Warrior Crown Princess

Capitolo 25

<<Mio re, sarebbe un immenso piacere! Sì!>> allunga la mano e lui le infila l'anello. I loro sorrisi sono smaglianti e nei loro occhi posso leggere gioia e ...affetto?
La sala si riempie di un sonoro applauso.

Al mio fianco anche Francisco è obbligato a battere, seppur lentamente, i palmi. Io sono l'unica ad essere rimasta paralizzata.
Poi tutti si voltano proprio verso di me e l'aria si fa densa di tensione.

Sorseggio il succo.

<<Non siete contenta, principessa? Il re, vostro padre, ha scelto di voltare pagina. Ha scelto di seguire il cuore, perché non lo fate anche voi?>> Guenda assottiglia gli occhi e sorride divertita, mentre Joseph la stringe al fianco.

Ridacchio <<Chissà quanto amore prova per voi, se per chiedervi la mano ha scelto l'anello di un'altra>>.

Spalanca gli occhi e si gira di scatto verso il sovrano, che finge indifferenza.

Questa volta rido <<Davvero non ve ne siete ancora resa conto? Tutto ciò che indossate e che vi è stato regalato, non è mai stato fatto per voi. La collana, gli orecchini, gli anelli e persino gli abiti sono tutti di mia madre, la Regina Ambra. E tanto per essere precisi: il color ambra non vi dona affatto>> appoggio il bicchiere sul vassoio del cameriere e mi giro. Faccio un passo e da sopra la spalla le dico ancora <<Potete abbigliarvi con ogni cosa le sia appartenuta, con ogni decoro, ornamento o tessuto abbia lasciato nella sua stanza e che furtivamente avete rubato, ma sia chiaro una volta per tutte: voi non sarete mai lei e non avrete mai la sua corona>> sto riprendendo a camminare quando avverto un fruscio al di là della finestra.
<<Maldetta vipera! Pagherai per questo>> sento gridare adirata la concubina del sovrano.
Lo avverto. Quello stridio. Sorrido e porto lo sguardo verso la grande finestra. Porto le dita alla bocca e fischio.

<<Mi spaccherà l'ennesima vetrata>> sbuffa Francisco.

E come previsto un missile frantuma uno dei vetri della sala. Molte donne urlano spaventate mentre quel piccolo demonietto sovrasta la sala. Sollevo il braccio dove sotto la manica è nascosto un bracciale ampio e spesso di pelle. Veloce come il vento il mio amico mi arpiona il polso, ripiegando l'apertura alare. Abbasso il braccio e lo avvicino, così la sua testina si strofina sotto al mio mento. Lo ha sempre fatto, è il suo modo per salutarmi e mostrarmi il suo affetto. È un gesto che ho sempre adorato.

<<Bentornato, Wintai>> gli bacio il capo e mi fissa. Sposta lo sguardo verso il Duca che gli allunga della carne secca, che subito agguanta con il becco ad uncino. Wintai è un magnifico esemplare di aquila reale di cinque anni, praticamente è ancora un ragazzino ed è anche super viziato.

<<Crystal, che comportamento sarebbe questo?>> sbraita il re, ancora alle mie spalle.

Lo ignoro e prendo il biglietto con lo stemma reale di Rugiada. Ethan richiama l'attenzione del maestoso volatile facendolo spostare sulla sua spalla.

Srotolo il messaggio, scoprendo che sono ben tre foglietti, ma il primo è sempre un ordine. Sogghigno e mi giro verso gli ospiti ancora confusi e rabbiosi <<Non ci sarà alcun matrimonio, almeno finché la campagna del Nord non verrà conclusa e a Lux vigerà la pace>> dichiaro.

Subito si aizzano gli uomini.

<<Sposerò Guenda il giorno del tuo compleanno, Crystal. In fondo, non hai trovato alcun partito che ti abbia proposto un matrimonio e immagino che nemmeno la giostra che festeggerà il tuo ventesimo anno riuscirebbe a salvarti. Rammenti cosa accade se non c'è alcun matrimonio?>> le sue minacce sono così spregevoli che mi chiedo ancora come faccio ad essere sua figlia.

<<Rammentate invece cosa accadrebbe se ci fosse il mio?>> un sorriso diabolico si dipinge sul mio viso.

<<Nessun generale è mai tornato dalla battaglia con i barbari, mio sovrano, e vostra figlia non è altro che arroganza e superbia. Farà la fine della madre, come è giusto che sia>> sputa il marchese Bevereu.

Afferro il braccio di Francisco che stava per marciare nella sua direzione, ma certo non posso fermare la sua bocca <<Come osate, marchese, insultare l'unica tra le figlie di questa nazione che ha imboccato la strada della difesa del proprio paese? Come vi permettete di pronunciare tali parole quando non siete altro che un misero e corrotto ...>> Ethan gli appoggia una mano sul petto.

<<Questo non è il luogo adatto per dimostrare il nostro valore. La festa è terminata. Fate andare via tutti>> ordino ai miei cavalieri.

<<Io sono il re e posso fare ciò che voglio!>> sbraita Joseph.

Vero, lui è il re, ma ciò non mi fermerà. Vado verso la parete e sfilo la spada, in posizione di attacco mentre il sangue mi pompa nelle vene più velocemente facendomi desiderare la battaglia <<Chiunque vuole restare dovrà battermi, in caso contrario, ha il permesso di perire>> a tali affermazioni si affrettano ad allontanarsi. Guenda sta insultando me e il fidanzato, visto che non ho accettato il loro spettacolo.
Rimangono i genitori di alcuni dei miei soldati.

<<Mia signora, di qualunque cosa abbiate bisogno, noi siamo dalla vostra parte>> afferma Tina ed il marito annuisce. Anche altri genitori, tra cui quelli di Regan dichiarano le loro posizioni a mio favore.

Gli sorrido <<Vi ringrazio, ma non voglio coinvolgervi più di quanto già non lo siate. Tornate a casa a riposate. Prendetevi cura delle vostre famiglie, delle vostre botteghe e aiutate coloro che hanno bisogno perché se dovessi allontanarmi, voi potreste dare al nostro amato regno la dedizione, affetto e cura che merita>> subito vengo abbracciata dalle madri, mentre noto lo sguardo di Lian. Quando vengo liberata delle braccia delle donne, le accompagniamo alle loro carrozze che io stessa ho fatto preparare per le famiglie.

Il mio braccio destro mi si avvicina <<Che cosa bolle in pentola?>> sussurra.

<<Preoccupati della tua dama di compagnia, agli affari di Stato, me ne occupo io>> bofonchio e rientriamo a palazzo. Wintai ci segue dall'alto e si va ad appollaiare sulla finestra della Torre del Vento, proprio là dove il Consiglio di Guerra sta per radunarsi. Stringo i tre messaggi che mi sono arrivati mentre percorro le infinite scale che mi porteranno verso le decisioni che potrebbero cambiare il mio futuro e quelle del mio Paese.