Tanti, ma proprio tanti, erano i dubbi che mi assalivano.
Primo- Perché Axel era uscito da quella classe? Lui non ha corsi di spagnolo...Secondo- Perché quel professore si interessava così tanto a me?
Terzo- Perché avevo rifiutato di parlargli? Eppure...mi sembrava di potergli dare fiducia.
Quarto- Perché avevo rifiutato Axel?
E tanti altri. Ma sapevo che le risposte mi sarebbero arrivate un giorno o l'altro.
Suonó la campanella di fine scuola e corsi alla fermata dell'autobus.
Passarono giorni e giorni. Quanto sono stata vigliacca. Ogni volta che con la coda degli occhi vedevo Axel che mi veniva in contro, scappavo. Non volevo affrontare altre discussioni a scuola e ,giustamente, scappavo...
A casa le litigate non mancavano. Anche se avevo assicurato papà che non mi vedevo più con Axel, continuava ad essere iperprotettivo.
Un giorno dopo scuola non andai direttamente alla fermata dell'autobus, ma feci il giro della scuola, per evitare di incontrare Axel. Prima di fare il giro completo peró mi fermai dietro il muro stranamente confusa nel sentire la voce di mio padre.
"Smettila!" Urlava
"Stai calmo..."
Quella voce, quella voce l'avevo già sentita ma...chi? Chi era?
"Stai calmo un corno! Pensi che non sappia perché ti sei trasferito qui?" Di che parlava? Non ho mai visto papà gridare con qualcun altro che non sia io.
"Faccio quel che voglio, dovresti trattarla meglio, sai?" Ecco chi era! Il prof Artemio. Ma come faceva papà a conoscerlo?
Uscii fuori allo scoperto.
"Papà...?" Li fissai a lungo.
"L-Laila che ci fai qua? A-Andiamo" disse nervoso.
"Che succede?" Ero troppo curiosa.
"Diglielo Max, su"
"Conosce il tuo nome?"
"Sì lo conosce tesoro, sai vengo agli incontri scuola famiglia. Comunque andiamo"
Bugiardo... non lo aveva mai incontrato a scuola, anche perché agli incontri non c'era mai...
Ci voltammo e sulle labbra di papà lessi "Sta lontano da mia figlia"Salimmo in macchina.
"Papà..."
"Dimmi" disse toccandomi la mano.
"Che é successo poco fa? Ora ti da fastidio che parli anche con i miei professori?"
Accostó la macchina.
"No, non é questo."
"Allora cosa!? Sono stanca di questa situazione!"
"Non sono affari tuoi"
"Come no? Gli hai detto di starmi lontano!"
"HO DETTO NON SONO AFFARI TUOI!"
Mi spinsi verso lo sportello, avevo paura. Non avevamo mai litigato in un spazio chiuso, non so come avrebbe reagito.
"Papà...accendi la macchina e andiamocene, per favore" vidi la sua mano tremare e stringersi in un pugno. "P-papà... p-per favore" la mia voce tremava e mi scappó una lacrima.
"Solo tu sei stanca? SOLO TU?" rispose alzando il braccio
"Scusa! Scusami!" mi nascosi il volto fra le mani e il petto.
Riabbassó il braccio "scusami tu... adesso andiamo" Disse calmandosi un po'.Arrivammo a casa e corsi nella mia cameretta chiudendola a chiave. Mi sdraiai sul letto e il mio cellulare suonò un'altra volta. Era il 20° messaggio in questi giorni di Axel, ma non avevo risposto a nessuno di questi.
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Hai rovinato tutto...
RomanceSi dice che bisogna sorridere alla vita, perché ,prima o poi, lei ricambierà. Se ne dicono tante di cose ma Laila è una ragazza che crede poco a queste "stupidaggini". È convinta che ci sia qualche forza perversa che non voglia vederla felice. Cosa...