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Mira non poteva credere ai suoi occhi

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Mira non poteva credere ai suoi occhi. Aveva seguito Sam oltre la foresta, su per le montagne, ritrovandosi in una  caverna, dalle pareti rocciose, che dava la visuale su tutta Taharis.
Entrando, non aveva potuto non notare una piccola coperta tappezzata da minuscoli quadratini di diversi tessuti, stesa nel pietrisco e nella terra spoglia,  illuminata dalla luce fioca di una ventina di candele.
Alcune più lunghe, altre più corte.
Affianco, vicino a delle ossa di qualche roditore, la piccola lanterna in carta con il calamaio e la boccetta d'inchiostro nero l'attendevano.
Strinse più forte la mano di Sam, guardandolo intensamente per trasmetterle tutta la sua felicità.
Prima di iniziare a  ridere, portandosi le mani al volto, come a volerlo nascondere. Le sembrava di poter alzarsi in volo da quanto era grata.
《È bellissimo.》Pronunciò intimidita, cercando di esprimere a parole quello che stava provando.
《Sam non avresti dovuto.》
Lui la guardava, gli occhi blu incantati, come se fosse lei il vero spettacolo. 《Dev'essere speciale.》
《Lo è già. 》
Lui sorrise, per poi portarla al centro di quella coperta, posarle delicatamente le mani sulle spalle per farla sedere.
Mira, di riflesso, gli prese i polsi, portandolo giù con lei, in ginocchio. Moriva dalla voglia di baciarlo, di perdersi in quegli occhi del colore delle stelle.
Ancora non le sembrava vero, averlo così vicino liberamente, senza freni, senza più l'anello a bloccarne il legame. Voleva solo toccare ogni pezzo di pelle che ricopriva il suo corpo ricoperto dai tatuaggi, e baciarlo, in maniera imprevedibile, quando meno se lo sarebbe aspettato.
In modo incontenibile.
Come se le leggesse nel pensiero, Sam le appoggiò una mano sul viso, accarezzandola la guancia con amore.
E Mira realizzò, per la prima volta da quando lo conosceva, che non avrebbe mai potuto chiedere un'anima compagna migliore. Quello che si era venuto a creare con Sam parlava di lei, non aveva nulla a che fare con la corte, l'etichette, i principi o le favole. E questo perché Sam la conosceva da tutta la vita, sapeva cosa la faceva stare bene. Beh ovviamente lui, in primis. Però oltre a questo, era davvero la parte mancante. Non avrebbe mai potuto vivere senza di lui. E mai come ora questo pensiero l'aveva colpita. Adesso che finalmente era suo, non l'avrebbe più lasciato andare, non ne sarebbe stata in grado.
Sam poggiò le labbra sulle sue, dolcemente, senza pressione. Era un bacio gentile e attento, come se si aspettasse un suo rifiuto. Che non sarebbe certo arrivato.
Doveva mostrargli quanto l'aveva aspettato e desiderato, si sdraiò all'indietro, portandolo nuovamente giù con sé e intrecciando le gambe alle sue. Amplificando il bacio, si staccò per leccare e mordere quegli addominali perfetti e quell'incredibile v, mentre Sam le toglieva la giacca e iniziava a slacciare il corpetto. Sentiva un'ondata di calore attraversala da capo a piedi ad ogni bacio o contatto con il suo corpo, mentre un desiderio che non aveva mai provato si faceva strada per la prima volta dentro di lei.
Guardò il pantalone della divisa, incredibilmente teso. Mostrava un'enorme protuberanza, che sembrava il pantalone non riuscisse più a contenere.
Mira iniziò ad armeggiare con la cintura, mentre mordicchiava dolcemente il basso ventre. Non appena fece per abbassare i pantaloni, le candele si spensero, lasciandoli nel buio più totale.
《Dev'essere stato un colpo di vento.》
《Sam ti prego, accendile subito.》Si strinse ancora di più a lui, mentre la spiacevole sensazione di gelo che sembrava averla abbandonata non appena aveva visto Sam, ritornava ad impossessarsi di lei.
Percepì una morsa al petto, mentre l'eco di un pianoforte risuonò per tutta la caverna. Era una melodia struggente, sembrava come se tutta l'infelicità, la paura e la tristezza fossero raccolte ed espresse in quella musica dall'origine misteriosa.
《Ok, questo è leggermente inquietante e non mi piace.》Disse, cercando di tranquillizzarsi.
《Concordo.》
Sentì Sam staccarsi da lei, molto probabilmente stava cercando i fiammiferi per le candele.
《Io invece credo sia sublime.》Una voce lamentosa, rispose al posto suo. Contemporaneamente il fuoco tornò ad ardere nelle candele, illuminando nuovamente la caverna e mostrando il nuovo arrivato.
Un essere alto, completamente nudo e glabro, con una verga stretta tra le mani, era seduto a gambe incrociate, a pochi passi dalla coperta. Quell'oggetto, richiamò alla memoria degli spiacevoli ricordi che pensava di aver seppellito per sempre dentro di sé. Guardandola, non poté non provare una paura primordiale.
Si spostò sul viso dell'uomo, cercando di concentrarsi su quello e non sulla musichetta inquietante o sul suo essere nudo. Totalmente sbarbato, possedeva un enorme occhio color zolfo e dei piedi caprini, ricoperti di lunghi peli.
Sam si parò di fronte a lei, come a volerla nascondere da quel mostro.
《Non credevo ci fosse qualcuno in questa caverna, adesso ce n'è andiamo subito.》 Dell'ansia e della preoccupazione passarono per il legame, Sam aveva paura le potesse succedere qualcosa di spiacevole. Erano quasi seminudi, le armi buttate alla rinfusa in mezzo al mucchietto di abiti che avevano abbandonato oltre le loro spalle.
L'essere lì guardò, studiandoli e portandosi una mano al membro eretto.
Mira rimase di sasso, vedendo come si toccava, mentre guardava Sam. Anche lui sembrava essere rimasto totalmente sconvolto, di certo non era così che si era prospettato la serata. Mentre quell'essere si toccava, la musica iniziò ad essere più ipnotica e martellante, e Mira sentì le palpebre abbassarsi lentamente. Si sentiva così stanca e priva di energia, così debole.  E così...

A winter's tale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora