Lottando con la sirena, nel disperato tentativo di tornare in superficie, poteva sentire la poca aria rimasta nei polmoni abbandonarla lentamente. Cercava di far leva con le gambe per tirarsi su ma, nonostante ci stesse provando insistentemente, ogni sforzo sembrava vano.
Ad ogni suo tentativo, questa la respingeva caparbia più in profondità, squarciandole la spessa pelliccia, graffiandole le spalle e tenendola ben salda con le unghie affilate e taglienti, simili ad artigli.
Mira provò a morderla, un ultimo disperato tentativo per aver salva la vita, avvicinando la bocca a quel ventre piatto e liscio. E nonostante l'inconfondibile gusto metallico le riempisse la bocca, continuò a mordere.
La sirena, dal canto suo, cercava di staccarla da sé, spingendola lontano verso la riva.
Mira ne approfittò per risalire in superficie. Prendendo un enorme boccata di aria.
Si sentiva senza forze e la vista era un po' appannata, mentre i polmoni le bruciavano incessantemente.
《Samael.》 Urlò disperata.
La sua aguzzina si era rintanata dietro a uno scoglio dove le sue sorelle, sedute con una grazia innaturale, si contendevano Sam. Baciandolo e toccandolo con dolcezza, in un turbinio di risate e apprezzamento.
Il bel Lord Comandante, totalmente incantato, le guardava imbambolato con adorazione.
《Quella sciocca umana mi ha morso.》Si lamentò l'ultima arrivata, mostrando ferita lo squarcio che le aveva lasciato Mira.
《Oh, tesoro. Vieni qui a rilassarti, ci pensiamo noi a lei.》Disse la prima sirena, che Mira identificò, a questo punto, come la leader. Così dicendo, si mosse verso di lei, seguita dall'altra, e abbandonando Sam alle cure della terza.
Le cose si sarebbero messe presto male e non poteva farsi trovare nuovamente impreparata, considerò velocemente, mentre prendeva lesta la spada dal fodero cercando, contemporaneamente, di muovere i piedi per rimanere a galla. Sentiva l'adrenalina salire a mille, il cuore battere all'impazzata e il cervello lavorare disperatamente su un altro livello.
Le sirene avevano stregato Sam, ragionò veloce, era per via di un incantesimo che era succube al loro volere. Se solo qualcosa fosse riuscito a distogliere la sua attenzione dalle sirene, a increspare leggermente la perfezione di quella malia. Sarebbe servito qualcosa di altrettanto potente, qualcosa di altrettanto vincolante.
La mano, improvvisamente pesante, le ricordò l'anello d'oro bianco che limitava l'azione attrattiva del vincolo che la legava a Sam come la forza della gravità la legava alla terra.
Si portò la mano alla bocca, sfilandosi il guanto con i denti.
L'anello d'oro bianco rifletteva la luce della luna bianca e pallida sopra di lei.
Mise la spada sotto l'ascella, cercando di tenerla ben stretta mentre sfilava l'anello che, da due anni a questa parte, era rimasto costantemente a contatto con la sua pelle diafana.
Guardò con circospezione le acque scure che la circondavano, vedendo le sirene avvicinarsi minacciose.
Sperò che Sam la sentisse, e che il suo anello, ormai privato del suo gemello in azione, funzionasse a metà.
Lo guardò sperando di vedere un segno, un solo segno che fosse lucido e in pieno controllo delle proprie facoltà mentali. Ma i minuti passavano, inesorabili, mentre Sam sprofondava la testa sul collo della sirena, lasciando dietro di sé quelli che dovevano essere dei baci ardenti e passionali.
Sembrava non la percepisse minimamente, mentre lei aveva subito avvertito la sua presenza al lago come una sensazione di calore che le scaldava il cuore. Se solo fosse riuscita a togliere anche il suo, forse allora avrebbe avuto una chance.
Si buttò in avanti, decisa a provarci. Anche se significava essere più esposta alle sirene che si avvicinavano lentamente, studiandola. Iniziò a nuotare veloce, spada alla mano, pur sapendo che era una missione suicida. Pur riconoscendo che non sarebbe mai uscita illesa contro due antichi predatori, pronti a ridurla in poltiglia.
Alla terza bracciata, si sentì tirare brutalmente per la sua lunghissima treccia. Fu talmente violento che venne ribaltata all'indietro, sbattendo contro un corpo morbido.
《Dove pensi di andare sciocchina?》
La sirena la spintonò malevolmente verso l'altra che le diede quella che, a un occhio distratto, poteva sembrare una carezza affettuosa, ma in realtà aveva l'unico scopo di graffiarle dalla tempia al mento. Mira sentì il sangue scenderle lungo il viso copioso. Ma non fece in tempo ad avvertire un leggero fastidio e provare a difendersi che venne spintonata di nuovo verso la leader che le graffiò gli occhi, provocandole un dolore devastante e poi il buio. Un urlo disumano, che le apparteneva, ruppe il silenzio delle tenebre. Era la sua voce ad urlare disperata, mentre lei sentiva solo quel dolore feroce che sembrava esserle entrato nell'anima. Non vedeva. L'oscurità la circondava.
La sirena la rispinse con la lunga coda viscida, ma questa volta non fu un corpo morbido ad attenderla, bensì un banco di rocce, frastagliate e dure.
L'impatto fu così forte e rapido che Mira fu certa di aver sentito un crac. Si ritrovò improvvisamente, con il fianco spappolato contro le rocce, vittima di un nuovo dolore. Incapace di muovere un solo muscolo, la sua voce riprese ad urlare disperata, mentre lei sentiva solo di non aver mai provato dei dolori del genere. L'avrebbero fatta impazzire.
Lungo il fianco provava un dolore sordo senza intermittenza, non sembrava provenire da un punto preciso. Era come se un miliardo di lame la colpissero in contemporanea, per poi uscire e rifarlo nuovamente.
Improvvisamente venne brutalmente schiaffeggiata.
《Zitta stupida fata, ci stai togliendo tutto il divertimento.》
《Assolutamente no.》 L'urlo di Merope, proveniente dalla casa, le arrivò forte e deciso, mischiandosi insieme alla sua voce, che continuava a rompere il silenzio macabro di quella notte senza luce.
《Non vi potete alzare , siete in convalescenza. No, no, no e ancora no.》 Le urla di Merope sconquassarono la calma pacifica di quelle acque nere che sembravano cullarla, chiedendole di abbandonarvisi. Di lasciarsi andare a quella pace, a quel torpore. E Mira, l'avrebbe anche fatto, se non fosse stato per quella voce disumana, che si ricordò fosse la sua, che continuava ad urlare disperata, non permettendole di riposarsi.
Ormai tutto ciò che stava accadendo al di fuori dalle tenebre non poteva interessarle di meno, desiderava solo che le acque nere la ricoprissero. Lasciarsi cullare non doveva essere così male, se paragonato a quel dolore lento e viscerale. Ma la voce non era d'accordo e le fece muovere una mano alla cieca, trovando una guglia a cui aggrapparsi lentamente, cercando di non affondare.
L'oscurità l'avvolgeva e, per la prima volta in vita sua, Mira sentiva freddo. Dei brividi la scuotevano in quelle acque ormai gelate, poteva sentire i muscoli diventare pesanti come dei cubetti di ghiaccio e l'acqua solidificarsi attorno a lei. Aveva freddo e si sentiva così maledettamente male e sola lì, al buio. Iniziò ad odiare il buio, era tutto così brutto al buio e al freddo. La voce si meritava di riposare in una collina al sole, coperta da fiorellini bianchi, e non in quelle acque gelate.
《Aiuto, la mia povera coda. 》Sentì la voce rotta dal dolore di una sirena, prima di vedere una luce dorata e intensa, luminosissima, circondarla. Sembrava appartenere a una fiamma viva, che ardeva senza interruzione.
Sentì il ghiaccio che l'aveva circondata sciogliersi e tornare alla forma liquida, prima che delle mani forti e attente la sollevassero oltre le acque, in superficie.
Un profumo di legno e cuoio le riempì le narici e la luce l'avvolse, scaldandola, il tocco attento e delicato.
Mira vi abbandonò il viso scontrandosi contro qualcosa di duro, che immaginò fosse un petto scolpito.
《Ora ci penso io a voi.》Riconoscendo il tono da padrone del mondo, Mira sentì un sorriso flebile illuminarle il volto, nonostante il dolore. Per la prima volta, da quando l'aveva conosciuto, senza quegli occhi neri a distrarla, poteva sentire quanto la sua voce fosse calda, potente e sensuale. Come celasse un'aggressività e una forza latente.
E si abbandonò a questa forza, certa che l'avrebbe protetta.Aaaaaallora rieccomi, con tutta sta pioggia mi viene una fame assurda e così, divorando nutella e tiramisù come non ci fosse un domani (altro che fare ginnastica con la quarentena), ho continuato il capitolo e, anche se inizialmente non mi faceva impazzire, ci ho lavorato un po' su. Infatti pensavo di revisionare bene tutto, appena ho un po' di testa🙈
Tra l'altro ho cambiato copertina per la duecentesima volta, giusto perché mi annoio.
Ma, bando alle ciance, che ne pensate di quello che sta succedendo a Mira? Vi è piaciuto questo salvataggio last minute?
In più mi ero fatta una scaletta una sacco dettagliata e organizzata su come far procedere la storia, invece mi perdo in mille mila cose e non riesco a seguirla neanche per sbaglio. Sono proprio un caso perso! Con questo, ho finito di scrivere a vuoto e vi auguro buona lettura🦋
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A winter's tale
Fantasy~IN RIELABORAZIONE ~ Taharis, una corte antica e malvagia, dove l'inverno regna sovrano. Una corte dove bellezza, ricchezza e potere hanno peso nella vita di ciascun suddito. Ma per una settimana all'anno, durante la Settimana delle Stelle, anche i...