L'aveva detto! Nick aveva detto di essere mio padre e io sapevo che questa faccenda mi avrebbe portato solo guai.
"T-Tuo padre!?" mi allontanò e alzò le mani come se gli avessero puntato una pistola in faccia "N-non è come s-sembra! Aveva freddo e io..."
"Va bè si non importa" rispose.
Avrei voluto ridere ma ero ancora un pó sconvolta per prima.
"Come mai hai fatto tardi? Tutto a posto? Non è successo nulla vero?"
"Sisi pro-papà" stavo per rovinare tutto "torniamo a casa ora"
"Ok andiamo dai"
Lo seguii e dopo mi voltai.
"A domani Axel"
Lui alzò una mano e mi salutò. Sapevo di averlo deluso, ma non era colpa mia.Entrammo in macchina.
"Dai inizia a struccarti!" disse porgendomi un pacco di salviette umidificate.
"Okok!! Calmati, mi metti ansia!" presi il pacco e abbassai lo specchietto della macchina.
"Come è andata?"
Mi bloccai un attimo.
"Male"
"Male?"
"Male..."
"Come? Che è successo"
"È successo che una ragazza si è intromessa e gli è stata appiccicata per tutta la serata. Ah!Come se non bastasse stavo per essere violentata! Ecco cosa è successo"
"CHEEE?"
Continuai a struccarmi.
"Oddio... mi dispiace... se solo fossi arrivato prima..."
"Non è colpa tua. Fermami in un bagno pubblico mi devo cambiare" posai le salviette e presi lo zaino dove c'erano i panni.
"Emh... non posso"
"Come no!?" se papà mi avrebbe visto vestita in quel modo, avrebbe capito tutto.
"Per questa strada non ci sono dei bagni pubblici e nemmeno dei bar! Non vorrai far ancora più tardi? Cambiati dietro"
"COOOOSAAAA???"
"Dai!"
Mi spostai dietro.
"Peró... non guardare..." dissi imbarazzata.
"Non guardo"
"Sicuro?"
"Sicuro... lo giuro"
Iniziai a cacciarmi le scarpe e dopo il vestito.
Ero seminuda in macchina del mio professore di Letteratura con una paura matta che mi avrebbe potuto vedere.
Misi di fretta i pantaloni ma urtai al soffitto.
"Ai!"
Lui si mise a ridere.
"NON GUARDARE! NON HO LA MAGLIETTA!" Urlai imbarazzata.
"Non guardo" Rispose continuando a ridere.
In uno spazio piccolo non riuscivo a cambiarmi... infatti. Misi la maglietta e subito dopo le scarpe. Era il mio nuovo record.
"Hai fatto?"
"Si, sai dovresti prenderti una macchina più alta"
"Dai ci siamo"Finalmente arrivammo a casa.
Scesi dalla macchina e lo ringraziai.
"A domani"
Mi avvicinai alla porta e cercai le chiavi. Quando le trovai aprii la porta e mi ritrovai papà davanti.
"Come mai così tardi?"
"Cosa? Nulla! È che il professore di scienze è arrivato tardi e quindi..."
"Ah... capisco e quell'altro?"
"Quell'altro chi?-"
Dissi ciò e mi squillò il telefono. Non ci voleva proprio... lo presi e lessi il nome Axel. Lo riposai subito.
"Che fai? Non rispondi?" il suo sguardo mi faceva paura.
"Eh? No... no. Solo, mi sembrava brutto rispondere nel bel mezzo della nostra conversazione" feci un sorrisetto nervoso.
"No. Dai, rispondi"
Porca miseria... ripresi il cellulare e risposi.
"Pronto?"
"Oh! Quanto ci hai messo!?"
"Eh? prof non capisco" mi inventai la prima scusa che mi venne in mente.
"É il professore" dissi a papà.
"Che? Prof? Sono Axel! Va bhè lascia stare... sei a casa?"
"Umh si"
"Digli che lo saluto" rispose papà.
"Vi saluta papà"
"Vi? Ora mi dai del voi? Ma che ti prende?"
"Ah nulla, non ho fame, tranquillo" non sapevo che inventarmi.
"Fame? Ma cosa?... Senti che ne dici se riusciamo domani?"
"Eh? Domani? No, non posso"
"Cosa non puoi?" Mi interrogò papà.
Tappai il microfono.
"Dice se possiamo ripetere il progetto domani"
"Digli di no"
"Sisi ho capito"
"Laila? Ci sei? Come mai no?" nel frattempo Axel al telefono.
"Si... ah ah. Ok a domani prof, grazie della chiamata"
"Cosa? Lail-" chiusi il telefono.
Sospirai.
"Bene... sono molto stanca. Vado a dormire papà. Buonanotte"
"Buonanotte..."Salii in cameretta e il telefono risquillò. Chiusi di fretta la porta e risposi.
"Che c'è!?" risposi.
"Come che c'è!? Mi hai chiuso il telefono in faccia! Sei pazza?"
"Non sono pazza. Semplicemente non potevo parlare" dissi a bassa voce.
"Non potevi? Allora rispondimi ora"
"Non posso uscire domani"
"Perché!?"
"Perché no!"
"Ma come? Fammi parlare con tuo padre"
"Ma ch- ,No!"
"Dai"
"Dai che? Perchè vuoi un altro appuntamento?"
"Perché oggi è andato malissimo..."
"Ed è colpa mia?"
"No ma.."
"No ma è colpa tua" abbassai ancora di più la voce.
"Cosa?"
"Non sono io che ho invitato un'altra ragazza al Nostro appuntamento"
"Ne abbiamo già parlato... ti ho chiesto scusa!"
"Senti è tardissimo, scusa ne riparliamo domani a scuola"
"Ma..."
"Buonanotte"
"...'Notte"
Chiusi la chiamata e mi buttai sul letto.Axel's POV
Non riuscivo a prendere sonno. Non facevo che ripensare a cosa le avevo detto. Ero a meno di un centimetro dalle sue labbra... eppure ancora una volta niente bacio.
Erano le quattro di mattina e io ero ancora in giro per casa.
Non volevo farmi mettere i piedi in testa da una ragazza. Lei mi amava, lo so, ma resisteva e mi faceva impazzire perché io la desideravo.Alle cinque ormai ero consapevole che non avrei chiuso occhio per questo andai a farmi un'altra doccia e mi preparai per la scuola.
Ero arrivato a una conclusione.
Lei mi faceva impazzire? Io avrei fatto peggio.Arrivai a scuola alle otto meno un quarto.
"Guarda Guarda! Ax! Speravo che arrivassi prima oggi"
"Emanuela..."questa ragazza era davvero irritante ma volevo giocarci un pò, se avrebbe sofferto sarebbe stato anche giusto no? A quanto ho capito con Laila si odiavano... quindi...
"Come mai desideri tanto un bacio da Laila?"
Sorrisi.
"Perchè sono convinto che al contrario dei tuoi, lei li da solo a me. Le sue labbra appartengono solo a me"
"Oh..."
Quanto mi piaceva vedere le ragazze star male per me. L'unica di cui mi dispiaceva era Laila, davvero.
"Qual è stata la tua prima impressione di Laila?" ora che c'entrava questo? Comunque le risposi e parlammo un pò , quando...
"Mi baci ora?"
"Ah?"
"Dai" Mise le sue mani intorno al mio collo e si avvicinò alla mia bocca fino a toccarla.
"A-Axel"
"umh?" Dissi senza staccarci.
Poi lei si staccò un attimo.
"Dai baci solo a stampo o anche con la lingua?"
"Saresti la prima con la lingua" risposi.
"Mi va bene" mi ribaciò questa volta sentii la sua lingua toccare la mia.Laila's POV
Ero arrivata prima e sorpassai il cancello. Alzai lo sguardo e cercai di convincermi che quel che vedevo non era Axel. No, non poteva essere il mio Axel quello attaccato ad Emanuela.
Sentivo gli occhi bruciarmi e non volevo dargli la soddisfazione di vedermi in quel modo.
Corsi dentro scuola e mi fermai nel corridoio del mio piano che era sempre isolato.
"Cazzo Laila. Perché? Smettila! Non piangere" mi urlavo contro.
"Se ti fa sentire bene... lo ha baciato lei"
Sentii una voce diversa dalla mia, mi asciugai gli occhi in fretta e alzai lo sguardo.
"Chi sei?"
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Hai rovinato tutto...
RomanceSi dice che bisogna sorridere alla vita, perché ,prima o poi, lei ricambierà. Se ne dicono tante di cose ma Laila è una ragazza che crede poco a queste "stupidaggini". È convinta che ci sia qualche forza perversa che non voglia vederla felice. Cosa...