Martin è proprio davanti ai miei occhi. Bianca, lucidissima e pronta all'azione. I miei fratelli morirebbero d'invidia, se la vedessero.

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