58º Capitolo

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Laila's POV

Era passato un mese.
Inutile parlarvi del matrimonio. Non l'avevo vissuto esattamente come il giorno più felice della mia vita sapendo che sarebbe stato il vincolo che non mi avrebbe fatto ritornare in Florida ma... Ero un po' felice per Nick.
Insomma... Aveva aspettato così tanto mia mamma e alla fine si sono sposati come era giusto che sia.
In questo mese non avevo chiamato Axel... Evitavo le sue chiamate e non rispondevo ai messaggi.
Avevo solo chiamato una volta Alice per chiederle scusa. Avevamo pianto tutto il tempo. Le mancavo e lei mi mancava, ma la differenza è che a me mancava tutto della Florida, persino Emanuela.

Non ho risposto ad Axel... Perché... Non ero pronta e.... Avevo parlato con mamma.
Lei mi aveva detto che forse era un bene se per un po' non ci parlassimo. Me lo aveva consigliato anche papà. Non è che gli diedi ragione ma ... Forse ne avevo bisogno. Insomma... Non potevo continuare a piangere la notte chiusa a chiave nella mia stanza.
Papà sapendo i miei precedenti con i ragazzi di Nashville... Mi faceva prendere lezioni private a casa. Cioè veniva un insegnante a casa, almeno per un po'. Così non rischiavo di perdere l'anno.

Non uscivo da casa e non parlavo molto con i miei o con Emily e Tyler.
Le uniche volte che eravamo faccia a faccia era a pranzo e a cena.
Parlavano sempre delle stesse cose. Emily con l'università... Tyler idem. Mentre io... Non parlavo... Mi limitavo a mangiare quel poco che mi andava e a guardare fuori dalla finestra.
Nick, mio padre, era diventato il preside di una scuola superiore dove lavorava mamma. C'era da aspettarselo beh.
Erano innamorati... Lo notavo da come si fissavano. Era un po' la stessa cosa che capitava a me con Axel.

I mesi passavano e un giorno a pranzo sentii tutti gli occhi su di me.
Alzai piano la testa e li fissai.
"Allora? Che volete?" Dissi lasciando forchetta e coltello cadere sul tavolo.
"Nulla... Nulla tesoro" rispose mamma.
"Che ne dici se dopo giochiamo un po' fuori?" Mi chiese Tyler.
"Cosa?"
"Si a calcio... Non giochi più?"
"Emh no... E non vedo perché dovrei uscire fuori a giocare con questo freddo"
Era inverno già.
"Dai!"
"Laila... Tuo fratello ti sta semplicemente chiedendo di uscire dalla tua stanza per un giorno" si intromise Nick.
Guardai papà e poi Tyler.
Alla fine mi arresi...

Verso le quattro, dopo essermi messa una tuta di Emily,siccome non ne avevo... Uscimmo fuori.
"Prendi" disse e mi lanciò il pallone.
Mi girai e vidi il pallone venirmi incontro quindi mi scansai sorpresa cadendo a terra.
"Porc-"
"Hey! Tutto apposto?" Disse porgendomi la mano.
Mi alzai senza il suo aiuto e mi pulii il sedere.
"Si! Si..."
"Direi che sei poco allenata" disse ridendo.
"Oh no! Nono! Mi hai solo colto di sorpresa" ero piuttosto orgogliosa.
Presi il pallone e iniziai a palleggiare coi piedi. Fui abbastanza sorpresa. Non sapevo di riuscirlo a fare ma forse il mio voler vincere aveva la meglio su tutto.
Iniziammo a giocare seriamente. Mi divertii molto anche perché quando Tyler aveva il pallone era difficile prenderglielo e io mi ammazzavo provando di tutto e di più, incluso il solletico.
Diedi una pallonata e la palla rimbalzò sul suo piede finendo dall'altra parte della strada.
"Accidenti..." Disse.
"Oh... Faccio io..."
"NO ASPETTA!"
Non feci caso alle sue parole poiché mi ero già diretta verso la palla.
Mi abbassai a prenderla aggiustandomi una ciocca dietro l'orecchio e quando alzai gli occhi notai che c'era un ragazzo che mi fissava.
"Ma... Tu... Sei..."balbettò con lo sguardo incredulo.
Il mio cuore iniziò a battere forte e spalancai gli occhi. Gli lasciai il pallone e senza dire nulla tornai a casa.
"Aspetta Laila!" Lo sentii urlare ma io ero già quasi dentro casa con Tyler che mi seguiva.
Entrata sbattei forte la porta per chiuderla.
"Laila io..." Cercò di parlare.
"Tu cosa? Lo sapevi?"dissi.
Mi fissò dispiaciuto ma non rispose.
"ODDIO!"
"Hey hey! Che succede qui?!" Si intromise mamma che mi aveva sentito urlare e dietro di lei accorse subito anche papà.
"CHE SUCCEDE? SIAMO ANCHE I SUOI VICINI ORA?" Urlai infuriata.
"Di chi tesoro?! Calmati!"
"COME DI CHI? DI MIKE!"
Abbassarono tutti lo sguardo ma nessuno mi rispondeva.
Stavo per aprire bocca quando mamma mi fermò.
"Io non lo sapevo Laila. Quando me ne sono accorta non ci ho fatto caso... Ma quando Nick mi ha detto quel che ti era successo con Max non potevo più cambiare casa... Capisci?"
Mi fermai un attimo a riflettere.
"Quindi... Quindi mi stai dicendo che devo convivere con quello di fronte casa?"
"È cambiato molto Laila... Lascia che ti parli"
"NO! NO! Non devi nemmeno pensarci! Io... Io non voglio nemmeno sentire il suo nome..."
Ebbi un breve flashback su quello che era successo poi mi guardai attorno.
"Lo sanno tutti?"
"Di cosa?"
La fissai dritto negli occhi e lei capii.
"Oh... Beh..."
"Si o no?"
"Si..."
Mi sentii in imbarazzo. Mi iniziarono a scendere le lacrime e corsi nella mia stanza.
"LAILA!"
Mi chiusi a chiave e scivolai per terra contro la porta.

Avevo dimenticato quella storia. Perché c'era Axel ma ora era difficile. Lui non c'era e mi ritrovavo Mike a dieci metri da casa.
Improvvisamente mi sentii così sola. Sentii un vuoto dentro e non potevo far finta di nulla...
Avevo il bisogno di sentirlo. Volevo sentire la sua voce. Volevo che mi aiutasse. Volevo che mi consolasse.
Mi alzai e mi asciugai le lacrime poi andai verso la scrivania.
Presi il cellulare e mi buttai sul letto.
Rividi tutti i messaggi e le chiamate perse.
Stetti a fissare lo schermo per quasi un'ora.

Mi ero ipnotizzata così tanto che non mi accorsi nemmeno della porta che si apriva e di mia sorella che entrava.
"È il tuo ragazzo?" Disse.
Appena la sentii mi venne come per istinto chiudere il cellulare , buttarlo sul cuscino e voltarmi.
"Eh!?" Risposi.
E lei si mise a ridere.
"Sei così buffa. Se c'è un ragazzo non me lo devi mica nascondere" mi guardò con un sorrisetto malizioso poi continuò. "Allora...come si chiama? Come vi siete conosciuti? Siete andati oltre il bacio?"
"EMILY!" Urlai e sentii il viso andarmi in fiamme.
"Oddio è così?"
"Noo!"
"A ok...sarebbe stato imbarazzante... Perché nemmeno io sono andata oltre"
Non capivo perché me lo stesse dicendo ma forse era un modo per avvicinarsi a me.
"Ma... Tu hai venti anni"
"Già "
"Come... " stavo per chiederle una cosa ma mi sentii molto in imbarazzo quindi "Ok lasciamo stare"
"È che... Lui è di una famiglia di chiesa...e secondo lui è meglio aspettare dopo il matrimonio però..."
Alzai le sopracciglia.
"Però?"
La Emily che conoscevo io era tutta una perfettina e non pensavo avesse certi pensieri o... Che fosse così sfacciata ma credo che tutte e due abbiamo preso da mamma.
"Però non lo so... Sarebbe bello... Io amo Jason... E voglio passare tutta la mia vita con lui ma non sono sicura che sia lo stesso per lui... Ecco perché forse farlo... È come un modo per dirmelo" mi rivelò.
Wow era davvero romantica...
"Io-" Stavo per parlare ma mi mise una mano sulla bocca.
"OKOK! Lasciamo stare..."
Inarcai una sopracciglia.
"Ok va bene..." Conclusi.
Ci fu un breve silenzio imbarazzante e io continuavo a fissare il telefono.
"Deve essere molto importante per te. Ora capisco perché sei arrabbiata con mamma..." Mise fine al silenzio.
Io non aggiunsi nulla.
"Non ne vuoi parlare eh?" Continuò.
E io continuai a stare zitta con la testa bassa.
Lei si alzò dal letto e si diresse verso la porta.
L'aprii ma prima di andarsene disse.
"Sai... Se è così importante per te... Dovresti parlarci... Se è amore vero riuscirete a stare insieme nonostante la distanza"
Chiuse la porta e io rimasi ancora una volta sola a riflettere.

Presi il cellulare e lo fissai.
Poi mi decisi, feci il numero e lo chiamai.
Iniziò a squillare e io avevo il cuore che batteva a mille.
Insomma... Ero sparita per quasi tre mesi... E non gli avevo detto nulla. Non sapevo proprio come discolparmi, ero una stupida.
Dopo un po' accettò la chiamata ma non parlò.
"Pr-Pronto? Axel?" Balbettai.
"No" rispose.
"Come è possibile..." Pensai
Poi risposi.
"Oh... Scusate devo aver sbagliato numero... Eppure avrei giurato fosse il suo"
Prima che riattaccassi lo sentii chiamarmi.
"Laila"
"Mi conosce?"
"Sono suo padre..."
Rimasi a bocca aperta. E ora che gli dicevo.
"Oh... Axel non c'-"
Prima che finissi la frase mi interruppe.
"Non chiamarlo più"
Sentii una fitta al cuore ma pensai di aver sentito male.
"Cosa?"
"Dimenticalo"
"P-Perch-" cercai di dire.
"Lui lo ha già fatto" concluse chiudendo la chiamata.
Dopo aver realizzato ciò che aveva detto mi cadde il cellulare dalle mani e iniziarono a scendermi le lacrime dagli occhi ma rimasi immobile a guardare un punto fisso sul muro.
"No... Non è possibile..." Dissi.
Sentii come se qualcuno si stesse divertendo ad infilzarmi di continuo il cuore con una spada.
Mi buttai sul letto e iniziai a piangere e ad agitarmi così tanto che caddi a terra e si sentii un forte tonfo.
Mia sorella entrò dalla porta preoccupata, vedendomi in quello stato corse ad abbracciarmi e io ricambiai stringendola forte.
"Cosa è successo!?" Mi chiese.
Ma io continuavo a ripetere "no"senza dargli ascolto.
"Laila calmati un attimo!"
Capendo che non la stavo ascoltando, iniziò a cullarmi come si fa con i bambini che piangono durante la notte.
"Laila... Calma... Dimmi cosa è successo"
"Non può... Non può avermi...dimenticato" dissi con la voce soffocata dalle lacrime "aveva... Aveva detto che mi avrebbe aspettato... Non può"

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