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Esplose in un universo di colori, fu un attimo

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Esplose in un universo di colori, fu un attimo. Non riuscì ad intravedere l'esatto momento in cui quei colori si riunirono in due paia di occhi conosciuti.

Le si accapponò la pelle nel rivedere i due bambini perduti nella grotta. Diarmaid e Mister Musone la guardavano, il primo sorrideva scaltro, sembrava avesse aspettato a lungo quell'incontro. Il secondo, guardava il piccolo Chestmut in un mix di sorpresa e sufficienza, esaminandolo, giudicandolo.

《Dunque le nostre strade si intrecciano nuovamente Principessa Mirabelle.》 Diarmaid inclinò il capo in un leggero inchino. 《Benvenuta nella Terra di Fiamme.》

Chestmut si nascose dietro la sua schiena, sembrava avesse capito chi fossero in realtà quei due fanciulli dall'aspetto così angelico.

Merope li aveva avvertiti. Gli Innocenti, così li chiamavano. Irial e Diarmaid, i custodi dell'accesso alla terra dei demoni, la Terra di Fiamme. Ma di innocente, quei due demoni, avevano solo le finte sembianze.

Irial, demone dell'invidia e della gelosia, e Diarmaid, demone degli incendi, sottoponevano il visitatore ad un esame attento e minuzioso, a domande astute e poco chiare e ad una sfida impossibile.

《Porto alcuni doni.》Disse semplicemente, cercando di non lasciarsi sconvolgere dallo stupore. Mai avrebbe creduto che i due bambini, accorsi in suo aiuto, fossero in realtà due temibili demoni. Perché dunque aiutarla, si chiese.

《Dunque dunque, credo sia ora di iniziare, giusto mio caro?》Disse il demone Diarmaid rivolto a Chestmut, illuminandosi. 《Mio caro visitatore, ho deciso di offrirti un dono, se saprai dirmi chi sono.》

Merope li aveva informati anche di quello, il discorso sarebbe stato in rima. Era prerogativa del visitatore attenersi a quella piccola scelta lessicale dei due demoni. Alla corte di fiamme piace giocare.

Chestmut sospirò gravemente. 《Io-io spero che tu sia il demone Irial, mia signoria.》

Mira scosse la testa, il bambino aveva detto di chiamarsi Diarmaid, quindi Irial doveva essere senz'altro Mister Musone.

《Ottima scelta, più che perfetta. Hai visto proprio giusto, bel fusto.》Disse Diarmaid sorridendo birichino.

《Piccola principessa ti vedo forse persa? Uno scherzo birichino non può punirlo neppure il mio fratellino. Ma eccoti un dono, per avere il tuo perdono.》Riprese porgendole, quello che sembrava un piccolo specchio. Tutto in quello specchio era insolito, dalla lastra in argento della grandezza di una mano alla cornice in quello che sembrava legno nero.

Mira lo prese leggermente restia, rigirandoselo tra le mani.

《Il dono è gradito o va restituito?》Chiese per la prima volta il vero Diarmaid, studiando la sua reazione al regalo.

《Il dono è gradito ed è già il suo preferito.》 Rispose Chestmut per lei, con una sicurezza che Mira non gli aveva mai visto addosso.

Irial le si avvicinò, con fare cospiratorio. 《È da parte del re, solo per te.》

《È di certo un bel regalo, ditelo pure al vostro sovrano.》Rispose, riportando gli occhi sul demone Diarmaid.

Per tutta risposta lui, fece un leggero cenno di assenso col capo.

Il demone Irial schioccò le dita, venendo avvolto da pezzi di ombra e colore. Un giovane prese il suo posto. Aveva lunghi capelli neri raccolti in una treccia intricata e occhi dorati, del colore del miele al sole. Ma una cosa attirò interamente la sua attenzione, un paio di corna nere, ricurve identiche a quelle di Merope. Avrebbe fatto parecchie domande alla strega al suo ritorno, poteva starne certa.

《Il mio aspetto è rilucente, mi trovate attraente?》Chiese Irial lanciando occhiate maliziose verso Chestmut.

《Certamente mia signoria, ma vorremmo sapere per la terra di Fiamme la via.》Rispose pronta Mira, vedendo il suo compagno in seria difficoltà.

《Nella terra di fiamme potrai entrare, se porterai questo all'anulare.》Diarmaid infilò una mano nella tasca del panciotto, estraendone una piccola scatola blu.
L'aprì lentamente, con quella che a Mira parve una lentezza studiata.
Non poté non pensare di vedere finalmente qualcosa di davvero rilucente. Sembrava brillasse di luce propria. Era un anello in diamanti.
Certo Merope le aveva parlato dei doni, ma non si sarebbe mai aspettata una simile sorpresa.
Diarmaid le prese una mano, con attenzione, infilandoglielo all'anulare sinistro.
Era cosparso di piccoli brillanti argentati ai lati e da uno grosso diamante al centro.

Non aveva mai visto un anello più bello.

《Il nostro incontro è perciò concluso, speriamo proprio che non vi abbia deluso.》Disse il demone Diarmaid scomparendo in una nuvoletta di fumo bianco.

Stranamente il demone Irial attese, guardando Mira con quella che le parve una leggera apprensione. 《Lo specchio vi aiuterà a trovar la strada, se vi andrà. 》Disse torcendosi la treccia pensieroso, mentre si avvicinava a sussurrare lente e chiare parole all'orecchio di Mira.
Non sentì il minimo soffio tra una parola e l'altra, né un lieve battito cardiaco.

Tre secondi.

Questo era il tempo esatto in cui il suo cuore aveva smesso di battere. Tre dannati ed interminabili secondi. Prima che il terrore lasciasse posto al coraggio, prima che l'immobilità lasciasse posto alla frenesia. Tre secondi di troppo per cercare convulsamente il mazzolino di erba di San Giovanni, tre secondi di troppo per tornare a casa, alla Corte d'inverno dove forti cuori battevano dando energia e forza alla loro terra. Ma dove uno, così simile e così diverso, così forte e così fragile, così leggero come solo un piccolo fiore poteva essere, avrebbe smesso di battere.

Forse per sempre. O forse per altri soli tre secondi.

A winter's tale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora