Capitolo 33

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La cerimonia si svolge nella cattedrale tra i colli e i vigneti. È la famosa "Cattedrale Mosaica" così denominata per la moltitudine di mosaici sulle vetrate, rosoni e sui muri che colorano la struttura. Non si può certo dire che sia un edificio triste e depresso, questa è tra le più antiche, ma preziose dedicate agli Arcangeli. Questa è puro colore, luce e ti sembra di non essere mai solo. Attraverso la pasta di vetro delle alte finestre, si possono trarre le storie raccontate nei libri sacri e le vite degli angeli e degli uomini a cui sono corsi in aiuto.
Il cardinale Raimond Gullier è lieto di unire in matrimonio tanti giovani, auspicando che abbiano una discendenza prospera e ricca di felicità e pace. Ovviamente, non risparmia le frecciatine e le occhiatacce per ricordarmi che la vita è un dono che va custodito e non spezzato. Non si è fatto neanche mancare la ramanzina prima di iniziare la funzione, in cui mi ha chiesto dove fosse il mio futuro marito.
Quando gli ho sottolineato che nessuno si era ancora offerto?
Ha sospirato e mi ha detto che avrebbe pregato più intensamente perché un brav'uomo mi aiutasse a reggere il peso che copre il mio cuore.
Francisco avrebbe adorato questo giorno. Si sarebbe seduto su una delle panche e avrebbe applaudito per ogni coppia.
Al termine delle unioni e dopo la firma dei contratti, avrebbe rallegrato l'atmosfera con aneddoti divertenti, fumando quella sua amata e dannata pipa. Accanto a lui, Riri avrebbe allietato i bambini che sono qui a festeggiare i fratelli, le sorelle, gli zii e le zie. C'è chi si emoziona, come le madri, ma anche i padri non sono da meno.
Sorrido e rido, asciugando qualche goccia che cade sulle guance. Auguro a ciascuna nuova famiglia ogni bene. William e Beatrix si baciano e abbracciano, ormai marito e moglie, perché questo è anche il loro giorno.
Mi guardo attorno. I miei soldati, ma soprattutto i miei amaici. Sono cresciuta con loro. Ho lottato con loro. Li ho aiutati e mi sono presa cura di loro, adesso è tempo che lascino il nido in cui sono stati al sicuro e spicchino il volo, come giovani aquile pronte a vivere e costruirsi il loro nido. Poi pronuncio un giuramento a me stessa: li riporterò a casa, tutti. A costo della mia vita. Perché sono il loro generale, la loro principessa, ma soprattutto la loro compagna d'armi.

Dopo i festeggiamenti con il banchetto, decido di salutare il mio braccio destro. Mi allontano quando noto Regan ridere e scherzare con Dylan, Eracle, Reginald e Trent, sebbene quest'ultimo non possa ancora bere alcolici o affaticarsi troppo. Passo dalla camera di Kirk dove noto che sta leggendo una favola alla sua bambina, mentre sua moglie si riposa sul lettino accanto al suo. Lui si accorge di me e mi fa un cenno del capo a cui rispondo sorridente. Sono a neanche quattro porte dal mio obiettivo che due infermieri.

<<Mia principessa, perdonateci. Il cavaliere Lian non vuole ricevere visite>> sta tremando di fronte a me.

<<Come sarebbe a dire? Fatemi passare>> ordino.

<<Principessa Crystal, vi prego di rispettare il desiderio de paziente. Sir Lian non desidera vedervi. Il suo volto sfigurato potrebbe averlo segnato nell'animo. Lasciategli spazio>> mi suggerisce il dottor Milliar che sopraggiunge.

Fingo di allontanarmi, ma siccome sono una testa dura e sento una strana puzza di bugia, sfrutto le mie abilità da ficcanaso e guerriera silenziosa per arrampicarmi sul lato opposto.
Arrivo ad una finestrella di areazione della stanza di Lian e rimango folgorata. Anzi, neanche un fulmine mi farebbe così male. Non solo vedo che il suo volto è perfettamente intatto, tranne una piccola cicatrice sulla guancia, ma che al suo party segreto io non avrei mai potuto partecipare. Il motivo? Centra qualcosa sicuramente il fatto che le sue labbra sono appiccicate a quelle di Tamara o che la sua forma fisica sia ottimale, visto che le sta sopra e le comincia a mordere il collo. Si fermano quando qualcuno bussa, ma non entra.

<<Sir Lian, la principessa Crystal ha chiesto di voi. Le ho detto di lasciarvi in pace, credo che stia per partire per il Nord>> riconosco la voce ovattata di Milliar.

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