45º Capitolo

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Lo baciai, allontanai il viso , sorrisi e lo ribaciai.
"Mi sei mancata Laila...tanto"
Mi poggiò a terra ma continuai a baciarlo senza staccarmi dall'abbraccio.
Mi allontanai un attimo e lo fissai negli occhi.
"Ti amo" dissi.
Lui sorrise e appoggiò la testa sulla mia spalla.
"Scusate" disse un'altra voce.
Avevo capito subito di chi era, infatti quando spostai la testa lo vidi con le mani incrociate sul petto che ci fissava.
"Prof!"
"Che succede qua?"
Mi staccai da Axel.
"Sto abbracciando il mio ragazzo...non posso?" Sorrisi.
"Ragazzo?" Spalancò gli occhi.
Annuii dando un bacio sulla guancia ad Axel che nel frattempo si era fatto rosso.
"Da...da quando?"
"Da oggi ufficialmente"
"Au-Auguri"
Gli vidi gli occhi lucidi e iniziai ad avere seri dubbi.
"Prof...va tutto bene?"
"Si...certo, sono felice per voi. Ora vado a dopo"
Lo guardai strana.
"A dopo..."
Ci voltò le spalle ed entrò dentro scuola.
"Che...cosa strana" dissi ad Axel.
"Cosa?"
"Lo hai visto?"
"Emh ...no"
"Va bene...dai entriamo"

Mi accompagnò alla mia classe e poi mi salutò con un bacio sulla guancia.
Entrai e Alice mi venne addosso.
"Lay! Come va!? Che hai fatto!? Con Axel!?"
"Cavolo Alice vacci piano con le domande" sorrisi "va bene, va tutto bene comunque"
"Bene...come?"
"Bene nel senso che ora credo di essere fidanzata con Axel"
Le brillarono gli occhi.
"COSA!? È FANTASTICO!" Mi abbracciò "Sai che significa?!"
"No cosa?"
"USCITA A QUATTRO!"
"Si" risi.
"Seduti" disse una professoressa.
"Io sono la vostra nuova professoressa di matematica. Mi chiamo Jessica Jons. Non mi piace scherzare quindi mettetevelo bene in testa ... Io non sprecherò neanche un secondo di lezione e intendo finire il programma prima di Maggio così poi mi dedico alle interrogazioni"
Fantastico, avevamo una strega come nuova prof.
Fece l'appello e un paio di domande veloci per conoscerci un po'.
Il primo giorno passò in fretta e ancora una volta avevo il prof Artemio di letteratura.

Uscii fuori con Alice, la salutai e corsi da Axel prima di prendere il pullman.
"Hey" lo baciai.
"Hey"
"Come è andata?"
"Bene...indovina chi ho come prof di storia?"
"Oddio...non mi dire che..."
"Esatto, lui. Tuo padre" disse ridendo.
"Dai! Pensavo che te lo fossi dimenticato"
"Ogni tanto mi piace scherzarci su"
Sbuffai. Certo di figuracce ne avevo fatte molto durante la sua...diciamo...assenza.
Sentii dei passi dietro, mi voltai e rimasi sorpresa nel vedere Daniel.
"Ciao" disse.
"C-Ciao" risposi.
Axel lo guardò di storto.
"Quindi...è per questo che non volevi uscire e non rispondevi più"
Spostai gli occhi a terra.
"Pensavo l'avessi capito"
"Cosa!?"
"Daniel ma che ti aspettavi!? Sapevi quanto l'amassi! E mi hai mentito! Ho sofferto molto!"
"Si ma lui ti ha fatto soffrire e sono sicuro che lo farà ancora! Sempre di più!"
A quel punto si intromise Axel.
"Chi ti credi di essere a parlare così di me? Quanto la amo io non la ama nessuno"
"Non ne sono così sicuro"
Appena lo disse sentii la rabbia di Axel infatti in un secondo si scagliò su Daniel spostandomi.
"AXEL!"
Cercai di tirarlo da un braccio mentre con le mani lo teneva sollevato da terra dal colletto della maglietta.
"AXEL! LASCIALO"
Quando mi sentii lo lasciò cadere a terra.
"Te lo dico ora e non lo ripeto più... Sta' lontano dalla mia ragazza"
Mi prese da una mano e mi accompagnò alla fermata dell'autobus.
"Dovresti auto controllarti"
"Dovrei...ma non ho saputo resistere"
"Appunto"
"Scusa... Non lo faccio più ok?"
"Ok"
L'autobus arrivò, gli diedi un bacio e salii su.

La sceneggiata di gelosia di Daniel mi aveva dato fastidio e in un certo senso se Axel l'avesse picchiato ne sarei rimasta compiaciuta ma comunque non era neanche giusto.
Mi ero comportata male con Daniel, lo ammetto.
Misi le cuffie e smisi di pensare a lui, insomma ...avevo rincontrato Axel e la mia felicità superava qualsiasi cosa.
Arrivata a casa, salii subito in camera per evitare di rovinarmi la giornata parlando con papà.
Il pomeriggio e la sera messaggiai con Axel e mangiai un pacco di patatine che avevo nascosto nell'armadio.

Il mattino seguente presi una barretta di cioccolato dal frigo e la mangiai velocemente.
Afferrai lo zaino e andai verso la porta quando mi sentii tirare dalla manica.
"Che fai Laila? Mi eviti?"
"Papà io..."
"Come fai? Viviamo sotto lo stesso tetto eppure sembra che non ci vediamo mai"
Mi morsi un labbro.
"LAILA GUARDAMI!"
Mi voltai lentamente e lui mi alzò il viso.
"Hai paura di me?"
Non risposi.
"PARLA! SAI QUELLO CHE HO PASSATO IN QUESTI DIECI ANNI?!"
"...no"
"TUA MADRE MI HA LASCIATO. CI SIAMO TRASFERITI DOPO QUELLA TUA CAZZAT-"
"NON È STATA COLPA MIA!" L'interruppi.
"No? E di chi?"
Spostai lo sguardo.
"Hai ragione...è stata mia...perché non dovevo darti tanta libertà"
"MA QUALE LIBERTÀ! MI TIENI SEMPRE CHIUSA IN CASA!"
"Vorresti uscire di più? Per incontrare altri ragazzi? Stare con ognuno di quelli? FARE DI NUOVO LA STESSA CAZZATA!"
Sentivo dentro me crescere la rabbia e prima che me ne rendessi conto gli diedi uno schiaffo.
Ci fu un breve silenzio.
"Oddio...scusa...io"
"Basta..."
Mi prese per le spalle e mi mise contro il muro.
"Ai!"
"Sai una cosa? Non biasimo Mike per averci provato, sei cresciuta davvero bene"
"Cosa...intendi?"
Sentii il cuore battermi forte poi la sua mani che scendeva sul mio fianco e si bloccava sul bacino.
"Papà....che....che stai facendo?"
"Shhh"
Sentii le sue unghie infilzarsi nella mia pelle e lì mi scappò un grido di dolore.
"Calma" disse e subito dopo sentii le sue labbra sul mio collo.
Iniziai ad agitarmi fino a riuscire a liberarmi dalla sua presa. Cercai di scappare ma senza sapere come mi ritrovai a terra.
"L-Lasciami..."
"Ma come? Ho appena iniziato"
Cercai di alzarmi ma scivolai e ricaddi a terra sbattendo la testa al pavimento.
Mi scapparono le lacrime e iniziai a singhiozzare.
"Per favore...per favore...lasciami stare"
"Ti faccio paura?"
Annuii.
"Bene... Sappi che se non torni farò di peggio, sapendo con chi me la posso prendere"
Stava parlando di Axel...me lo sentivo.
Mi alzai, presi lo zaino e aprii la porta.
"Laila"
"Tu sei pazzo..."
Chiusi forte la porta e corsi con le lacrime agli occhi per arrivare alla fermata, sperando che non fosse già partito.

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