Capitolo 15

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Dopo esserci scolati l'intera bottiglia, un po' alticci e ridacchianti, siamo crollati. Ethan sul mio letto, come un sacco di patate.
La sottoscritta si è accontentata del confortevole divanetto dello studio, sebbene non sia riuscita a dormire più di qualche ora, visto che dalle finestre, scorgo le prime luci dell'alba.
Mi stropiccio gli occhi e mi stiracchio un po'.
Potrebbe essere una buona occasione per tornare ad allenarmi dopo una settimana di pausa. Quatta, quatta sgattaiolo in camera.
Lui sta ancora russando sopra le lenzuola, facendomi ridacchiare. Non regge proprio l'alcool.
Mi cambio velocemente e mi dirigo nell'angolo del giardino dell'accademia in cui è situato un piccolo laghetto con delle carpe colorate e molto grandi. Prima comincio con i respiri, in seguito la concentrazione e poi le figure del kung fu.
Ogni sensazione lavora in armonia con l'energia della natura circostante. Gestire il Ch'i, non è una passeggiata perché ci vogliono anni e molta pazienza, ma quando si trova l'equilibrio interiore, tutto diviene più elementare.
Il tempo passa ed i raggi solari hanno già illuminato il mondo da un po' quando rientro.
Un bagno caldo è d'obbligo, poi comincia il lavoro: aiuterò Dylan con l'impugnatura, preparerò i resoconti mensili delle spese dell'esercito e mi occuperò dei rapporti dal nord.
Sir William e Sir Lian dovrebbero aver concluso i preparativi richiesti e mi chiedo come stiano andando le cose per Sir Trent e Sir Reginald.
Con queste idee sto varcando la porta, quand'ecco che sento un urlo ed il materasso che sobbalza, mi fanno tornare alla realtà.
Spalanco l'entrata della stanza per ritrovarmi una scena a dir poco esilarante davanti agli occhi: Ethan tiene per i polsi Clarissa, immobile sotto di lui. Davvero? Sul mio letto.
Mi copro gli occhi divertita <<Perché non lasciamo certe scene per luoghi più consoni?>> sto ridendo sotto i baffi.
Non riesco ad essere seria con questi due che sono imbarazzati e rossi più di un'amarena.

Il mio amico tossicchia <<Perdonatemi>>.

<<N-no, io...sono io che dovrei chiedervi scusa. Mio signore, perdonate l'insolenza. I-io temevo aveste freddo e così volevo coprirvi>> balbetta guardandolo negli occhi.

Con la mia copertina di lana preferita? Quella morbidissima e che tiene caldo perfettamente? Cupido ha colpito un'altra volta? È vero, ora che ci penso. Ethan e Clarissa non si erano mai incontrati prima, o sbaglio? Glielo devo chiederò più tardi.

<<Guarda quanti grilli sono già in piedi. Sir Ethan Grenlley, è un piacere riavervi tra noi, ma perché non sono stata avvertita? Avrei potuto preparare i pancake con lo sciroppo di mirtilli che tanto adorate>> la mia tata si accosta al mio fianco.

Ha le maniche arrotolate e noto ancora delle goccioline d'acqua sulle sue mani, immagino quindi che la mia vasca mi stia reclamando, ma prima torniamo ai pancake.

<<Nana, guarda che puoi sempre prepararli per me>>.

La smorfia che mi rivolge, in aggiunta all'occhiataccia, la dicono lunga <<No. Voi non avete bisogno di ulteriori schifezze che navighino nel vostro stomaco, visto che la vostra alimentazione è già penosa così com'è>>.

Sbuffo e stavolta è Ethan a ridere di me. Adocchia per qualche istante di troppo Clarissa che ricambia gli sguardi fugaci per poi invitarlo ad attende fuori.

Non voglio che mi muoia di fame per cui non cincischio troppo con il sapone e la spugna. Quando sono pronta facciamo colazione assieme. Lo informo dei miei piani e lui è pronto ad aiutarmi. 

Percepisco la mia tata nervosa ed irrequieta, per cui sollevo lo sguardo dalla mia fetta di pane con marmellata.

<<Mia signora, so che non dovrei riportare inutili dicerie e vi prego di non fraintendere le mie intenzioni, ma da qualche giorno sono sorte alcune voci tra queste mura. Un uomo ed una donna avvistati in incontri segreti. Inizialmente, si credeva fossero dei fantasmi, ma troppi servitori li avevano notati e comunque, gli spettri attraversano i muri e volano, non hanno gioielli, armature o mantelli a coprirgli il volto>>.

<<Arriva al punto>> bofonchio socchiudendo gli occhi.

<<Prima nella lavanderia, poi in cucina, quindi i corridoi della servitù e dopo ancora il giardino>>.

Raddrizzo la schiena. Ieri sera dalla Torre ho notato due persone <<Nomi?>>.

<<Non ancora, ma in base alle descrizioni la donna è di nobili origine, mentre l'uomo, mia signora, ...beh...è un cavaliere>>.

La fetta di pane scivola dalle mie dita finendo nel piatto, al contrario del mio disappunto che è salito a livelli inimmaginabili. Non sono molte le nobildonne presenti a palazzo, anzi, potrei contarle sulle dita di una mano, a ciò che mi lascia l'amaro in bocca è "il cavaliere". Potrebbe mettersi nei guai ed io potrei esserne all'oscuro perché non solo non si è fidato di me, ma nemmeno dei suoi compagni d'armi.

<<Investigherò personalmente. Le figlie dei nobili tendono a trovare dilettevole sfoggiare un uomo di rango inferiore>> il tono aspro di Ethan è comprensibile.

Mi auguro solo di non finire con il cuore a pezzi per il tradimento di un mio amico.

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