Chapter 8 - Ever and Never

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I mesi passarono e presto arrivò Dicembre, il Natale.
La maggior parte degli studenti decise di far ritorno nelle proprie case per quei venti giorni ma Harry, Ron e Hermione non rientravano tra quelli.

Harry non se la sentiva di tornare alla Tana, non dopo quello che era successo a Fred; si sentiva fuori posto, Ron non aveva intenzione di fare ritorno proprio per evitare di piangere. Sapeva che il lutto che stavano passando era qualcosa di molto grande e che sarebbe dovuto essere accanto alla sua famiglia in un momento come quello ma lui ancora non se la sentiva; solo il pensiero di dover vedere suo padre, sua madre e i suoi fratelli - in particolare George - stare male lo distruggeva. E Hermione anche non si sentiva di tornare a casa, dopo aver Obliviato i genitori e aver scoperto che sarebbe stato quasi impossibile rimediare a quel disastro, la ragazza non faceva altro che incolparsi. Tornare a casa e passare il Natale con delle persone che non si ricordavano neanche chi fosse, non rientrava tra i suoi piani. Sarebbe voluta stare meglio di così.

Una cosa che i tre amici non sapevano però, era che anche un altro ragazzo aveva evitato di tornare a casa quell'anno.

Il Malfoy Manor era sempre stato un posto oscuro e poco accogliente ma era decisamente una delle più grandi bellezze che il Mondo Magico potesse mai avere avuto.
Le persone che lo abitavano erano sempre appartenute ad un rango sociale abbastanza alto, probabilmente erano una delle famiglie più ricche della Gran Bretagna ma, nonostante questo, l'infelicità regnava sovrana lì dentro.

Quell'oscurità che circondava l'enorme Manor, aveva avvolto, pian piano, anche il più giovane dei Malfoy che giorno dopo giorno stava sempre più attutendo i colpi di quello che la sua famiglia aveva combinato nell'arco di quegli anni.

Otto anni di scuola. Otto anni a Hogwarts. Sette Natali passati nel suo castello.
Quell'anno non andò, rimase in quel luogo che non faceva altro che recargli ulteriore sofferenza ma - secondo lui - meglio lì che a casa con la sua famiglia.

Draco era sempre stato particolarmente legato alla sua famiglia, non avrebbe mai potuto rinunciare a loro ma quell'anno non se la sentì di fare ritorno al Manor. Preferì rimanere lì e passare quei noiosi venti giorni in compagnia dei suoi amici che sicuramente lo avrebbero fatto in qualche modo sorridere.

L'unica cosa che lo preoccupava erano i sabato mattina nell'ufficio di Piton con Potter che -fortunatamente - grazie al Natale sarebbero stati interrotti. Quello era decisamente un gran bel problema che però sapeva non avrebbe potuto risolvere. O almeno sì ma non ne aveva l'intenzione.

Harry Potter era sempre stato il suo nemico giurato e il pensiero di doverlo vedere ogni sabato fino alla fine dell'anno non faceva altro che innervosirlo. Se avesse potuto, gli avrebbe spaccato la faccia senza pensarci due volte.

«Draco, a che pensi?» ad interrompere i pensieri del biondo fu Pansy, la persona che fino a quel momento non lo aveva mai lasciato nonostante avesse avuto molte occasioni per farlo.

Un sospiro rilasciò le labbra del ragazzo biondo «Non lo so, a tutto e a niente» rispose mentre si sedeva sul divano in pelle verde presente al centro della Sala.

«In questi giorni sei tanto pensieroso, stai sempre per le tue. Sicuro vada tutto bene?»

«C'è un giorno in cui vada bene qualcosa?» chiese retorico ed era vero. Ogni giorno che passava, c'era sempre qualcosa che non andava.

La ragazza sospirò «Senti Draco» lo sguardo poggiato sul biondo accanto a sé «Penso che dovresti parlare con la McGranitt di quello che ti sta succedendo»

«No» rispose secco «Non deve sapere nulla»

«Potrebbe aiutarti lo sai? E poi pensaci, niente più punizioni con Potter no?»

«Non mi interessa» le iridi argentate puntate in quelle marroni della ragazza «Preferisco subirmi Potter piuttosto che parlare»

«Non cercherò di farti ragionare, sarebbe inutile, ma sappi che se vuoi parlare ci sono» disse con torno ormai scoraggiato la mora, non sapeva più che fare per aiutarlo.

«Sì, lo so» un mezzo sorriso quasi forzato.

Pansy ricambiò il mezzo sorriso e se ne andò sparendo dal buco del ritratto. Non sapeva dove fosse diretta ma in quel momento non gli interessava minimamente, aveva altro a cui pensare come ad esempio il matrimonio che il padre gli stava organizzando da mesi.
Non aveva ancora trovato la ragazza giusta per fare questo passo, ma di una cosa era certo: non si voleva sposare, non a quell'età, non in quel momento, non con una ragazza qualsiasi.

Avrebbe tanto voluto ribellarsi e dire ciò che veramente pensava ma non poteva farlo. Non poteva recare alla famiglia un disonore come quello, non poteva deluderla per nessun motivo al mondo.

Nom sapevano nulla degli incubi che faceva, sapeva che se avessero saputo avrebbero fatto di tutto per cercare di risolvere quel problema ma, ugualmente, Draco decise di non dirgli nulla. Era convinto che sarebbe riuscito a risolvere da solo, non era una cosa che necessitava dell'aiuto dei suoi genitori.

Dall'altra parte del castello, nel frattempo, c'era Harry seduto a terra; la schiena poggiata al muro e il viso ricoperto di lacrime.

L'ennesimo incubo ma quello fu decisamente peggiore degli altri.
Aveva completamente perso il controllo, prima erano solo immagini, poi divennero dialoghi e successivamente si trasformarono in qualcosa di più reale, concreto che portava il ragazzo corvino a svegliarsi e scoppiare a piangere. Ormai piangere era l'unica cosa che gli rimaneva fare.

«Mi dispiace tanto Harry..» la voce flebile della ragazza riccia arrivò forte e chiara nel suo campo uditivo.

Il corvino scosse la testa sospirando pesantemente «Ci ho fatto l'abitudine ormai» disse mentre si asciugava le lacrime con il palmo delle mani «Non è colpa tua poi, non devi dispiacerti»

«Vorrei tanto aiutarti ma non so più che fare» era sinceramente preoccupata per lui, quella situazione andava avanti ormai da mesi e non riusciva più a vederlo stare così.

«Non puoi fare nulla per aiutarmi Herm, non più ormai» tirò su con il naso.

«Harry, lo so che non dovrei insistere ma dovresti davvero parlare con la McGranitt. Non vorresti che tutto questo finisse?»

«Sì ma-..»

«Metti da parte l'orgoglio e vai a parlare con lei, sono sicura che saprà come aiutarti. Perché continuare a mandare avanti questo teatrino? Stai solo peggio»

E Harry sapeva che aveva ragione, era inevitabile pensare il contrario.
Lentamente si avvicinò alla ragazza e si poggiò a lei, la testa sul suo petto e gli occhi chiusi. Sperava vivamente che Ron non entrasse in quel preciso istante, non aveva nessuna voglia di litigare per una ragazza che Harry considerava come la sua migliore amica, quasi sua sorella.

Hermione, in risposta, iniziò a far passare la mano fra i suoi capelli corvini già abbastanza disordinati facendo in modo che si scompigliassero ancora di più.

«Non ci andrai vero?» gli chiese dopo attimi di silenzio la riccia.

«Non ci andrò» rispose con un filo di voce «Ce la faccio»

Sapeva che non ce l'avrebbe fatta. Era qualcosa di troppo grande per lui da riuscire a gestire ma nonostante questo se ne fregò.
Non avrebbe dato quella soddisfazione a Malfoy. Non lo avrebbe fatto mai.

Silence Like a Storm - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora