Capitolo 7

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<<Non c'era bisogno dei cavalieri, principessa>> mi sbeffeggia il marchese Bevereu.

<<Mi auguro di non aver lasciato importanti affari di Stato per impartire lezioni alla Corte su quali siano i miei titoli ed i miei poteri>> il mio tono acido mette tutti in allerta.

Dopo aver messo a tacere la sala, inizia a parlare il monarca <<Sei qui perché domani giungeranno a palazzo il principe ereditario di Massiccio, Damocle, e suo fratello minore Eracle. Così al tramonto, si terrà una festa in loro onore. Siete ufficialmente invitata a partecipare, principessa>>.

Qualcosa di davvero grosso, enorme, bolle in pentola ed io odio scottarmi per non aver saputo cosa conteneva <<Tutto qui?>> domando quasi offesa.

<<Non c'è altro>> risponde seccato.

Se non fosse perché non ho alcuna intenzione di impossessarmi del trono con un colpo di Stato prima del mio ventesimo compleanno, giuro che lo avrei già esiliato in un luogo remoto e dimenticato. Sarà anche mio padre, ma è un vero pezzo di merda.

<<La prossima volta mandatemi solo l'invito, invece di farmi perdere tempo prezioso>> lo rimbecco irritata.

<<Il vostro tempo dovrebbe essere dedito al re e non a giocare con le spade, andando a spasso per il Paese come foste la regina>> contrattacca ancora il marchese.

Mi avvicino a lui e sorrido sentendo che i miei uomini hanno già la spada a portata di mano e la mia spia tiene già il coltello in pugno <<Marchese Bevereu, farò finta di non aver sentito le vostre parole senza senso, frutto di un lapsus improvviso e momentaneo. Sappiate però che la prossima volta che dalla vostra sudicia bocca usciranno rumori oltraggiosi nei miei confronti e verso l'esercito reale, farò in modo di mettere voi e la vostra famiglia in prima linea contro i barbari del nord. Sono stata chiara, marchese?>> la mia voce velenosa, il mio atteggiamento minaccioso ed il colore dei miei occhi che cambia da azzurro cielo ad arancione, lo fanno tremare. Sì, i miei occhi arrivano a colorarsi di rosso sul campo di battaglia, cioè quando la mia sete di sangue aumenta. Non sono mica la Dea della Guerra proprio per niente.

Annuisce tremante e poi mi volto per andarmene, ma mi fermo <<Tale minaccia vale per tutti coloro che mancheranno di rispetto anche al più giovane e nuovo arrivato tra i ranghi dell'esercito>> detto ciò esco di scena.

Camminiamo silenziosamente fino al mio studio. Mi accomodo sulla poltrona <<Massiccio e Lux. Un'accoppiata abbastanza scadente e senza valore duraturo. Possibile che non mi venga in mente nulla di concreto per cui quei principi si siano disturbati tanto da visitare le nostre citta? Ho incontrato Damocle una volta, se non ricordo male. Ero al funerale della mamma e mi è parso un serpente a sonagli, con i suoi modi viscidi e lecchini, ma mai suo fratello. Voi sapete qualcosa sul suo conto?>>.

<<Ho sentito che è viziato ed anche uno scansa fatiche. Pare sia famoso per fare festini al palazzo dei principi in cui risiedono lui ed il fratello, ma dicono anche che sia maleducato e non sia in grado di tenere in mano una spada>> le informazioni di William potrebbero essere frutto di chiacchiere, ma è sempre un buon inizio.

Ecco che mi balena un'ideuccia.

<<Adoro quel sorriso da brividi, ma sai che sei più fragile in questa settimana>> si preoccupa sempre troppo per me.

<<Per questo verrai con me. Al loro accampamento. Ora. Giusto una sbirciatina>> bisbiglio avvicinandomi a lui facendogli gli occhioni da cerbiattina.

Mi accarezza la testa <<Indossa il mantello e la mezza armatura>>.

<<Buona idea>> affermo.

Ci sorridiamo ed i nostri occhi si studiano, poi il colpo di tosse di William ci fa desistere da qualsiasi cosa fosse.

Eh già. Lian non è solo l'unico uomo che farei avvicinare per lealtà e fiducia, ma gli affiderei anche il cuore. Lui è dolce quanto basta con me. C'è sempre. È l'unico che può permettersi di sgridarmi, alzare la voce con me, ma anche solo accarezzarmi o consolarmi come ieri sera. Il solo uomo che può vedere la parte più fragile di me e che non teme il mio carattere o decisioni. D'altro canto, una piccola parte di me grida a gran voce che non è lui quello giusto. Due occhi verdi e sfumati di rossiccio mi balenano nella mente. Mi ridesto subito e mi alzo di scatto.

<<Tutto bene, mia signora?>> chiede William preoccupato.

Annuisco <<Muoviamoci>> le mie guance bruciano inspiegabilmente ed il mio petto freme. Il mio respiro accelera e i miei palmi si fanno sudati. Sono impazzita. Dovevo essermi dimenticata di lui. Avrei dovuto scordarlo con gli anni. Me lo sono ripetuta ogni volta che la mia memoria prendeva il sopravvento, ma pare che gli anni non bastino per lui. Alzo lo sguardo e ritrovo gli occhi color nocciola di Lian che mi fissano confusi. All'armadio delle armature, indosso quella dalle sfumature notturne e afferrato il mantello, andiamo alle scuderie. Lian è un punto fermo, un porto sicuro e soprattutto un amico fidato e leale. Gli lancio qualche occhiata di sottecchi. È bello, forte e mi capisce come pochi, eppure mi domando se ciò basti per rendermi felice o se forse là fuori, ci sia un futuro ancora da scoprire.  

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