🦋17 Pov Merope🦋▫️

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MEROPE

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MEROPE

《Gli serve senz'altro una tazza del mio buon thè.》 Disse Merope avvicinandosi a quello zuccherino.

Non poteva far a meno di notare quanto fosse cresciuto il Lord Comandante. Le sembrava avesse messo su massa.

Orsù lei adorava i ragazzi ben piazzati.

Gli si avvicinò prendendolo a braccetto, ma lui si scostò immediatamente, infastidito. 《Non toccarmi, strega.》

Oh era anche rude, quello era senz'altro la ciliegina sulla torta.

《Quacuno è particolarmente sensibile alle mie attenzioni a quanto vedo.》Disse fingendosi offesa e toccandogli leggemente la fronte, ricevendo uno sguardo seccato e infastidito da quegli occhi blu.

《Mi chiedo se sareste ancora cosi indisponente se vi riservassi il trattamento che ho riservato a quell'altra. 》Trillò con il tono più gracchiante, martellante e psicopatico del suo repertorio, indicando la biondina che sorrideva alla principessa del tutto ignara di quello che la circondava.

Le ricordava stranamente un pesce rosso in una valle incantata circondato da unicorni, fiori parlanti e fate.

Mira si alzò di scatto, sbattendo la sua bellissima tazzina e rovesciando un po' di thè sul tavolo.

Qualcuno doveva spiegarle che quella porcellana costava più di tutta la mobilia della casa messa insieme. Beh, sarebbe costata in effetti.
Visto che ogni cosa lì dentro era frutto del calderone. Si portò un dito bluastro al viso, calcolando quanto avrebbe dovuto costare oggigiorno. Forse i prezzi erano saliti in quegli anni. O forse scesi. Bel dilemma.

《Mer, lascialo stare.》Disse la principessa.

Al solo sentire quella voce decisa, Merope si dimenticò a cosa stava pensando, mentre il cuore le si riempiva di affetto.

Adorava quella ragazzina, era così testarda e combattiva che le ricordava molto lei quand'era solo una mocciosa oltre il muro. Per questo, aveva avuto salva la vita quando aveva scassinato la sua porta per rubare il grimorio ancestrale, molti anni prima.

Aveva subito notato quegli occhi verdi, un fuoco incessante vi ardeva, incapace di trovar pace, e la sua aura, quella continuava a dirle che avrebbe fatto grandi cose.

La strega non sapeva se brutte o buone, ma di certo grandi.

E le cose grandi le erano sempre piaciute in effetti, iniziò a ridere a crepapelle. Mentre i due ragazzi la guardavano stralunati.

《Orsù, non posso neanche divertirmi un po'. Non gli ho mai sfiorato un capello, non c'è da preoccuparsi.》 Disse rivolgendosi a quella che per lei, ormai, rappresentava una figlia.

Doveva farle un bel regalo, chissà magari un cucciolo o lo specchio di una sirena. Sì, un bello specchio magico sarebbe stato perfetto. Sarebbe andata al lago a rubare qualcosa dal tesoro di quelle sirene egoiste e avare, più tardi. Tutto per la sua prediletta.

A winter's tale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora