Mira s'insapono lentamente e con cura una gamba, per poi immergerla nell'acqua calda. L'enorme vasca pullolava di bolle di sapone alla ciliegia, un frutto dolcissimo, importato dalle terre oltre il Muro.
Mildred era andata a prendere un po' d'acqua per annaffiare i fiori e lei, finalmente, poteva godere di un po' di solitudine. Abbandonò la testa all'indietro nell'acqua calda, pensando a quel quasi bacio e a quegli occhi neri così pragmatici. Non poteva non ammettere a sé stessa di non essere rimasta piacevolmente confusa dal comportamento ambiguo del generale. Sembrava che quell'uomo fosse contemporaneamente caldo e freddo, acqua e fuoco, capace di dare passioni sconvolgenti e pene infinite.
Sentì bussare ma, persa ad analizzarlo, non se ne curò. Chiunque fosse, non ricevendo risposta, avrebbe certamente smesso di lì a poco.
Si sollevò per insaponarsi i capelli, la parte superiore del corpo sussultò alla mancanza del piacevole tepore provocato dall'acqua.
La porta si aprì lentamente, richiudendosi subito dopo. Mira, non fece in tempo a portarsi le mani a coprire il seno piccolo e sodo, che si ritrovò, sulla soglia di ingresso, l'unica persona che mai si sarebbe aspettata di vedere. Samael Kain, il Lord Comandante di Taharis, era nelle sue stanze. Non appena era entrato, un calore dolce e rassicurante le aveva riempito il cuore. Il legame che la legava a lui, faceva le fusa nella speranza si avvicinasse. Guardò il dito senza l'anello, ormai perduto per sempre nelle profonde acque del lago.
《Cosa ci fai qui?》Gli domandò, puntando i suoi occhi su di lui e usandoli senza pietà.
Cercò di nascondere la delusione cocente con la rabbia viscerale che si stava impadronendo dei suoi pensieri. L'aveva aspettato. Lei che non aspettava mai nessuno, lo aveva aspettato per ben due giorni. Aveva rischiato per lui, mentre era preso a farsi delle entità crudeli e soprannaturali, era stata lei che aveva rischiato la vita e la vista cercando disperatamente di salvarlo.
Non si aspettava delle scuse né un grazie, questo mai. L'avrebbe rifatto mille volte, se ciò significava non perderlo. Avrebbe sfidato chiunque per lui. Perché sapeva che al suo risveglio l'avrebbe trovato lì, al suo fianco, dove doveva essere.
Invece aveva trovato solo un letto vuoto e freddo, una stanza piena di cornacchie frivole e un generale affascinante pronto a farla cascare nella sua trappola, facendole credere di volerla baciare per poi lasciarla, sola e confusa, nel giardino di Nym, ricordandosi improvvisamente di avere una cosa urgente da dover risolvere.
Sam, rimasto all'entrata, stringeva il pomello d'ingresso come se fosse un'ancora di salvezza, le nocche bianche. Aveva tolto le bende e Mira guardò quelle mani ferite, piene di piccoli tagli rossi, sembrava che un gatto selvatico le avesse usate per farsi le unghie.
《Volevo sapere come stavi.》Le rispose in un sussurro roco, guardandola con gli occhi che sembravano due fiamme vive.
《Dopo due giorni.》
Sam, il volto provato con delle pesanti occhiaie, come se non avesse chiuso occhio da qualche sera, la guardò. Lo sguardo carico di pentimento.
《Ho pensato che la mia presenza non sarebbe stata gradita.》Le rispose, mordendosi nervosamente il labbro.
Mira poté sentire gli occhi riempirsi di lacrime e lasciò che le bagnassero il volto, odiando sè stessa e i sentimenti che provava verso di lui. Odiava sentirsi così piccola e indifesa, così vulnerabile. Odiava il fatto che aspettasse sempre Sam, che non riuscisse a vivere senza di lui. Odiava essere totalmente dipendente da lui.
Sam, vedendola piangere, corse ad abbracciarla, chinandosi su di lei, ancora per metà nella vasca calda. Appena le sue mani forti la strinsero, le sfuggì un singhiozzo.
Continuò a piangere in silenzio, aggrappandosi alle sue spalle forti, mentre lui la sollevava verso di sé, tirandola fuori dall'acqua e adagiandola sul tappeto del lupo.
E continuò a piangere, mentre lui le accarezzava lentamente i capelli bagnati, sussurrandole parole per tranquillizzarla.
La sua voce era dolce e gentile, Mira poteva sentire i suoi occhi splendenti come un cielo stellato su di lei e, per la prima volta da quando era entrato, constatò che era completamente nuda, con le gambe e le braccia avvinghiate a lui come una piovra.
《Ti ho bagnato.》Gli disse, sentendo il rossore arrivarle fino alla punta delle orecchie.
La camicia azzurra di Sam, su cui era appoggiata con tutto il petto, era completamente infradiciata d'acqua. Lui parve accorgersene solo ora e, incrociando il suo sguardo, iniziò a sbottonare un bottone. Oh Dea, si stava spogliando. Mira aveva avuto modo di ammirare il suo petto scolpito nella roccia quando erano più piccoli. Ma, adesso, non le sembrava una mossa saggia, visto e considerato che era completamente nuda, come mamma l'aveva fatta, tra le sue braccia.
Rimase incantata dai movimenti precisi delle sue mani abbronzate, ammirando lo scorcio di pelle dorata che la scia di bottoni aperti lasciava dietro di sé. Sarebbe morta di crepacuore, ne era certa.
Una volta aperta del tutto, Sam la tolse buttandola con nonchalance, da qualche parte sul pavimento in pietra bianca.
Dovette contare fino a dieci, per tenere la mano ferma dal tastare con venerazione ogni singolissimo addominale, sembravano scolpiti nel marmo.
Inghiottì la saliva, guardando i suoi occhi color cielo stellato, che la guardavano in attesa.
Sembrava che Sam si fosse ricordato che fosse tutta nuda sotto di lui.
La guardava con un timore quasi reverenziale, come se non sapesse improvvisamente che fare.
Mira gli tocco lentamente una scapola, alzandosi su un gomito. Toccandolo, le sembrò quasi che una sensazione di calore le irradiasse il braccio. Come se, toccando Sam, potesse percepire tutto il calore e la forza di quest'ultimo.
《Togliti l'anello.》Era stata la sua voce autoritaria a pronunciare queste semplici tre parole.
Sam incredulo, la guardò. Dal modo in cui la guardava, sembrava le fosse spuntata una seconda testa. Sembrava non aspettarsi una richiesta del genere.《Sai bene che togliendolo, perderò totalmente il controllo.》
《Toglilo, Samael.》Disse, continuando a toccarlo, totalmente assuefatta dal suo corpo, dal suo inconfondibile profumo di pino e muschio. Sam profumava di foresta e la foresta, con tutte le sue bestie feroci e i suoi pericoli, era la cosa che più le ricordava la libertà. E lei aveva sempre desiderato sentirsi libera.
Gli prese di getto la faccia tra le sue mani, non aspettando che si togliesse l'anello, e lo baciò. Non era un bacio gentile, ricco com'era di bisogno e di necessità. Lei aveva bisogno di Sam, come la terra della gravità, come il giorno della notte e come il fiori dell'acqua. Sam era l'unica cosa capace di mantenerla al mondo, l'unica cosa che la faceva sentire in pace con l'universo intero.
Cercò di trasmettergli tutto quello che sentiva nei suoi confronti, non fermandosi un secondo ed esplorando, avida, la sua bocca come una grotta ricca di tesori nascosti.
Le sue mani scendevano e salivano lungo i suoi fianchi, toccandole i seni, la pancia e la schiena con devozione. Sentiva il suo tocco ovunque, e non avrebbe mai voluto staccarsi dalla sua bocca, ma doveva farlo. Doveva dirgli cosa provava ogni singolo giorno della sua vita, esattamente dal giorno in cui gli aveva tirato un calcio dove non batte il sole.
《Io non vivo senza di te, Samael Kain.》
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A winter's tale
خيال (فانتازيا)~IN RIELABORAZIONE ~ Taharis, una corte antica e malvagia, dove l'inverno regna sovrano. Una corte dove bellezza, ricchezza e potere hanno peso nella vita di ciascun suddito. Ma per una settimana all'anno, durante la Settimana delle Stelle, anche i...