32º Capitolo

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Fu l'ora del corso di storia.
Appena entrai in classe notai tutti sui libri disperati.
Sentivo l'ansia crescere e con me anche gli altri sudavano freddo.
Avevo studiato, un pò... ma non riuscivo a concentrarmi.
Pregai per far si che non interrogasse e forse qualcuno lassù mi diede ascolto.
Dopo aver fatto l'appello finalmente parlò.
"Ragazzi. Qualcuno si è preparato?"
Ci fu un silenzio di tomba, nessuno aprì bocca o fece gesti, era come se il tempo si fosse fermato in quell'istante,poi continuò.
"Ok ho capito. Me lo dovevo immaginare. Non metterò impreparato a nessuno. È quasi giugno e sono gli ultimi giorni quindi non mi spingo ad avere altre interrogazioni e soprattutto altri impreparati"
Sospirammo tutti. Grazie al cielo.
Questo Dio non lo capivo. Mi aiutava con la scuola e con gli amici ma odiava la mia vita sentimentale?
Una cosa certa è che se si aspettava che diventassi suora se lo poteva scordare.
"Allora... Quanti di voi verranno fino all'ultimo giorno?"
"Nessuno prof... Credo" Disse Roy.
Tutti si misero a ridere. Tranne io. Io avrei voluto venire fino all'ultimo per vedere ancora Axel ma ora non aveva molto senso. Dovevo dimenticarlo altrimenti avrei sofferto tutta un'estate. Anzi, rettifico... Dovevo dimenticarlo altrimenti avrei sofferto per sempre.

Suonò la campanella della fine e io corsi, come mio solito ultimamente, alla fermata dell'autobus.
"Hey Laila!!" Urlò Daniel.
Non mi fermai e feci bene
"Laila!" Urlò poco dopo Axel.
Stavo sempre più lontana quando li sentii discutere.
"Allontanati" Disse irritato Daniel.
"Chi sei tu per dirmelo?"
"Potrei chiederti la stessa cosa"
"Lei è mia"
"Ah che egocentrico! Fatti da parte lei ti odia"
"Ma stà zitto!"
Si stavano avvicinando e l'autobus.
"Per favore" mi nascosi dietro i capelli facendo finta di non conoscerli.
"Te lo dirò un'ultima volta! Allontanati da lei" continuò Daniel.
Axel lo afferrò per il colletto della camicia e lo buttò contro il muro.
"E io ti ho detto di stare zitto!"
Io non ce la feci più a guardare e mi alzai.
"AXEL!"
"Laila ti prego fammi spiegare"
"No! Lasciami in pace! Anzi... Lasciatemi in pace tutti e due!"
Arrivò l'autobus e salii senza aggiungere altro.
Arrivai a casa infuriata e mi arrivò un messaggio.
"Scusa"
Axel.
Cavolo come era difficile.
Non prestai attenzione a quel messaggio e nemmeno agli altri che mi arrivarono quel giorno e i giorni successivi.

Passarono cinque giorni ed io decisi di non andare più a scuola.
Non ci credevo. Avrei smesso di scappare. Non avrei visto Axel e Daniel per i prossimi tre mesi, almeno pensavo.
"Non vieni più a scuola?" "Dovremo parlare" "Rispondi alle chiamate ti prego" "Laila usciamo?" "Per favore perdonami"
Questi erano alcuni dei messaggi di Axel.
Chi sa se sapeva che avrei fatto il compleanno tra due giorni.
Chi sa che cosa avrebbe architettato se lo avesse saputo.
Non lo so e non dovevo pensarci.
Una cosa era dire che lo avrei dimenticato una cosa... Era farlo.
Era impossibile.
Lo sognavo, lo pensavo, gli volevo scrivere, gli volevo rispondere ma il mio orgoglio non me lo permetteva.
"Laila" mi chiamò papà.
"Si?" Risposi.
"Io vado a lavoro. Ti ho fatto un panino e hai delle cose nel frigo se vuoi mangiare dopo. Ciao"
"Ok grazie. Ciao"
Papà era allegro ultimamente. Grazie mi aveva sotto controllo 24 ore su 24.

Una cosa che mi mancava della scuola era il professore Artemio. Era invadente e strano ma almeno lui mi capiva.
Alice veniva a farmi visita quasi ogni giorno e parlavamo tanto ma non seguivo i suoi consigli di tornare da lui, no, non sarei tornata così facilmente pur avendone una grande voglia.

Ero da solo dentro casa, non dovevo fare compiti perciò accesi la radio e alzai il volume al massimo.
Blank Space era l'unica canzone che riusciva a farmi sfogare senza farmi piangere.
Ero sul letto quando sentii bussare forte alla porta. Peccato era la volta di One last time.
Abbassai il volume e andai ad aprire.
"Hey! Finalmente"
Oh no... Axel. Lo guardai sorpresa.
"Usciamo?"
Non risposi.
"Fammi entrare" disse sorridendo e spostandomi per entrare "dove è tuo padre? Vorrei salutarlo"
"Mio padre?" Ah già! Cavolo! Lui pensava che mio padre fosse il professore.
"Oh finalmente parli. Si"
Non diede tempo di rispondere che entrò e mi superò.
"Hey ma dove vai!?"
Arrivò nel salotto e vidi i suoi occhi spostarsi su delle foto di me e papà.
"Strano... Me lo ricordavo diverso"
"A... Axel ... Quello dell'altra volta non era mio padre"
"Eh?"
"Era il mio professore di letteratura"
"Oddio. Ecco dove l'avevo visto!"
"Ecco si ora me ne puoi dire di tutti i colori ma vattene"
"No perché dovrei"
Cercava di fare il comprensivo ma capivo che era arrabbiato in fondo.
Sospirai.
"Che vuoi?"
"Era da tanto che non ci vedevamo. Mi sei mancata"
Mi abbracciò ma fu un attimo poiché capì subito la mia freddezza.
"Laila... Mi dispiace davvero. Io non provo i tuoi sentimenti ma mi piace la tua compagnia. Restiamo amici almeno"
Come infierire. Sentii una fitta al cuore. Restare amici... Ok, almeno ci avrei provato anche se mi era impossibile.
"Allora? Ti prego questo silenzio mi uccide"
"O-ok... Ma non starò a guardare mentre baci altre ragazze"
"Perfetto!bDomani usciamo?"
"No"
"Dopodomani?"
"No"
Non volevo e non potevo.
"Perché no?"
"Perché ci tieni tanto ad uscire con me?"
"Perché si"
"Che risposta"
"Ultima proposta! Dopodomani!"
Risi.
"È sempre la stessa"
"Adoro i tuoi sorrisi"
Arrossii guardandolo fisso negli occhi.
"Allora? Vuoi passare il tuo compleanno con me?"
Lo sapeva? Rimasi sconvolta con le lacrime agli occhi mentre continuavo a fissarlo.
"Come... Fai a saperlo?"
"Non ha importanza. Vuoi o non vuoi?"
Non finiva più di sorprendermi.
"Si..."
Dio... Quanto l'amavo.

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