«Harry muoviti! Siamo rimasti solo noi!» lo richiamò per la terza volta nel giro di dieci minuti Hermione.
Quel giorno sarebbero tornati a casa definitivamente, avrebbero lasciato per sempre quella scuola di cui si erano sempre preoccupati e non sapevano se fossero del tutto pronti. Dodici anni. Se si fossero rimessi a pensare a tutti quegli anni, probabilmente non si sarebbero più ripresi. Il tempo era passato velocemente, più di quanto si erano aspettati ed erano cresciuti così tanto.
Tra poche ore, tutto quello sarebbe finito. Avrebbero messo piede sul treno di ritorno e non sapevano se ci sarebbero più tornati; il solo pensiero gli procurava un vuoto nel petto.
«Eccomi Herm, arrivo!» urlò in risposta il corvino che scese le scale velocemente.
«Per una volta quello in ritardo non sono io» lo prese in giro Ron, un sorriso divertito era dipinto sul suo volto.
Harry ridacchiò «Capita a tutti prima o poi»
«Muovetevi!» li riprese la riccia che già stava per uscire dal buco del ritratto.
I due migliori si lanciarono uno sguardo prima di fare spallucce e seguire la ragazza fuori dalla Sala Comune di Grifondoro. Appena però i tre furono fuori, la figura alta e slanciata di Draco gli si parò davanti.
«Ce l'hai fatta, sono venti minuti che sono qui fuori» lo riprese.
«Cosa ci fai qui?» alzò un sopracciglio il corvino che non si aspettava minimamente di trovarlo lì.
«Volevo salire con te sul treno» rispose.
Il rosso roteò gli occhi al cielo «Già te lo rubi per non si sa quanto e non sappiamo nemmeno se tornerà vivo, non potresti lasciarcelo almeno per salutarlo per bene?»
«Nessuno ha detto che si doveva mettere nel mio stesso scompartimento»
«L'hai dato per scontato» incrociò le braccia al petto.
«No, non l' ho fatto» usò un tono duro, deciso «Gli ho solo chiesto di salire insieme a me, non di mettersi accanto a me»
«Potevi anche evitare dato che starà con te per un po', se ci stai lontano qualche ora non succede nulla»
«Non spetta a te deciderlo» lo zittì.
Harry sospirò pesantemente «Ma se ci mettessimo tutti nello stesso scompartimento, no?»
«No» le voci del rosso e del biondo si unirono facendo sì che quella risposta risultasse chiara e scandita. Non ci si sarebbero messi nemmeno se l'avessero torturati.
«Mio dio» sospirò esausta Hermione.
«Non fa niente» rispose poi Draco «Mi sono appena ricordato che devo organizzare alcune cose con Astoria; ti raggiungo quando siamo quasi arrivati» lo guardò dolcemente.
«Grazie al cielo» parlò Ron beccandosi un'occhiataccia da parte della ragazza.
Il corvino annuì quasi impercettibilmente mimando con le labbra uno "scusa" che il biondo colse al volo. Gli fece un mezzo sorriso comprensivo e gli lasciò una leggera carezza sul viso prima di andarsene.
Quando lo vide scomparire dietro un angolo del castello, Harry si girò verso il rosso dedicandogli uno sguardo a dir poco fulminante. Se avesse potuto incenerirlo solo con gli occhi, in quel momento Ron sarebbe diventato misera polvere.
«Che c'è?» chiese con tono innocente «Ho detto qualcosa di sbagliato?»
«Potevi anche evitare» rispose Hermione al suo posto.
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Silence Like a Storm - Drarry
Fiksi PenggemarLa Seconda Guerra Magica era appena giunta al termine e gli studenti di Hogwarts furono costretti a ripetere l'anno perduto, ma niente era come prima. I segni che la guerra aveva lasciato erano indelebili, incancellabili sopratutto per due ragazzi...