Capitolo 35

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<<Sarete anche il re, ma non siete nessuno per decidere della mia vita>> gli rinfaccio aspramente.

Mi scruta e i suoi occhi si spalancano quando si accorge dell'armatura che indosso, coperta dal mantello <<Non puoi morire, Crystal! Non capisci? Sei l'unica nostra salvezza>> sbraita.

La mia faccia è sicuramente più confusa che la mia mente, perché in questo momento, non so bene se ho dinnanzi a me un pazzo o un idiota.

<<So di non essere un buon padre, ma non gettare via la tua vita>> mi prega angosciato.

<<Un buon padre? Voi non siete mai esistito in tutti questi anni! Dove eravate quando ero piccola? Dove eravate quando c'era da festeggiare il mio compleanno? Dove eravate quando ho ricevuto il titolo di generale? Dove eravate quando mi hanno schernito, umiliato dinnanzi a voi? Voi mi avete tolto la corona! È colpa vostra se Lux sta in piedi grazie agli aiuti dell'esercito! È colpa vostra se mia madre è morta sposata con un uomo che non l'ha mai amata! Potevate lasciarla sposare con Francisco, invece, avete preferito il potere>> gli ringhio addosso mentre monto in sella a Zarkon.

Lui abbassa la testa e poi la risolleva <<Mi sono accorto tardi di quell'affetto che provava per me. Quando mi ha chiesto di sposarla, ero al settimo cielo. Non pensavo alla corona che avrebbe incorniciato la mia fronte, ma solo a quanto avrei fatto per rendere felice quella giovane donna. Ero cotto, ma dell'immagine che mi ero fatto di lei. Ambra era gentile, adorabile, dal cuore immenso, ma aveva in testa solo battaglie e strategie. Io restavo a palazzo quando lei guerreggiava. Nel giro di qualche anno è rimasta incinta e ho seriamente creduto che passasse il suo ruolo al suo generale in seconda. Quella rabbia che provavo quando ogni volta mi lasciava indietro, si è trasformata in gelosia. Francisco la faceva ridere, sorridere mentre con me era sempre seria e le sue labbra a malapena si incurvavano. Neanche la figlia che avevamo creato era bastata per farle mettere radici. Era inutile combattere per il cuore di una donna che l'aveva già donato ad un altro>>.

<<Io non ho mai avuto colpa delle scelte di mia madre! Sì, era sempre sui confini. Sì, a volte era davvero dura la sua mancanza, ma voi mi avete abbandonata. L'ultimo ricordo che ho con voi è all'età di tre o quattro anni. Lo rammento ancora. Siamo andati a Hunte per l'arrivo delle mandrie di cervi, cinghiali e camosci che aprivano la stagione estiva. Avete litigato con la Regina durante tutto il viaggio di ritorno. Siete sceso dalla carrozza e non vi siete voltato indietro. Da quel momento la nostra famiglia è andata a rotoli!>> è un po' sbiadito come ricordo, ma non voglio dimenticarlo. Da quel giorno Joseph non è più stato mio padre, solo un estraneo. L'affetto che provavo per lui si è dissipato durante la crescita.

<<Non pensavo ricordassi. È vero, ero infuriato con tua madre e tu sei stata un capro espiatorio perfetto. Sai perché abbiamo discusso? Perché ero contrario a farti entrare nei ranghi dell'esercito. Non desideravo che la mia unica figlia potesse finire in battaglia e uccisa in qualche guerra. Non ha sentito ragioni. Ho mollato la presa e ho creduto che ti saresti rivelata un fallimento come spadaccina>> scuote il capo ridacchiando e con occhi lucidi.

<<Pare proprio che le vostre speranze siano andare in fumo>> lo canzono accarezzando il collo di Zarkon e appoggiandomi a braccia incrociate, con le redini in mano, alla punta della sella.

<<Eri così fenomenale che nemmeno i cavalieri riuscivano a starti dietro. Più combattevi, più riuscivi a capire come distinguere le debolezze dei tuoi avversari. Poi il tuo piccolo segreto è venuto a galla. I tuoi occhi sono divenuti rubino. Quel giorno ho visto la mia bambina diventare un mostro sanguinario, volevo aiutarti, ma dovevo mantenere saldo il potere della corona. La tua pazzia avrebbe destabilizzato il regno>> tenta di avvicinarsi, di toccarmi la gamba.

Estraggo la spada <<Sicuramente una storia avvincente e interessante, ma nulla potrà mai cambiare il fatto che non siete mio padre. Mi avete concepita, ma nulla più. Mi avete tolto il diritto e privilegio di essere la discendente legittima. Sono vostra figlia per sangue, ma avete dato più importanza ad una concubina e alla sua creatura che alla vostra "bambina". Per quante scuse possiate inventarvi, voi mi farete schifo comunque>> lo fisso intensamente. Voglio fargli sentire quanto disgusto provo nei suoi riguardi.

<<Guenda è solo una compagna di letto. Anela alla corona, ma ho provato in tutti i modi a tenerla lontana. Ascoltami, Crystal. Non ho mai dimostrato affetto o amore come genitore e probabilmente non riuscirò mai a fare la metà di quanto ti abbia dato Ambra, ma pregherò il cielo che tu possa tornare. Una cospirazione aleggia tra i corridoi del palazzo. Senza di te e degli ufficiali, io sono un bersaglio facile. Faranno di tutto per uccidermi, l'atto conclusivo sarà il giorno del tuo compleanno. Figlia mia, torna. Torna, ma non per me. Per il tuo popolo. I cattivi non sono ancora stati giustiziati e hanno già ottenuto la tua corona. Non fargli prendere la mia. Guenda, Tamara e il marchese Bevereu sono marci e stanno infettando tutti>> si inginocchia a terra. Sono alquanto basita. Il grande re Joseph che si prostra dinnanzi a me. Questa immagine devo proprio imprimermela addosso.

<<Se tutto il vostro blaterare termina con la richiesta di perdono, non sprecate il vostro ed il mio tempo. Non otterrete mai l'assoluzione. Pagherete per ciascuna cicatrice che mi avete lasciato, e non sarete il solo. Tornerò in tempo per la giostra dei quattro giorni del mio compleanno. Se vi vogliono morto, allora fate in modo di riuscire a respirare e a tenervi il copricapo in testa fino a quel giorno. Ma non lamentatevi troppo quando non avrò alcun rimorso nel momento in cui vi staccherò la corona dalla testa. O la testa dalla corona>> mi picchietto l'indice sul mento fingendo di riflettere <<Sì, suona meglio la seconda. Alla prossima, grande e patetico re. Ah, ricordatevi di preparare una lapide con il vostro nome e quello di tutti i vostri amiconi. Giusto per essere organizzati e non arrivare all'ultimo secondo con tutto da organizzare>> afferro le redini e Zarkon capisce al volo il messaggio. Si impenna e parte al galoppo. Al di fuori delle stalle, i ragazzi sono in posizione. Quando gli passo davanti, non mi fermo e loro danno di gambe ai loro destrieri, che ancora cercano di capire cosa gli sia passato davanti veloce come il vento, per seguirmi. Il vento ci avvolge freddo ed impetuoso mentre percorriamo la strada verso Shaken.

Il viaggio per il Nord comincia ora. Un viaggio che porta con sé il vento del cambiamento. 


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