Capitolo 17

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Sir Regan mi ha lasciato un rapporto su quanto accaduto al campo di sosta dei due principi. Damocle non ha gradito l'essere sotto lo stretto controllo dei cavalieri di Lux e a causa della lingua tagliente del mio amico, ha tirato uno schiaffo al mio cavaliere . Comprendo la ragione per cui il mio compagno d'armi non abbia reagito e neppure abbia voluto fare tanto clamore, ciononostante mi sarei aspettata almeno le scuse di quel nobile bamboccio. Vedrò di rimediare, considerato che l'unico schiaffo che dovrebbero ricevere i ragazzi, è durante la cerimonia d'investitura. Guardo l'orologio del campanile attraverso il vetro. È tempo di accogliere l'uomo che fin da che ne ho memoria è stato mio padre. L'uomo che mi ha cresciuto, accudito e insegnato tutto. L'uomo a cui non ho mai dovuto chiedere una carezza o una minima dimostrazione di amore, perché lui mi ha sempre amata incondizionatamente, sebbene non fossi biologicamente sua. Indosso un vestito a gonna-pantalone sopra cui vesto la corazza cerimoniale dalle tinte azzurre con le decorazioni in argento. Sto allacciando la cintura della mia spada da ufficiale al fianco sinistro, quando mi si avvicina contenta.

<<Mia signora, permettetemi>> Beatrix mi aiuta ad agganciare le fibbie e ad aggiustarmi i capelli in una treccia a spina di pesce decorata con fiori azzurri. Infilo gli orecchini di zaffiro e oro bianco eleganti e fini che lo stesso Duca mi ha regalato per il diciottesimo compleanno per poi specchiarmi per verificare la combinazione finale. Perfetta. Sposto lo sguardo qualche secondo, osservando la donna rifare il letto, così tanto che si distrae, mi aggiusto i polsi e le maniche del vestito. Sono una ragazza semplice e avere sempre un'arma a portata di mano, è la mia regola numero uno.

Bussano e la giovane accorre per aprire, il suo sorriso si smorza un po'.

Lian mi sorride facendo passare ogni dettaglio della mia figura, provocandomi del rossore in viso <<Siamo pronti, generale>> mi invita a prendere il suo braccio.

<<Perfetto. Ritengo che una festa tra due giorni possa andargli bene, mi auguro che abbia piacere di festeggiare a corte con noi>> ridacchio, lasciando che le mie dite tocchino il suo gomito, andandosi a fermare poco prima del polso.

<<Sapete che farebbe qualsiasi cosa per rendervi felice. Inoltre, immagino abbiate una buona ragione per mostrarvi ad una festa così strana. Ci sarà il re, la Corte, senza contare la vostra matrigna e sorellastra con i principi di Massiccio, ma avrete come partner niente meno che il grande eroe e veterano Lord Francisco, Duca di Grenlley, non vi sembra una serata surreale?>> sospira, purtroppo notando che il suo tono è velato da un filo di irritazione.

Ha già intuito che ho una piccola idea su come poter presentarmi ai nostri ospiti stranieri, per cui provo a scherzare per alleggerire l'atmosfera <<Stai forse dicendo che non parteciperei ad un banchetto, a meno che non ci sia qualcosa per cui divertirsi?>> gli rivolgo uno sguardo dolce ed innocente.

Ci fermiamo a pochi passi dai gradini che ci separano dal cortile e dai nostri destrieri e lui mi lancia un'occhiata ammonitrice.

Avverto la sua rigidità e il sorrisetto che aveva increspato le mie labbra, se ne va.

<<Il sovrano è adirato con voi e mentre ve ne state nelle vostre stanze a preparare piccoli piani, i principi conquistano i nobili e Lady Tamara. Credete che le vostre azioni e scelte siano sempre giuste, ma ad un certo punto ricadranno anche sugli altri e ne dovranno pagare il prezzo. Non siete stanca di questo gioco? Loro non vi ameranno mai, nemmeno se smetteste di investire persone comuni come cavalieri. Non dovreste cercare il loro affetto o comprensione. Dovreste solo essere una degna principessa e un ottimo generale, soprattutto con una mentalità adulta. Rischiate di farvi destituire con il vostro atteggiamento sconsiderato e immaturo, facendo in modo che Lady Tamara sia spinta a sposare uno dei due allocchi reali. Dovreste smetterla di girarci attorno ed agire, prima che la vostra corona vi scivoli dalla testa>>.

Gli lascio subito il braccio, come se mi fossi scottata. Lo fisso intensamente. Sì, sta cercando di dirmi qualcosa, ma il luogo non è adatto a tale conversazione o forse mi sfugge qualcosa. Pare che il suo discorsetto mi darà un'altra gatta da pelare. Comunque sia, non mi piace né il suo tono né il modo in cui si sta comportando <<Se vuoi dirmi qualcosa ora, fallo. In caso contrario, aspetta che Lord Francisco ed il marchese Pennywas siano andati a riposarsi>> la mia voce è piatta, ma nasconde molta irritazione.

<<Perdonatemi. Tale conversazione può aspettare>> china il capo e torna ad allargare il gomito. Questa volta però, mi volto e proseguo senza degnarlo di uno sguardo. Le sue parole mi hanno allarmata e ferita. È vero, sono sconsiderata e tengo un atteggiamento infantile, ma in fin dei conti sono cresciuta aspettandomi di essere amata abbastanza per essere compresa, invece, ho trascorso i miei diciannove anni a inseguire il merito di una corona, perché voglio anche guadagnarmi giustamente il posto di regina, ed i problemi nonché timori di un regno da proteggere con una spada al mio fianco contro la corruzione e le violenze al popolo inflitte. Metto al primo posto il regno, non sempre ottengo ciò che desidero e raramente mi è permesso di fantasticare su una vita completamente opposta alla mia, insomma, anche a voler essere ragionevoli, mi è davvero difficile.

Partiamo al galoppo fino all'entrata della città e mentre le persone ci salutano, la carrozza ci raggiunge, così si alzano voci e urla di gioia per il vecchio generale a cui devono la pace ancora oggi assicurata. I soldati si prestano a fare in modo che non ci sia alcun incidente, creando un cordone per evitare che la gente arrivi al cocchio, rischiando di farsi male. Appena ci raggiungono, tutti i soldati della scorta e dell'unità di Ethan chinano la testa ed io sorridente li invito a seguirmi per le vie della capitale. Le strade sono ora divenute rumorose per via del chiacchiericcio e dell'incitamento verso la festa che ben presto si leva in ogni dove.

<<Guardate, è la principessa!>>.

<<È bella come la madre>>.

<<L'eroe di guerra è tornato>>.

<<Il Duca è finalmente arrivato!>>.

Ethan cavalca alla mia sinistra e Lian alla mia destra. Ci fermiamo all'ingresso del palazzo reale. Smontiamo e la carrozza si arresta. Un valletto apre la porticina della biga ed il primo a scendere è il Marchese nonché Ministro dell'economia e delle finanze, Stephan Pennywas.

<<Oh, la mia principessa è venuta a salvarmi!>> il suo sorriso è allegro ed ampio. Le sue braccia sii aprono, accogliendomi affettuosamente <<Ricordami di non fare mai più una vacanza in un luogo dove è permesso fumare ovunque, o quel vecchiaccio mi farà morire dalla puzza e soffocato>> mi sussurra all'orecchio scherzosamente, tenendomi stretta.

<<Ah! Sono tornato, bambina! Chi sarebbe il vecchiaccio, matusalemme? Allora, vi sono mancato? Sei ancora più bella di quando sono partito, tesoro. Quel broncio contrariato poi, mi è mancato>> ride gioiosamente.

Guardo al di là delle spalle del ministro e scuoto la testa sconsolata. Capelli lunghi legati a cipolla con un fermaglio. Abbronzatura. Pipa in bocca. Sorriso diabolico. Braccia incrociate. Giacca in mano. Camicia fuori dai pantaloni e aperta con vista sul torace. Ecco a voi il Duca Francisco Grenlley. Il mio papà "adottivo".

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