Che ci faceva il professore in una foto con mia mamma?
Quella foto mi fece tornare in mente molti ricordi della mia infanzia quando ancora i miei non erano divorziati e quando ancora ero una bimba spensierata.
"Cosa!? Ne sei sicura?"
"Pensi che non sappia riconoscere mia mamma?"
"No...è che... Siccome non la vedi da tanto..ecco"
"Hai ragione...ma...ma ...come potrei scordami di mia mamma?"
Mi mancava. Anche se avevo capito che non le importava molto di me.
"Si..già scusa"
Mi abbracciò e mi diede un bacio sulla fronte.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai fra le sue braccia.
Volevo solo un po' di pace.
"Come stai ora?"
"Bene...con te"
Sorrise.
"Oggi è proprio una giornata no eh?"
"Già... È il peggio deve ancora arrivare"
"Sarebbe?"
"Quando tornerò a casa"
Mi allontanò un po' e mise le mani sulle mie spalle.
"Ci vuoi tornare?"
"Ci devo tornare"
"No!"
"Axel non fare commenti per favore"
"Non puoi tornarci!"
"DEVO!"
Ci fu un breve silenzio poi continuò.
"Non ti capisco...perché ancora non chiami la polizia?"
Non risposi...non lo sapevo neanche io...ma non facevo che pensare a quello che mi aveva detto. Avevo paura che avrebbe fatto qualcosa ad Axel.
"Possibile che dopo tutto quello che ti ha fatto gli vuoi ancora bene?"
"Cosa? No!"
"Allora denuncialo!"
"Non è così semplice..."
"Scommetto che lo farà il professore al posto tuo"
"E che lo faccia..."
"Non è la stessa cosa che lo faccia tu?"
"No...è diverso...io...io non ci riesco"
Tornò ad abbracciarmi e mi accarezzò dolcemente le braccia.
"Scusa, mi dispiace"
Dopo un po' smise.
"E dopo? Cosa farai?"
Mi soffermai a lungo su quella domanda.
Non sapevo dargli un risposta certa.
"Io...non lo so"
"Se lo porteranno in carcere non credo che ti faranno vivere da sola...hai ancora sedici anni"
"Lo so"
Lo sapevo... Ma non volevo pensarci perché ancora non era successo nulla e papà era casa.
"E se ti porteranno lontano?!" Si allarmò.
Sorrisi.
"Sei così carino quando ti preoccupi"
Socchiudeva le labbra e alzava le sopracciglia. Cucciolo.
"S-Smettila!" Balbettò "Non sto scherzando Laila! Dai!"
"Okok scusa"
"Io...non voglio che ti portino via"
"Non lo faranno..."
"Lo spero"
L'abbracciai, appoggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi.
"Te l'ho già detto che ti amo?"
"Non credo"
"Ma smettila" risi spingendolo.
Rise anche lui e mi riprese fra le sue braccia appoggiando la sua fronte alla mia.
"Ti amo" disse.
"Anche io..."
Alzai il volto e avvicinai le mie labbra alle sue.
"Troppo" conclusi e lo baciai.
Stavo sorridendo davvero. Mi ero dimenticata tutto quello che era successo la mattina. Pensavo a lui...solo a lui. Alle sue labbra morbide e al suo respiro caldo. Al suo sorriso e ai sui occhi che brillavano ogni volta che mi vedeva. Lui vedeva solo me e io solo lui.Misi le mani dietro il suo collo e staccai un attimo le labbra dalle sue.
Feci un sospiro e lui mi baciò sulla fronte.
All'improvviso sentii sbattere la porta e ci allontanammo.
Era Nick, ovviamente.
"Che fate?"
"N-Nulla"
Alzò le sopracciglia fissandoci poi puntò gli occhi su di me.
"Come stai?"
Guardai Axel e sorrisi poi abbassai lo sguardo.
"Bene"
"Ah...ok... Senti andiamo?"
"Dove?" Chiese confusa.
"Come dove? Alla centrale di polizia"
"Io non...non posso"
"Come? Devo fare la denuncia e sicuramente se non ho prove non mi crederanno"
"Non...non posso...ora devo andare" dissi dirigendomi verso la porta d'ingresso.
Mi bloccò .
"Dove!?"
"A casa"
Non alzai il volto. Non avevo il coraggio di farlo perché immaginavo la sua espressione.
"Cosa?" Aveva un tono calmo all'apparenza. "Perché dovresti tornare a casa?"
"Devo..."
"No...no"
"Fammi passare per favore..."
"Prof...lasciatele fare quel che vuole" disse Axel.
"No! No! Non ti permetto di tornare da quello là "
"Quello là è mio padre"
"Dopo tutto quello che ti ha fatto, lo chiami ancora in quel modo?"
Mi morsi un labbro e mi scappò una lacrima.
"Lasciami passare "
"No...Laila..."
"LASCIAMI PASSARE"
Lo spostai e uscii fuori.
"LAILA!" Urlò mentre Axel mi fissava preoccupato.
Aveva ragione...dovevo rimanere con loro ma non ce la facevo. Avevo paura. Mi ero resa conto che non conoscevo per nulla mio padre.Camminai a lungo. Avevo chiesto ad Axel di non seguirmi e lui dopo un po' aveva rinunciato a contrastarmi.
Arrivai davanti la porta di casa e iniziò a battermi forte il cuore.
Aprii la porta con la chiave e cercai di correre in cameretta ma papà mi sbarrò la strada. Aveva un occhio nero.
"Non pensavo saresti tornata"
Spostai lo sguardo a terra.
"Lo ami così tanto?"
Mi prese il volto con le dita e lo alzò.
"Avevi detto che non c'era un ragazzo"
Non risposi ...mi limitai a mordermi un labbro.
"AVEVI DETTO CHE NON C'ERA UN RAGAZZO"
Strinsi involontariamente gli occhi e mi arrivò uno schiaffo. Era così forte che caddi a terra senza nemmeno rendermene conto.
"Laila...cosa ho che non va? Me lo spieghi!?"
"SEI MIO PADRE CAVOLO" scoppiai con le lacrime agli occhi.
"Oddio"
Lo vidi fare un sorrisetto e poi mettersi le mani nei capelli.
"Papà... Perché mi...mi tratti così?"
"NON CHIAMARMI IN QUEL MODO! È DA QUINDICI ANNI CHE LO SOPPORTO!"
"Eh?"
Ero confusa.
"Vuoi sapere Laila? Vuoi sapere tutto?"
Annuii lentamente.
"Ecco ti racconto subito"
Si abbassò e si avvicinò a me.
"Quella puttana di tua madre se l'è fatta con un altro quando eravamo ancora sposati"
Questo potevo capirlo e finalmente capire perché avevano divorziato ma non capivo...che c'entravo io?
"E...e io... Che...che c'entro?"
"Oh...tu c'entri eccome..."
Spalancai gli occhi.
"Tua mamma da quel rapporto ha avuto un figlio. Andava tutto bene , io l'avevo perdonata...perché l'amavo ma a sei anni le faceva troppo male vederlo crescere uguale al suo vero padre e quindi l'ha mollato a me... COME SE A ME NON FACESSE MALE!"
Quel figlio ero io? Avevo capito bene? Sentii una spada infilarsi dritta nel mio cuore.
"Que-Questo vuol dire...che...che.."
Non riuscivo a parlare... Ero sconvolta a dir poco. Non potevo crederci. Non riuscivo a crederci. Ero nata per sbaglio...
"Che tu non sei mia figlia"
STAI LEGGENDO
Hai rovinato tutto...
RomanceSi dice che bisogna sorridere alla vita, perché ,prima o poi, lei ricambierà. Se ne dicono tante di cose ma Laila è una ragazza che crede poco a queste "stupidaggini". È convinta che ci sia qualche forza perversa che non voglia vederla felice. Cosa...