Chapter 38 - Never Without

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Uscì dal bagno dopo minuti che parvero infiniti e quando lo fece, una chioma rossa gli apparse sotto gli occhi.

«Ginny» la chiamò, si sedette accanto a lei «Non ti aspettavo»

«No infatti, non mi aspetti mai» si lamentò «Potresti anche cercarmi qualche volta»

Harry sospirò «Vorrei ma-..»

«Ma sei troppo impegnato a fartela con Malfoy per dedicarmi un po' d'attenzione» completò la frase al suo posto, il corvino spalancò la bocca «È inutile che fai quella faccia, pensi che sono stupida?»

«No solo..» prese un gran respiro «Ma perché se ne accorgono tutti? Eppure non mi sembra che abbiamo messo i cartelli in giro per Hogwarts» si lamentò.

La ragazza roteò gli occhi al cielo «Si vede che c'è tensione sessuale tra di voi, è palpabile anche a un miglio di distanza»

Harry sbuffò e si alzò dal letto «Che vuoi dirmi Ginny? Perché sei venuta qui?»

«Non può andare avanti Harry, ci abbiamo provato e riprovato ma è evidente non vada più» gli disse, si alzò dal letto anche lei.

Il corvino incrociò le braccia al petto «Ma cos'è oggi? Vi siete messi d'accordo?» disse con tono divertito, incredulo.

«Harry senti-..»

«Va bene così Ginny» la interruppe «Non fa niente, probabilmente non avremo nemmeno dovuto riprovarci»

La rossa sospirò «Hai ragione, era finita già un po' di tempo fa» concordò «Però non distruggiamo tutto»

«Non mi odi per quello che ho fatto?» la guardò.

Ginny scosse la testa «Non posso, l'ho fatto anche io e sarei una persona incoerente se mi arrabbiassi»

Harry la ricordava bene quella sera in cui era rientrato nella Sala Comune di Grifondoro e l'aveva vista baciarsi con Dean. Si ricordava bene la sensazione dell'aria mancargli e delle lacrime appannargli la vista. Non avrebbe mai potuto dimenticarlo.

Era per questo che odiava quando Ron si intrometteva tra di loro difendendosela, non aveva mai raccontato tutto ciò che era accaduto ai suoi due migliori amici ma non perché non volesse, semplicemente non se l'era mai sentita.

«Grazie Gin» fece un mezzo sorriso e si avvicinò per abbracciarla. La ragazza si strinse a lui fino ad accarezzargli la schiena.

«Metti da parte questo maledetto orgoglio e, per una volta, sii felice» sussurrò.

Harry fece un piccolo sorriso e le lasciò un bacio fra i capelli «Ci proverò»

«Se ci tieni non lasciarlo andare via» disse prima di staccarsi dall'abbraccio e dirigersi verso la porta della stanza per uscire.

Quando fu fuori, il corvino sbuffò pesantemente e si sedette sul letto. Si morse il labbro inferiore per evitare di scoppiare a piangere e rilasciò un respiro spezzato, lo sguardo fisso a terra.

«Non crollare, non piangere, alzati da questo letto e vai a lezione» sussurrò a sé stesso, come se facendolo riuscisse a darsi un minimo di forza.

Ma durò poco perché un attimo dopo fu in piedi, davanti alla scrivania, intento a buttare a terra tutto ciò che gli si stava parando davanti. Fogli, libri, penne, quaderni.

Si sentiva come al quinto anno, come quando era morto Sirius e aveva avuto la fantastica idea di prendersela con l'ufficio di Silente buttando a terra tutto ciò che gli era capitato sotto mano. Le mani tremavano, il respiro era irregolare ma nessuna lacrima osava rigargli il viso.

Silence Like a Storm - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora