62º Capitolo

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Quando mi svegliai non eravamo ancora arrivati e Axel stava dormendo quindi non mi mossi per evitare di svegliarlo.
Quando l'hostess, però, ci avvertì che eravamo giunti a destinazione, lo scossi delicatamente e lui aprì lentamente le palpebre.
"Buongiorno amore" dissi baciandolo sulla guancia sfiorandogli l'angolo della bocca.
"B-Buongiorno" mi rispose sbadigliando.
"Stiamo per atterrare" annunciai sorridendogli dolcemente.
"Che era quello?" Mi domandò e mi sentii confusa.
"Cosa?"
"Un bacio sulla guancia? Dai"
Mi accarezzò il volto con la mano e appoggiò le sue labbra alle mie.
"Ok... Scusa... La prossima volta farò attenzione" risposi ridendo.
Mi distaccai dall'abbraccio e mi sistemai i vestiti.
Atterrammo e noi scendemmo.

Ero tornata a casa.
Mentre mi guardavo intorno sentii Axel parlare da solo.
"Dovrebbe essere ..." Stava cercando sicuramente qualcosa.
"Chi?" Mi avvicinai al suo volto.
"Eh! La macchina... La macchina. L'ho lasciato qua quando sono partito"
"Ah ok"
Lo presi per mano e lui mi portò alla macchina.
Mi aprì lo sportello e disse "Prego"
Gli sorrisi, lo baciai e mi infilai in macchina.
Lo amavo così tanto. Non riuscivo ancora a capacitarmi che aveva fatto tutto questo per me.
Entrò anche lui e partimmo.
Accesi la radio e mi voltai verso di lui.
"Che c'è?" Mi chiese sorridendo.
"Nulla. Non posso ammirare la bellezza del mio ragazzo?"
"Mi piace quando lo dici"
"Cosa? Che sei il mio ragazzo?"
"Esatto!"
"Anche io amo quando lo dici" sorrisi e mi morsi il labbro inferiore.
"Laila! Per favore! Sto guidando!"
"Cosa ho fatto ora?" Risi.
"Non mi fissare in quel modo. Mi uccidi"
"Okok! Ma quando arriviamo smettila di lamentarti di tutto"
Mi misi composta continuando a sorridere.

Arrivammo a casa sua dopo un paio di minuti.
Scesi e aspettai che anche lui facesse lo stesso.
Mi si avvicinò e mi porse la mano, io l'afferrai e lo seguii.
Mi fermai poco prima che aprisse la porta, era la prima volta che entravo in casa sua e non avevo molta paura di sua mamma ma più di suo padre. Avevo ben capito che non gli andavo molto a genio.
"Che hai?" Mi chiese.
"Nulla" feci un sorriso nervoso.
"Tranquilla" mi afferrò il viso e mi baciò la fronte.
Aprì la porta e ci ritrovammo davanti la mamma che ci corse incontro e ci abbracciò tutte e due.
"Oddio! Sono così felice di vedervi insieme!" Disse con la voce tremante.
Stava piangendo? E pensare che la prima volta che mi ha vista mi stava per uccidere.
"S-Sono felice di vederla anche io signora" mi distaccai dall'abbraccio e le sorrisi.
"Oww" ma mi riabbracciò un secondo dopo.
"Mamma. Lasciala... E poi... Che ci fai alzata a quest'ora!?"
In effetti erano le cinque del mattino, sembrava che sapesse già del nostro ritorno.
"Tesoro. Io mi sveglio sempre a quest'ora per preparare la colazione a tuo padre che deve andare a lavoro"
Quando sentii la parola padre il mio cuore iniziò a battere forte per la paura che uscisse da qualche porta e mi fissasse come se avesse il suo peggior nemico davanti.
"Ok"
Sentii il braccio di Axel cingermi la vita, poi si avvicinò al mio orecchio.
"Ho detto stai tranquilla... Papà non ti odia. È lui che mi ha preso i biglietti"
Mi calmai un po' e lo guardai negli occhi.
"Andate a riposarvi. Vi sveglierò io più tardi"
"O-Ok"
Axel mi prese per mano e mi portò nella sua stanza.

Non era esattamente come mi aspettavo.
Le pareti erano bianche e vi erano solo foto di lui da piccolo.
"Che carino" pensai appena le vidi.
Poi c'era un armadio enorme che occupava una parete e il letto era al centro della stanza.
Lui ci si buttò di sopra e invitò me a fare lo stesso. Lo imitai e lui mi abbracciò.
"Voglio chiamare Alice" dissi.
"La chiamerai dopo. Ora riposiamoci un attimo"
"Mi sono riposata abbastanza"
"Laila"
Lo guardai seria, lui sosprirò e mi passò il telefono.
"Starà dormendo... Chiamala dopo"
Aveva ragione. Sbuffai e lo abbracciai forte.
"Ok"
Appoggiai la testa e la mano destra sul suo petto. Mi sentivo in pace. Era un momento che non avrei mai voluto rovinare.
In men che non si dica la stanchezza ebbe la meglio e mi addormentai a ritmo del battito del suo cuore.
Quando aprii le palpebre Axel era seduto davanti a me e mi guardava con occhi dolci.
Quegli occhi. Erano così belli. Ricordo che furono la prima cosa che gli notai e amai.
Lui non mi vedeva come una ragazzina infantile e cinica. Lui mi vedeva per quello che ero veramente: Una ragazza follemente innamorata del ragazzo che gli stava davanti.
"Buongiorno" sorrise "Per la seconda volta" aggiunse ridendo.
Io mi alzai ma mi limitai a ricambiargli il sorriso e a baciarlo abbracciandolo dal collo.
"Non ne avrò mai abbastanza" disse staccando le labbra dalle mie.
Appoggiai la fronte alla sua e sorrisi un'altra volta.
Erano le undici e un quarto.
"Hey" si alzò e mi porse la mano "Vieni"
L'afferrai e lo seguii.
"Mamma facciamo colazione fuori!" Urlò.
"Ok!"
"Dove andiamo?" Chiesi curiosa infilandomi in macchina.
Entrò anche lui e mi fissò.
"Chiudi gli occhi"
"Non mi vorrai far chiudere gli occhi per tutto il tragitto?"
"Emh..." Si guardò in giro poi continuò "Si"
Accese il motore e come chiesto chiusi gli occhi.
"Posso aprirli?" Chiesi annoiata dopo 5 minuti.
"No resisti ancora un altro po' "
"Okok" sbuffai.

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