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Un piccolo gattino, dal morbido pelo tigrato, puntò i suoi eterni occhi color fondo di bottiglia nei suoi

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Un piccolo gattino, dal morbido pelo tigrato, puntò i suoi eterni occhi color fondo di bottiglia nei suoi.
Era pigramente spaparanzato su un morbido divano color cachemire, mentre si leccava con attenzione una piccola zampetta.

《Il vero male è sempre adorabile o irresistibile, cucciolo di neve.》Le rispose interrompendo l'accurata opera d'igiene personale.

Mira non poteva trovarsi più che d'accordo, aveva avuto modo di conoscere, attraverso i boschi e i sentieri più sperduti, meravigliosi fiori lillà dal veleno letale.

La bellezza era ingannatrice, come il desiderio, suo padre glielo ripeteva sempre.

《Sono Mirabelle Asarè..》Iniziò a presentarsi, sfoggiando un sorriso rassicurante.

《So chi sei cucciolo di neve, è passata qualche ora dalla tua visita.》Riprese il gatto, interrompendola.

Mira annuì, asserendo a quel semplice commento, sapeva che gli spiriti avevano un modo differente per calcolare il passare del tempo. C'era chi definiva il loro popolo "Eterni" o "Immortali", qualche anno era per loro una manciata di ore.

Vivevano in una palude, oltre il freddo mare della Terra d'Inverno. Nessun figlio dell'inverno aveva mai messo piede in quella terra, non erano i benvenuti lì, ed era stato un colpo di fortuna l'aver catturato Eòwaldor, il loro capo tribù, e l'averlo ridotto in schiavitù.

Gli spiriti avevano accettato la sua perdita, mentre Eòwaldor era costretto a servire re e principi, anno dopo anno. Secoli dopo secoli.

《Ho bisogno del tuo aiuto, Eòwaldor.》Disse lentamente, stringendosi le mani.

《Come  tutti i tuoi antenati, tuo padre e tuo nonno prima di te. Sembra che ogni re abbia bisogno di Eòwaldor, per regnare.》Commentò sarcasticamente il gatto. 《Tanto freddi quanto incapaci. 》

Mira scosse la testa, le sue motivazioni non erano minimamente paragonabili a quelle dei suoi predecessori. Non era né per la fama, né per la guerra, né per la gloria, ma per l'esatto opposto. Era  per il sangue, per la famiglia e per la vendetta che richiedeva il suo aiuto. Per l'amore più puro. Quello che solo un fratello può provare.

《Devo controllare il tempo e avrò bisogno della tua forza, per ciò che dovrò fare.》Continuò a spiegargli, incurante dei suoi commenti. 《Legati a me.》

Il gatto alzò lo sguardo, improvvisamente interessato. 《Cosa ci guadagno cucciolo di neve?》

《La cosa che più desideri.》Mira sorrise sicura. 《La libertà. 》

Eòwaldor strinse gli occhietti penetranti, prima che il pesante portone venisse sbattuto con prepotenza. 《Non sapevo fosse diventata l'ora delle visite.》

Mira ruotò su sé stessa, prima che l'inconfondibile sensazione di morsa allo stomaco non l'avvertisse della presenza di quel visitatore.

Le sembrò quasi che il tempo si fermasse mentre veniva catturata, come per magia, da quegli inconfondibili occhi neri. La guardava, immobile, chiaramente sorpreso.
Sembrava non se l'aspettasse, tanto quanto lei.

《Non ci posso credere.》Commentò il generale, ammiccando. 《Mi state forse seguendo?》

Mira non ci ragionò troppo su, mentre gli tirava un pugno sull'avambraccio sinistro.  《Vi piacerebbe.》Lei seguire lui? Neanche nei suoi sogni più arditi.

Il generale Mikael si massaggiò sofferente il punto in cui l'aveva colpito. 《Mi picchiate sempre, è bullismo.》

Mira gli mostrò la lingua, avvicinandosi.  《Non mi fate tenerezza.》

Lui continuò a sorridere, spavaldo.《Dovreste farmi del solletichino per  scusarvi.》

Al solo sentire la parola "solletichino", il micio quasi non si strozzò. 《"Solletichino"?》Chiese lo spirito incredulo.

Il generale continuò ad annuire, guardando Mira con attenzione. Per poi rispondere: 《Sono delle carezze.》

《Il "solletichino " si fa quando due persone vanno d'accordo.》Gli rispose improvvisamente timida.

Lui si avvicinò lentamente, eliminando lo spazio che li divideva. 《Andremmo d'accordo se al posto del pugno mi deste una carezza.》

Mira sghignazzò, trovandolo assolutamente divertente. Come poteva anche solo pensare che lei lo salutasse così?《Un po' improbabile.》

《Questo perchè siete un po' storta e manesca.》Commentò lui, mettendo in mostra la fossetta.

Mira gli tirò un altro pugno, più forte del precedente. 《Voi siete storto forte.》

《Fate sempre così? Quanti anni avete, due?》Commentò il gatto, scrutandoli. 《Di tutte le visite che aspettavo, mai pensavo di avere a che fare con due cuccioli.》

《Praticamente si, ma è lei l'istigatrice.》

Mirabelle spalancò i suoi enormi occhi verdi incredula. Era davvero uno scaricabarile di prima categoria!

《Non è affatto vero, è lui che si diverte ad infastidirmi.》Rispose offesa, incrociando le braccia sdegnata.

《Bla bla bla bla bla bla bla bla》Le fece il verso il generale, mettendole un braccio intorno alle spalle.

Mira non poté fare a meno di guardarlo, mentre una strana emozione si impadroniva di lei. Si sentiva euforica e offesa, eccitata e sul punto di ucciderlo, felice e a disagio, una bimba piccola e una donna desiderata, si sentiva a casa eppure lontana.
Come se quei due occhi neri fossero stati capaci di portarla ovunque e da nessuna parte.

Se qualcuno le avesse mai chiesto di descrivere a parole, con tutta la lucidità e la chiarezza possibile, quello strano rapporto, quella strana appartenenza che sentiva, sapeva che non ne sarebbe mai stata in grado. Nessuna parola gli avrebbe mai reso giustizia.

Il gattino interruppe il filo dei suoi pensieri. 《Tu cucciolo di fuoco cosa desideri?》

Non appena ebbe sentito quella frase, Mira ritornò alla cruda realtà. Che cosa ci faceva il generale nell'ala più antica e sconosciuta della Corte d'Inverno? Come poteva esserne venuto a conoscenza in così poco tempo?

《Cosa desidera davvero un uomo?》Lui la guardò intensamente, non interrompendo per nessun motivo il contatto visivo mentre rispondeva.  《Io ce l'ho.》

Eòwaldor sbuffò. 《Tu desideri l'unica cosa che ti manca, cucciolo di fuoco. L'unica cosa capace di appagarti. L'unica cosa per cui vale la pena vivere.》

Il generale sorrise, era il classico sorriso spavaldo che Mira sapeva non sarebbe arrivato agli occhi. 《Non si può desiderare una cosa che ti appartiene, spirito.》

Mira ricambiò lo sguardo, sapendo, in cuor suo, quanto si sbagliava.





Eòwaldor 🦋:

Eòwaldor 🦋:

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