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《Mirabelle che diavolo hai combinato?》La voce tuonante di suo padre la riscosse dalla piega  malinconica che stavano prendendo i suoi pensieri

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《Mirabelle che diavolo hai combinato?》La voce tuonante di suo padre la riscosse dalla piega  malinconica che stavano prendendo i suoi pensieri.

Alzò gli occhi su di lui, sperando non notasse quanto fossero arrossati.
Non si riusciva a spiegare l'assurda sensazione di tristezza che si era impadronita di lei, era ad una festa, circondata da persone felici ed entusiaste, aveva a disposizione dell'ottimo cibo, dell'ottimo idromele e delle ottime distrazioni, se solo le avesse volute. Almeno tre nobili le avevano lanciato sguardi ammiccanti, mentre continuava con il suo nuovo passatempo preferito: scoppiare tutte le bolle di sapone.

Aveva abbandonato Eòwaldor al centro pista, consigliandogli di tornare dal generale e tenere gli occhi ben aperti, per rifugiarsi in una panchina leggermente nascosta.

Si sentiva improvvisamente vuota, come se tutte le sue energie e la sua stessa persona fosse stata risucchiata dalla scena appena vista. Era strano, lei, che si sentiva tanto forte e tanto padrona delle sue emozioni, si era ritrovata infastidita e incapace di esternare la sensazione di urto, disagio e disturbo che sentiva crescere dentro di lei.

Sapeva per certo che non era la gelosia, che le stava facendo ribollire il sangue nelle vene, come poteva esserlo d'altronde? Il generale Mikael era tanto lontano da ciò che Sam rappresentava per lei, con quella sua assurda superficialità, i suoi modi altezzosi e irritanti e l'incredibile capacità di trovarsi costantemente ovunque si trovasse lei.

Le dava noia.

Sperava di non vederlo più per un tempo indefinito, fino alla fine dei suoi giorni su Taharis come minimo. Avrebbe volentieri acceso delle candele alla Dea, pregato tutte le divinità di quel mondo e non, se solo fosse servito a non vedere più quella mascella definita, che era certa di iniziare a detestare.

Guardo suo padre, mostrandosi a lui, per la prima volta, vulnerabile. Certa che non l'avrebbe giudicata debole, come invece si sentiva.

《Avevo bisogno di respirare.》Gli comunicò, sorridendo debolmente.

《Respirare? Sembra proprio tu abbia bisogno di farti un bel pianto, mio piccolo fuoco. 》La riprese lui, occupando il posto libero al suo fianco. 《Non era per questo che ti stavo cercando, ma quello può attendere. Dimmi cosa turba il bel faccino che ho creato?》

Mira improvvisò quello che sperava essere un sorriso, mentre scuoteva leggermente la testa.

《Su non essere sciocca, parlami. Io e te siamo fatti della stessa pasta, lo sai.》

Gli si appoggiò alla spalla, chiudendo gli occhi. 《Come si fa a capire di aver incontrato la propria metà?》Chiese, ispirando a pieni polmoni, come se la forza di quel singolo gesto potesse darle la capacità di accettare delle verità diverse da quelle che si voleva raccontare.

《Oh Piccolo fuoco, sentirai numerose storie sull'incontro con la propria anima, e sono certo che alcune le hai già sentite.》Iniziò il re, con voce stranamente premurosa, prima di accarezzarle delicatamente i capelli. 《Ma lascia che ti dica, come la vedo io, tu potresti avere qualunque parte mancante desideri. Perché dunque stare qui, con il tuo vecchio, in una serata come questa?》

Al sentire quel piccolo consiglio Mira aprì gli occhi, puntandoli sui sassolini tra le scarpette.
《Ma il desiderio come si spiega? 》Chiese seria, realmente interessata alla risposta. 《Vi è mai capitato, padre, di volere e detestare una cosa in maniera viscerale? E per quanto la possiate odiare la desiderate, come se questi sentimenti crescessero di pari passo, alimentandosi a vicenda, invece di annullarsi?》

Il Re smise per un secondo di accarezzarla, mentre un bagliore di incredulità riempiva quegli occhi forti e antichi. 《Intenso.》Commentò solamente.

《Molto.》

Lui sorrise, riprendendo a coccolarla, con l'attenzione e la dolcezza di un padre. 《L'eterna lotta tra l'amore e l'odio, un secondo ti sembra di poter toccare il paradiso in Terra e due minuti dopo l'inferno più rovente.》

Mira si ritrovò ad annuire, era esattamente quella la sensazione.

《"Odio e amo. Ti chiederai forse perché io lo faccia. Non so, ma sento che accade, e mi tormento."》Riprese il re. 《Catullo conosceva perfettamente questa percezione, non trovi?》

《Catullo?》

Suo padre la strinse in un abbraccio, sghignazzando sommamente.《Avrei voluto prendessi più seriamente le lezioni del maestro, Catullo è un poeta romano.》

Mira ricordò, i Romani, il popolo di guerrieri, che aveva abitato per un certo tempo oltre le Terre conosciute, le cui antica gesta erano narrate in alcuni libri di storia.

《Questo Catullo ci vedeva lungo.》Commentò, stringendosi nelle spalle, prima che una serie di urla, agitate e confuse, rompesse quel piccolo momento di conforto.

Suo padre si alzò di scatto, pronto ad intervenire, prima che una semplice parola, più forte e distinta delle altre,  prendesse piede tra tutte.

《LA PRINCIPESSA.》

A winter's tale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora