Capitolo 14

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<<Immagino che tu non sia arrivato in anticipo solo per un bicchiere di vino con una vecchia amica. Sputa il rospo, giovanotto>> sorseggio il vino e lo osservo.
Sì, l'idea che mi portasse cattive notizie ormai è assodata, ma mica posso staccargli la testa, no? Gli voglio molto bene e tutto ciò che desidero per lui è la felicità così risollevargli il morale e l'animo, sono il mio obiettivo.
Anelo un po' a rivedere le sue labbra curvarsi, com'era solito fare un tempo, quando tutto era più sereno. Mi manca quel ragazzo sempre sorrisi, felicità e battutine provocanti che mettevano tutti di buon umore, ma immagino che il tempo cambi sempre le cose, così come le persone.

<<Un calice in compagnia è un'ottima cura per un'anima solitaria. Non credi, cherie?>>.

Sotto quelle folti ciglia e attraverso quelle iridi azzurre cielo, leggo mille emozioni contrastanti.
<<Il tuo sorriso finto, mi rattrista>> sussurro con un groppo in gola.
Vederlo soffrire, mi fa star male. La ragione di tanto dolore? Ethan si è sempre occupato delle questioni del Nord. Abbiamo sempre concordato sul mandarlo a investigare a Karam, piuttosto che ad Osha e Shaken, e così fa tuttora. Si era detto che non c'erano questioni di cuore o nessun legame con terzi che potessero compromettere il nostro mondo. Tutto scorreva liscio, almeno fino a Dalia.
Dalia era una giovane che viveva a Karam. La sua famiglia teneva un negozio di tessuti ed altri oggetti per la sartoria. La loro storia era cominciata da poco, ma c'era già l'intenzione da parte di Ethan di un fidanzamento ufficiale. Si amavano o così sembrava. Si conobbero per quasi un anno. Uscivano, flirtavano e passano diverse giornate assieme. Sembrava funzionasse la loro relazione, ma poi tutto cambiò. Un incidente nella miniera di diamanti di Shaken portò allo scoperto dei buchi di bilancio e dei ladri travestiti da nobili. Ethan si offrì come volontario per smascherarli e consegnarli alla giustizia visto che conosceva già quei territori.
Purtroppo, ci vollero ben sei mesi per concludere la missione e altri due per affrontare la Corte e mio padre, che adirati perché i loro amiconi dovessero perdere i titoli, non vedevano l'ora di staccargli la testa.
Quando tornò finalmente a Karam per chiederle la mano e con l'anello già nel taschino, il suo cuore andò in frantumi. Scoprì che Dalia non solo aveva smesso di lavorare nella bottega familiare, ma addirittura, si era fidanzata con il figlio del conte di quella zona.
Incredulo, tentò più volte di approcciarsi a lei per chiederle spiegazioni. Era certo che fosse vittima di un ricatto, perché credere che una persona cara sia in grado di illuderti e poi di tradirti in così breve tempo, è quasi impossibile.
Alla fine, lei decise di concedergli due minuti del suo tempo per un semplice: <<Siete stato un buon passatempo, ma non siete l'uomo giusto che potrebbe mai regalarmi la posizione e la felicità che cerco. Ora perdonatemi, ma devo preparare le nozze con il mio futuro marito, Isaac Toulomé. Addio, cavaliere>>.

Grazie al cielo, Ethan non riuscì mai a rivelarle del suo titolo nascosto, quello di futuro Duca, altrimenti quella donna sarebbe stata la sua rovina.
Sospiro. Ormai sono già trascorsi due anni, eppure ci sono ferite che non guariscono subito, anzi, lasciano cicatrici così profonde da essere indelebili. E se proprio si vuole girare il coltello nella piaga, il marito di Dalia è niente meno che il figlio del conte Toulomé, un membro minore della Corte.

La Corte si potrebbe suddividere in due gruppi: da un lato i membri più influenti come marchesi e duca mentre dall'altro si hanno baroni, conti e visconti. Sono in tutto dodici, ma sono quasi tutti simpatici come il marchese Bevereu.

Appoggio il bicchiere, mi alzo e lo abbraccio. Non siamo parenti di sangue, ma è il fratello che non ho mai avuto. Cresciuti insieme e legati dal filo rosso del destino per essere amici per sempre, ci capiamo come fossimo gemelli.

<<Fallo sparire. Fai sparire questo dolore che mi strappa ancora il cuore dal petto>> piagnucola contro la mia pancia.

Gli accarezzo la schiena tremante ed i capelli corti che richiamano il colore delle nocciole mature. Gli bacio la testa e lo conforto finché le lacrime non cessano di sgorgare. Quando si è ripreso, lo libero dal mio abbraccio e torno a sedermi di fronte a lui.

Tossisce e prende un bel respiro <<Immagino tu sia stata informata che dopo domani ci raggiungerà lo zio. Volevo incontrarti prima perché ho sondato il terreno a Karam. Alcuni giorni fa ho notato l'arrivo di alcuni nobili in un piccolo teatro fuori città. Non si utilizza più per gli spettacoli, ma per le aste. Una spia è riuscita ad entrare fingendosi un aiutante e sai cos'ho scoperto? Che tutti i giovani che nell'ultimo periodo erano scomparsi ad Osha sono stati venduti non solo ai nobili del nostro regno, ma anche ad altri di Massiccio e Giada. Soprattutto, quel territorio del Sud. Non so bene cosa se ne facciano, ma si vociferava volessero crescerli come soldati o mercenari. Non abbiamo ancora notizie degli uomini presi, forse li hanno trasferiti oltre confine, ma per confermare ciò, dovremmo aspettare il rapporto da Shaken. Una cosa è certa: la Corte ha già le mani in pasta e mi auguro solo che siano gli unici a spostare i fili di questa trama che comincia a farsi sempre più intricata, altrimenti, prevedo un mare di sangue scorrere per le strade del regno>> beve un bel sorso e si tocca le tempie.

<<Più andiamo a fondo di questa storia, più ci perdiamo. Sappiamo entrambi che per tanti, questa storia finirà con un massacro. La Vecchia Aristocrazia farà di tutto perché tra cinque mesi non avvenga la cerimonia della mia incoronazione. Oh, e non so se tu sia già stato informato, ma qui a palazzo abbiamo due ospiti inattesi>> ridacchio.

I suoi occhi si assottigliano e avvicina il suo viso al mio <<Chi?>>.

<<Il principe Damocle e il suo affezionato fratellino Eracle. E non fare quella faccia sorpresa, alla fine, non sei tu quello che sta per essere venduta come sposa a uno dei due>> sì, diciamo che avrei potuto dirlo con più tatto <<Riprenditi la mascella>> gli chiudo la bocca, battendo l'indice sul suo mento.

<<Merda. Li ammazzo stasera stessa! Dove diavolo sono le loro camere?>> si è già alzato, quando gli afferro il polso.

<<Non avere fretta. Mi servono, per ora>>.

<<Hai un piano? Interessante. Condividi>>.

Ora sì che lo riconosco. Questo sorrisetto diabolico, lo sguardo rabbuiato di chi non vede l'ora di fare piazza pulita dei cattivi, o magari...siamo noi i cattivi.
Le mie labbra si incurvano e così gli racconto i miei progetti su come non solo fermerò quei due damerini, ma come spazzerò via il loro insulso regno dalla carta geografica.
Una prospettiva niente male, no?

Vi piace la storia? Fatemelo sapere😘

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