La principessa.
Le urla sembravano essere diventate una cosa sola mentre ripetevano quell' unica incessante parola.
Mira iniziò a correre, seguendo il re tra una serpentina di persone che correvano anch'esse verso la Fontana dei Desideri.
Spintonò, sgomitò e bestemmiò per farsi largo in quella folla di curiosi, avidi di vedere, di sapere quello che stava succedendo. Partecipi anche loro, per la prima volta, in quella che sarebbe diventata la storia.
Ma questo a lei non interessava, poteva sentire ancora la voce del demone Irial che l'avvertiva, sembrava che, quella stessa voce, ora la stesse sbeffeggiando.
Pian piano che si avvicinava, facendosi strada in quell'improvvisa folla, un silenzio glaciale, interrotto dai sussurri di chi non poteva vedere quello che stava accadendo, si sostituì alle grida.
Provò nuovamente ad intrufolarsi, tirando una gomitata ad un figlio dell'inverno, poco incline a lasciarla passare, prima che l'impazienza, che era solita contraddistinguerla, avesse la meglio.
Un brivido di ghiaccio e fuoco le attraverso le vene, prima che usasse il suo potere per farsi largo.
Ed ecco che, due alte lastre di ghiaccio, nate dal suolo, spesse e solide quanto delle mura, le aprirono finalmente un varco.Ignorò le lamentele di chi era caduto, vittima della sua forza, e attraversò, a passo deciso, il passaggio.
Cercò di farsi forza, scacciando le poche parole, martellanti e ritmiche, del demone dalla sua testa. Ma nulla, in tutta Taharis, di questo o dell'altro mondo, avrebbe mai potuta prepararla allo scenario che si ritrovò davanti.
Quella che doveva essere una giovane donna, nel fiore dei suoi anni, era stesa inerme, come un filo d'erba brutalmente pestato.
Non guardò il generale nè Eòwaldor, nè suo padre e la sua famiglia, fermi immobili a qualche passo di distanza dal corpo.Si avvicinò, ignorando le loro voci che la chiamavano.
Un passo.
Due.
Tre.
Finché non fu sufficientemente vicina da vederla. Ferma al suo collo, una tarantola blu cobalto, sembrava sfidarla.
I suoi uncini veloniferi dovevano aver già rilasciato la sostanza tossica che ne aveva indotta la paralisi.Sapeva che una dose di veleno sufficiente, poteva provocarne la morte, prima che il ragno iniziasse a nutrirsi.
Corse sul corpo, inginocchiandosi, sperando in cuor suo d'interrompere quel processo, di strappargliela via di dosso, come la vita che le stava strappando.
Non poté che tentare, prima che l'immensa ombra di un uomo, dai colori indistinti, l'allontanasse con la forza di un tornado da ciò che rimaneva di sua sorella.
Iniziò a stringerle il collo, forte, facendola annaspare. Poteva sentire la forza di una mano fantasma stretta intorno a sé. Provò ad allontanarla, ci provò davvero.
Ma per quanto provasse, questa stringeva più forte, finché un ringhio, innaturale, scosse le fondamenta della terra ed un gigantesco lupo, con gli occhi grigi, come dei nuvoloni in tempesta, facesse il suo ingresso.Attaccò l'ombra, dandole la possibilità di liberarsi.
Inalò più aria possibile nei polmoni, avvicinandosi strisciando a sua sorella.
Tentò di scacciare quelle piccole e lunghe zampe pelose, prima che queste scomparverò, nello stesso momento in cui l'ombra venne sconfitta.Trattenne un conato di vomito, sentendo la bile in bocca, prima che le sue mani iniziassero a tremare, come sembrava tremare il cielo in quell'istante.
Si rifiutò mentalmente di guardare, prima di notare un piccolo movimento impercettibile, un sospiro lieve e leggermente affannoso.
Puntò gli occhi avida, su ciò che rimaneva del volto di sua sorella. Là dove un tempo vi erano delle belle gote paffute, vi era della pelle tirata sulle osse.
Il suo corpo era stato completamente prosciugato, la tarantola aveva assorbito liquidi in grande quantità, lasciando un corpo vuoto, più simile a uno scheletro che a un cadavere.《Èowaldor.》Urlò disperata. 《Èowaldor.》
Il gatto si avvicinò lentamente, sembrando rispettare il suo dolore.
《Portaci indietro.》Chiese quasi supplicando. 《Ti prego.》
Lo pregò piangendo, come una bambina, come chi spera in un miracolo.《Non posso, ormai è avvenuto, cucciolo di neve. Non possiamo cambiare le sorti.》Sussurrò questi apprensivo.
Una rabbia cocente le ribollì il sangue nelle vene. 《Tu hai giurato.》Urlò in preda alla disperazione, prima che la neve iniziasse a scendere copiosa. 《Mi hai giurato fedeltà.》
《Il Dio Morte non permette che le anime che gli appartengano possano tornare, piccolo fuoco. 》La interruppe suo padre, la voce autorevole rassegnata.
《Ma è ancora viva.》Gridò, tirando un pugno nella neve, sconfitta. 《Non potete lasciarla morire, padre. Non potete, non potete.》Continuò e continuò a ripetere.
《Sento che è viva, respira.》Continuò, piangendo.
《Poni..》Un sussurro spezzato, provenì da sua sorella.
Si avvicinò alle labbra rinsecchite, baciandole le guance ed accarezzandole piano il volto. 《Shhh, sono qui, io non ti lascio.》Mormorò, mentre le lacrime continuavano a bagnarle il volto. 《Sono qui.》
《Poni..》
Le mise un dito sulle labbra a zittirla, cercando di trascinarla via con sé. 《Shhh, starai bene.》
Merope. Doveva portarla dalla strega. Solo lei poteva guarirla, poteva salvarla, poteva trovare il modo per sconfiggere quello che le stava capitando.
Le avrebbe aiutate, ne era certa.
Continuò a trascinarla, mentre i fiocchi di neve divennero ghiaccio puro, mentre la maggior parte della corte correva a ripararsi nel palazzo.
Si fermò a coprirle il volto dalla grandine, cercando di trattenere il tremolio alle mani, sentendola lamentarsi.
《Shhh, tra poco starai bene, te lo prometto. 》Le sussurrò, cercando di sorriderle.
《Poni...fine.》
La richiesta la immobilizzò.
《Poni.》
Tirò su col naso, pulendosi gli occhi velati di lacrime. Ritrovandosi incapace di muoversi.
《Fine.》
Scosse la testa. Non accettando quanto sentiva. Continuò a scuoterla. Ancora ed ancora.
《Ti pre..》
《Non puoi farmi questo.》Sussurrò, portandosi una mano tra i capelli e stringendoli, con tutta la forza, come a strapparseli. 《Non puoi.》
《..go. Poni..》Il sussurro atroce la spezzò. Spezzò qualcosa nella sua anima, dannandola per sempre.
Si morse il labbro fino a farlo sanguinare, lasciandosi un gusto acro e amaro. Sangue, morte e distruzione erano ora tra le sue labbra. Le uniche cose reali che poteva sentire.
《Fine..》
Chiuse gli occhi, cercando la forza, mentre una strana lucidità s'impossessò di lei. La profezia del demone, le vibrava nelle ossa, alimentandola.
Prese il pugnale nascosto nel corsetto, odiando quel gesto con ogni cellula del suo essere.Cercò di trattenere il tremore, inspirò profondamente e, ad occhi chiusi, compì il gesto meccanico che doveva compiere.
Crollò sul suo petto, piangendo lacrime che non possedeva più.
Urlò, con tutto il fiato in gola, maledì gli dei, che tanto amava, mentre la voce di un demone continuava a sbeffeggiarla.
Sangue fraterno verrà versato, a causa del tuo amato.
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A winter's tale
Fantasy~IN RIELABORAZIONE ~ Taharis, una corte antica e malvagia, dove l'inverno regna sovrano. Una corte dove bellezza, ricchezza e potere hanno peso nella vita di ciascun suddito. Ma per una settimana all'anno, durante la Settimana delle Stelle, anche i...