20 pov Darius

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DARIUS

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DARIUS

《Vostra altezza.》Darius sentì appena la voce della cameriera che lo chiamava, mentre le enormi persiane in metallo si aprirono lasciando entrare i timidi raggi mattutini ad illuminare la stanza buia.
Si alzò lentamente, stiracchiandosi, poco gli importava arrivare in ritardo al Consiglio e perdere la prima noiosissima ora sugli inutili tentativi per vincere contro i demoni.
Lui aveva già la sua personalissima opinione al riguardo e non aveva certamente bisogno di sentire dei vecchi ambiziosi, tanto quanto lui, propinare delle soluzioni tanto inutili, quanto patetiche.
Non mangiò, come ogni mattina, ma fece un bagno veloce, cercando di rimuovere i ricordi della notte prima, una notte all'insegna della passione e della trasgressione. Mise due gocce di profumo e gli abiti scelti con cura la sera prima.
Sorrise e il suo sorriso si spense, quando si guardò allo specchio. Guardò quegli occhi azzurri. Non era facile, lo sapeva bene. Erano anni che ne era a conoscenza, anni che nascondeva un segreto alla sua famiglia. Aveva passato mesi a cercare un'altra soluzione. Un altro modo per ottenere ciò che desiderava ardentemente. Eppure non l'aveva mai trovato, leggermente a malincuore. Per lui era più un fastidio che un dolore reale, doveva ammetterlo.
Sapeva che quello che intendeva fare sarebbe stato speciale, riportato negli annali di storia per generazioni. Come sapeva che non avrebbe dovuto dirlo a nessuno.
Ma erano arrivati i sogni, che gli mostravano il suo roseo futuro, a volte non riusciva a dormire perché non tutti erano belli e promettenti. Alcuni le mostravano Lei, avvolta da una luce calda e abbagliante, con un enorme lupo nero al fianco. A volte erano lunghe e sanguinose battaglie, e poi Lei... erano frequenti le volte in cui la vedeva piangere, in cui era ferita o peggio, sospesa tra le braccia di quello che avrebbe dovuto essere il loro nemico naturale. Un nemico che la bramava per la sua bellezza, mentre lui desiderava solo impadronirsi del suo potere.
Un rintocco d'orologio lo risvegliò dalle sue considerazioni, le otto e mezza! Tardi come sempre. La sua incantevole madre glielo diceva sempre che lui non era fatto per pensare, ci metteva troppo ogni volta. Pensò, sorridendo, all'accordo che aveva stretto, era diventato un uomo d'azione ormai.
Prese i fogli con i disegni di legge, da proporre al Consiglio, che aveva fatto preparare al suo secondo in comando, incamminandosi fuori dalla stanza, verso l'ampio cortiletto interno dove il Consiglio discuteva animatamente.
Una volta raggiunto, non poté non notare il suo amore. Lei si voltò per squadrarlo dall'alto in basso, gli occhi pieni di superiorità. Un fremito lo percosse notando per la milionesima volta quanto fosse bella. I lunghissimi capelli biondi raccolti in una coda alta che terminava in numerosi boccoli. Le gambe sottolineate da quel morbido vestito bianco, che fasciava velatamente il seno, per dividersi in due veli perlacei. Era il simbolo del desiderio dell'intera Corte.
Desiderata da chiunque incontrasse il suo sguardo limpido e cristallino.
Gli costava fatica trattenersi dall'andare a baciarla di fronte a tutti, ma ben presto sarebbe stato possibile.

A winter's tale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora