Il lancio delle lanterne sarebbe iniziato di lì a pochi minuti. Il rituale del quinto giorno era forse quello più atteso e ricordato, molto probabilmente più della settimana stessa.
Ogni coppia di predestinati doveva condividere una piccola lanterna di carta, con all'interno una piccola candelina, da dover lanciare nel cielo notturno, illuminato dalle stelle.
Su ciascuna lanterna, ogni coppia avrebbe dovuto scrivere delle parole speciali, generalmente delle promesse intime e profonde. Qualcosa che si desiderava per il rapporto che stava nascendo.
Mira guardò stizzita la corte, presa ad applaudire e tifare le coppie più affiatate, neanche fossero state delle celebrità o degli eroi di guerra. Iniziò a guardarsi intorno, sperando che Sam la raggiungesse presto, ovunque fosse finito. Da quando si erano baciati quel pomeriggio, poteva finalmente smetterla di trattenersi.
Da qui a tre giorni sarebbero stati insieme per sempre, così come era stato scritto. E, a pensarci ora, non la spaventava più così tanto essere legata a qualcuno. Era legata a Sam da tutta la vita e questo non aveva mai intaccato la sua libertà, quindi non vedeva come questo potesse interferire ora. Sì, era stato difficile da accettare di appartenere a qualcuno. Lei che si era sempre vista come quelle grandi aquile bianche, dalle ali forti per sorreggere il peso dei problemi legati al suo status ma al contempo in grado di portarla lontano, oltre la Corte d'Inverno, oltre Taharis, a cercare un posto dove una donna era vista come una persona con delle paure e dei sentimenti, e non come un soprammobile nello studio del marito. Ebbene lei, Mirabelle Asareèn, era innamorata di Samael Kein, e avrebbe passato l'eternità dei suoi giorni sulla terra a cercare un posto del genere con lui.
Si sentiva una ragazzina alla prima cotta, e si trovava un po' ridicola nel fare questi pensieri. Eppure non poteva fare a meno di pensarci, in continuo. Avrebbe tanto desiderato costruirsi una piccola casetta alle pendici dei monti, lontano dalla corte, dove vivere insieme. Un posto isolato ma ricco di amore e pace, dove sarebbero sempre ritornati, dopo i loro innumerevoli viaggi alla scoperta del mondo. Un posto pieno di animali, di ogni tipo, e fiori, talmente tanti fiori, da sembrare il paradiso in terra.
Lo desiderava così tanto, che le sembrava già una cosa fatta.
Poteva immaginarsi seduta nella veranda di questa bellissima casetta in legno ad accarezzare un cerbiatto dal pelo morbido, da sembrare quasi un batuffolo, mentre Sam tagliava la legna sul prato di fronte e ogni tanto, tra una pausa e un'altra le dava quei baci che la facevano sentire amata e le trasmettevano tutta la pace e la tranquillità che le erano sempre mancate.
《Disturbo?》
Mira si riscosse dal suo sogno ad occhi aperti, ritrovandosi il generale Mikael di fronte a lei con dei pennini e una lanterna in mano.
《Si, sto aspettando il mio compagno.》Gli rispose seccata. Non aveva una compagna graziosa, anzi no, una bellissima compagna a cui dedicarsi? Pensò di doverglielo ricordare. 《La vostra dama vi starà aspettando, meglio non farla attendere.》Lo liquidò, mostrandogli un sorriso affabile e di circostanza.
《Avete atteso molto?》Le chiese, sorridendo come un lupo famelico di fronte a un gregge di pecorelle.
Mira strabuzzò gli occhi, iniziando a contorcersi le dita.
《Ci dev'essere un errore.》
《Nessun errore.》Le confermò il generale porgendole un pennino.
《No, non può essere. Samael è il mio compagno, lo so per certo.》Guardò il pennino sospeso in aria, in attesa che lei lo prendesse.
《E io so per certo che voi siete la mia.》
Mira scosse la testa, prima di allontanarsi da lui come se bruciasse. Cercò Sam in tutta quella folla, in quei volti sorridenti, in quelle mani che battevano, in quelle urla di gioia. Ma per quanto cercasse, per quanto girasse in tondo sulla terrazza, lui non c'era.
Andò dentro, nella sala del trono, quasi correndo e cercando di trattenersi il più possibile. Ma le sembrava che l'universo intero, insieme alla Dea e al fato, fosse contro di lei. Le sembrò che il rumore delle sue scarpe col tacco sul pavimento in marmo assomigliasse vagamente a quello del suo cuore, che si stava frantumando.
Dove diavolo era Sam? E perché, dopo quel bacio, le aveva detto che avrebbero passato una vita intera sempre insieme se non era lui?
Vide sua sorella Ash seminascosta dietro una tenda, che nascondeva l'entrata a un'alcova, e corse verso di lei. Non le interessava cosa ci facesse lì dietro, doveva solo trovarlo.
《Ash hai visto Samael? 》Chiese con la voce incrinata dal panico e aprendo la tenda con un movimento brusco.
Ma dietro la tenda non c'era solo sua sorella, e lei non poteva davvero credere a quello che stava vedendo.
Accanto ad Ash c'era Artemis, il secondo in comando dell'esercito reale, il braccio destro di Samael. Aveva la divisa completamente sbottonata, segno che doveva essere appena tornato a corte, e segni di rossetto ovunque.
Non poteva crederci, era convinta si odiassero, Ash sembrava sempre non tollerare la sua presenza e nonostante fosse molto bello aveva detto più volte che preferiva stare in compagnia di un maiale che tollerare la sua brutta faccia per più di cinque secondi.
《Principessa Mirabelle, posso assicurarle che non è come sembra.》Artemis alzò le mani come a volersi scusare.
《Rivestiti.》
Passati i cinque secondi di shock, gli richiuse la tenda in faccia velocemente, pregando la Dea che nessuno li avesse visti, e prese Ash per un braccio, trascinandola verso le scale.
《Ti ha dato di volta il cervello?》 Le domandò, scuotendo la testa. Sua sorella doveva essere ubriaca o vittima di un incantesimo, non c'era altra spiegazione.
《Io lo amo Mira e fuggiremo lontano da qui. 》Ash sembrava totalmente sicura mentre continuava ad annuire, toccandosi convulsamente i capelli biondi, un gesto che avevano ereditato entrambe nei momenti di tensione.
《Bene mettiti in fila, sarò io la prima ad andarmene dalla corte. E poi non credo che nostro padre ti permetterà mai di continuare tutto quello che stai facendo. 》Disse, fermandosi all'inizio delle scale e mettendosi di fronte a sua sorella. 《Lui sta rischiando la vita. Lo uccideranno se vi scoprono. Lo sai questo, vero?》
Gli occhi azzurri di Ash si riempirono di lacrime.《Ma io lo amo, non posso sposare un uomo che non sia lui.》
《Per questo non hai partecipato al rituale della settimana delle stelle? Avevi paura non fosse lui? 》Le chiese, accarezzandole le spalle teneramente.
《Non era ancora tornato dalla guerra, è tornato solo oggi.》 Ash tirò su col naso e si pulì delicatamente gli occhi con un fazzolettino di raso blu notte.
Mira inspirò profondamente offrendole il mignolo.《Il tuo segreto è al sicuro con me.》
Ash scoppiò a ridere e piangere insieme, mentre lo stringeva con il suo in un gesto di pace.
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A winter's tale
Fantasy~IN RIELABORAZIONE ~ Taharis, una corte antica e malvagia, dove l'inverno regna sovrano. Una corte dove bellezza, ricchezza e potere hanno peso nella vita di ciascun suddito. Ma per una settimana all'anno, durante la Settimana delle Stelle, anche i...