Capitolo 23

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<<Quindi ricapitoliamo: il rapporto che hanno stilato arriverà con Sir Julius entro due giorni, Trent e Reginald sono stati arrestati ed ora sono nelle prigioni del castello di Massiccio. Come se ciò non bastasse, Damocle è tornato da una settimana a casa e si è approfittato della situazione per fare la sua mossa>> mi messaggio le tempie cercando di restare razionale, perché la voglia di afferrare una spada e andare a staccare la testa a qualcuno è tanta.

Oltre a me, nello studio ci sono: Ethan, Regan, Kirk, William e Lian che si è presentato da poco e che quindi ha ricevuto la sua buona dose di ramanzina.

La porta si apre ed entra Francisco con Riri e la sua maledetta pipa accesa.

<<Nello studio non si fuma. Le finestre sono chiuse>> lo fulmino immediatamente.

Con tranquillità apre la finestra e ci si appoggia aspirando e buttando fuori il fumo.

Mi metto la mano nei capelli e mi tiro alcune ciocche, mordendomi al contempo la lingua. Riri mi si strofina addosso alla gamba e poi quando si accorge di Regan seduto sul divano, gli salta in braccio e gli lecca il viso.

<<Se vuoi abitare con lui, devi prima parlarne con me, signorinella>> la canzona il suo padrone. Lei gli rivolge un'occhiataccia, come se si fosse offesa per le sue parole e gli volta la testa dall'altro lato. Accoccolandosi sulle gambe del cavaliere che non appare affatto infastidito.

<<Sembrate stressata, mia signora. Dovreste calmarvi>> suggerisce quello che a rigor di logica dovrebbe essere il mio miglior amico e vice, nonché braccio destro che ultimamente si concentra su altri affari. Salta i turni e sorride come un ebete quando pensa che nessuno lo stia osservando. Ethan mi ha dato qualche dritta sulle famose voci di fantasmi che giravano, pare che ci sia di mezzo proprio Lian. Copre i due amanti. Gli avevo chiesto di sorvegliare Tamara ed è tornato a mani vuote, non sapendo rispondere sulle domande riguardanti il CHI incontrasse la giovane per il castello.

<<Vattene>> l'ordine è secco e la mia voce non vacilla.

<<Ma, mia signora...>> tenta ancora stupito e confuso.

<<Fuori!>> urlo, colpendo il vaso di fiori e facendolo infrangere sul pavimento.

Tutti appaiono scioccati, Riri alza il muso sull'attenti e Lian chinando il capo esce e si dilegua.

<<Il prossimo che mi dirà di stare calma, perderà la testa. Sono stata chiara?>> la mia mano sinistra sta tremando e sento quella sensazione fluirmi nelle vene. La voglia di strappare vite. Devo fare dei respiri profondi e regolari.

<<Usare Eracle è un suicidio. Si è integrato bene nei ranghi e non ha più alcuna intenzione di tornare a fare il principe a Massiccio. Damocle lo ucciderà non appena otterrà il trono. Dobbiamo annientare quel regno prima che sia troppo tardi>> il discorso di Regan è ragionevole.

<<Damocle non tornerà prima del banchetto di riapertura della tenuta Grenlley che si terrà domani a pranzo. Vuole che si sparga la voce che il legame con il fratellino sia ancora esistente. Se alzassi un dito contro uno dei due, io sarei la cattiva, eppure mi sa tanto che in questa partita ci siano ben altri giocatori>> brontolo.

<<Dobbiamo fare attenzione>>.

Mi volto verso Francisco che accanto alla finestra si è accomodato sulla poltrona <<Parliamoci chiaro: userà i due cavalieri come jolly in una partita che è cosciente di perdere. Tu sei sulla cresta dell'onda, la tua reputazione di precede ed è l'unica cosa che potrà usare contro di te. I tuoi sentimenti, l'attaccamento verso tua madre, la Regina, e verso di noi. Dovrai controllare la tua rabbia, a meno che tu non abbia un piano per fare in modo che in apparenza loro possano vincere, e tu cada>> ci fissiamo intensamente negli occhi e poi sogghigna.

<<Userò tutto il mio potere perché i nostri nemici cadano uno dopo l'altro. Il modo lo sceglieranno loro, ma io gli offrirò tutta la mia ira e il mio odio. Ho la sensazione che domani il pranzo mi andrà di traverso, perché ci scommetto che qualcuno farà qualcosa>> rifletto e penso a come salvare tutti i miei amici e famiglia e se devo cadere, mi assicurerò di farlo da sola.

Sentiamo bussare. William apre ed appare Eracle. Oltrepassata la soglia si inginocchia nella mia direzione.

Mi avvicino <<Perché?>> gli domando.

<<Mia signora, so di provenire da una terra straniera. Che il mio sangue vi sta facendo del male e che mio fratello non si fermerà finché non vi avrà spezzata. Sono cosciente che mi ucciderà non appena ne avrà l'occasione, non so se lo sapete, ma ha già tentato prima della sua partenza di sciogliermi con dei sali da bagno acidi, ma io vi giuro sulla mia vita che vi proteggerò. Combatterò per voi. Per Lux. Per il vostro popolo. Per i miei amici. Non ho mai compreso il significato di famiglia perché mia madre era la serva della regina quando mio padre abusò di lei. Dopo la mia nascita, permise alla sovrana di torturarla e alla fine morì stremata. Sono cresciuto come il damerino che mi hanno sempre etichettato. Ho sopportato umiliazioni, torture, percosse e discriminazioni, ma non ho mai smesso di respirare. Voi siete tutta la mia famiglia e la mia casa è l'esercito reale di Lux. Se volete che mi tolga la vita, ditelo e lo farò, oppure ditemi di combattere e uccidere i vostri nemici ed io vi servirò le loro teste su un piatto d'oro e d'argento>> solleva il capo ed i suoi occhi sono così spietatamente e diabolicamente sinceri che non avrei mai potuto sognare di meglio. Lui sarebbe stato tra i soldati più fidati e leali dell'esercito. Le sue preghiere e le sue richieste, io le avrei esaudite. Tutte.

Mi chino e gli accarezzo la guancia <<Sei pronto a tagliare la testa del tuo fratellastro e di tuo padre?>>.

<<Loro non sono niente per me, mentre voi siete tutto>> ancora una volta i suoi occhi non vacillano.

<<Domani mattina farai l'esame di ammissione, insieme a Dylan>> sentenzio e appena pronuncio il nome del pupillo di Regan, noto del rossore sulle sue guance e orecchie.

Ridacchio e sento provenire lo stesso suono dal Duca.

Quando tutti i giovani sono usciti, mi rivolgo al mio adorato padre <<Perderò il senno, il mio amico, la corona e il mio Paese>>.

Dinnanzi a quelle parole, lui abbandona la sua pipa e mi viene a stringere <<Non puoi più fidarti di lui. I tuoi occhi sono già arancioni. Il tuo esercito a sud è già posizionato. La tua corona ha sempre traballato, ma ciò di cui sono sicuro è che non perderai mai il tuo Paese. Semplicemente lo salverai con un titolo diverso>> le sue parole mi danno conforto e così mi appoggio al suo petto, cullata dal suo calore.

Il tempo del sangue è ormai giunto. Nessuno sarebbe più potuto scappare. Così come in pochi sarebbero rimasti in piedi.

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