Secondi. Minuti. Ore. Ormai Harry aveva perso la cognizione del tempo, pensava fosse pomeriggio inoltrato ma non ne era così certo data la luce tenue che colorava il cielo fuori dalla finestre.
Draco ancora non era rientrato e al corvino andava bene così, non aveva intenzione di vederlo. Passò la maggior parte del suo tempo a pensare a quello che avrebbe dovuto fare: sarebbe dovuto rimanere lì e aspettare che quei giorni rimasti prima di tornare nella sua Sala Comune passassero nella maniera più veloce possibile o sarebbe dovuto andarsene?
Sapeva che se i suoi occhi avessero incrociato quelli argentati del biondo, gli sarebbe scoppiato a piangere davanti. Era forte, poteva trattenersi tranquillamente ma quella situazione lo aveva talmente spezzato che si sentiva come un qualsiasi oggetto fragile. Anche solo uno sguardo lo avrebbe fatto esplodere e lui non poteva dargli la soddisfazione di vederlo stare male per lui. Lo avrebbe ignorato; l'indifferenza era sempre la miglior arma in quelle occasioni ma per farlo aveva bisogno di stargli lontano, di non stare nella sua stessa stanza, di non condividere lo stesso bagno, di respirare la stessa aria.
Poi pensò a ciò che avrebbe potuto dirgli la McGranitt, probabilmente gli avrebbe fatto pulire a fondo tutti gli angoli del castello ma decise che, in quel momento, avrebbe anche potuto rinchiuderlo in una stanza con dieci basilischi pur di star lontano dal biondo.
Così si alzò, prese il suo zaino e cominciò a recuperare tutte le cose essenziali che gli sarebbero servite per il giorno dopo; ci sarebbe poi ritornato il giorno seguente per recuperare il resto. Con le lacrime asciutte sulle guance, il naso e gli occhi arrossati uscì da quelle quattro mura che lo avevano ospitato per quasi tre mesi, che lo avevano visto in tutte le sue mille mila sfaccettature.
Una volta davanti alla Signora Grassa, pronunciò la parola d'ordine e il quadro si aprì lasciandogli libero il passaggio e facendo sì che potesse entrare senza nessuna difficoltà.
Appena dentro, gli occhi di Ron e Hermione furono subito su di lui. Entrambi furono per un primo momento felici di vederlo lì ma poi notarono le lacrime, le guance arrossate e i sorrisi sui loro volto scomparirono, si cancellarono completamente.«Harry» lo chiamò la ragazza che poggiò la sua bacchetta sul tavolo dove era presente il libro di Difesa Contro Le Arti Oscure per dirigersi verso di lui «Stai bene?»
Il corvino non rispose, gli occhi tornarono a farsi lucidi e distolse lo sguardo rilasciando uno sbuffo pesante come se facendolo potesse ricacciare indietro le lacrime più velocemente.
«Perché sei qui? E quello zaino? La McGranitt vi ha lasciati andare via prima?» cominciò a chiedere Ron.
Lo sguardo si posò di nuovo su di loro «Non qui, vi prego» soffiò, non aveva nemmeno le forze per parlare.
«Vieni» lo prese per mano la migliore amica per portarlo nel dormitorio seguita dal rosso.
La porta si aprì e quasi gli mancò il fiato quando si ritrovò all'interno di quella stanza che ormai non vedeva da troppo tempo. Era come l'aveva lasciata, non era stato fatto nessun tipo di cambiamento.
Posò lo zaino a terra e si sedette a gambe incrociate sul letto; Hermione si sedette al suo fianco mentre Ron prese una sedia per mettersi davanti a lui.«Adesso ci dirai quello che è successo?» cercò di incoraggiarlo a parlare la ragazza.
«È finita, ci siamo lasciati» disse semplicemente, iniziò a giocare con le sue stesse mani.
«Cosa? Perché?» domandò subito Hermione «Ma fino a stamattina andava tutto bene»
«È quello il problema Herm» alzò il viso verso di lei «Andava tutto troppo bene»
«Ma come ci siete arrivati? Deve essere successo qualcosa, no?» chiese Ron.
«Gli ho chiesto conferme» rispose «Gli ho solo chiesto conferme» ripeté con un filo di voce.
E così iniziò a raccontare ciò che era accaduto nell'ufficio solo alcune ore prima senza tralasciare nessun dettaglio. Ad ogni parola la voce si incrinava un po' di più e ogni frase detta era un passo sempre più vicino al pianto. Stava facendo di tutto per trattenersi, non voleva crollare, era dell'idea che Draco non si meritasse minimamente quelle lacrime ma era più forte di lui.
Il pensiero di stare senza di lui, di non dormire al suo fianco lo uccideva. Avrebbe voluto tanto non aver detto nulla, probabilmente se non l'avesse fatto adesso sarebbe nella stanza con lui a organizzare quel loro appuntamento per il quale Harry avrebbe annullato qualsiasi impegno per far sì che potesse essere organizzato nel migliore dei modi.Eppure tutto si era distrutto, tutto era andato in frantumi e sapeva che niente avrebbe più potuto sistemare la situazione. Harry aveva messo in gioco tutto, in primis se stesso che pur di salvarlo si stava per far ammazzare al suo posto. Affezionarsi, fidarsi era stato difficile, una vera e propria lotta contro se stesso eppure, pian piano, ci era riuscito e aveva donato a quel ragazzo tutto ciò che aveva potuto donargli ed era convinto che anche Draco stava facendo lo stesso, che tutto quello che lui sentiva fosse ricambiato eppure si era sbagliato. Di nuovo.
Aveva finalmente trovato il suo stato di pace, la sua piccola bolla di felicità ma, come sempre, appena era riuscita a raggiungerla questa si era allontanata permettendo al buio di circondarlo di nuovo. Non si sarebbe mai dovuto fidare, infondo cosa poteva aspettarsi da uno come Malfoy? Non avrebbe mai potuto scegliere lui, loro.
Alla fine del racconto, inevitabilmente, una lacrima rigò la sua guancia portandolo a chiudere gli occhi per cercare di non farne scendere altre ma fu completamente inutile. Hermione si avvicinò e lo strinse in un abbraccio, sperava che facendolo potesse sentirsi ugualmente protetto e in un certo senso amato.
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Nel frattempo, nell'altro lato del castello Draco era appena tornato dalla Sala Comune di Serpeverde; era andato da Pansy per raccontargli ciò che era accaduto e sfogarsi un po' e gli era servito. Avrebbe dovuto parlare con Harry e cercare di trovare un punto di incontro che potesse, in un certo senso, far star bene entrambi per evitare che gli incubi potessero riprendere il sopravvento nelle loro vite.
Ma appena aprì la porta e appena varcò la soglia, notò che la stanza era vuota e la parte di Harry in parte svuotata.
Un nodo si formò nella sua gola, chiuse la porta alle sue spalle e iniziò ad aprire i cassetti del comodino per vedere se mancasse effettivamente qualcosa ma era tutto lì, fermo.
Poi si diresse verso la scrivania e anche lì i cassetti erano pieni, tutte le sue cose erano ancora lì e per un momento tirò un sospiro di sollievo pensando che si fosse solamente allontanato. Ma poi il suo sguardo si posò sull'anta dell'armadio lasciata per metà aperta e il groppo alla gola tornò accompagnato da un peso sul petto.
Si avvicinò a passi lenti, non sapeva se volesse davvero dare delle risposte alle sue mille domande. Aprì l'anta e il respiro gli mancò. La maggior parte dei suoi vestiti non c'erano, la sua parte era spoglia, solo un paio di magliette e due pantaloni della tuta erano rimasti lì. Corse poi nel bagno e notò immediatamente l'assenza del suo spazzolino e del dentifricio. Appena fu fuori, il suo sguardo cadde a terra, al lato della scrivania e notò che mancava anche il suo zaino; solo a quel punto riuscì a realizzare ciò che era appena accaduto.
Senza nemmeno che se ne rendesse conto, una lacrima solitaria scese lungo la sua guancia e un sospiro spezzato rilasciò le sue labbra.
Per un primo momento si chiese dove potesse essere andato ma poi l'immagine di lui nel dormitorio di Grifondoro si faceva nitida sulla sua mente facendogli realizzare che quella notte nessuno lo avrebbe baciato, coccolato e stretto al proprio corpo. Quella notte sarebbe stato solo per la prima volta dopo tanto tempo e si chiese se sarebbe riuscito a superarla tranquillamente senza la presenza del corvino.
L'ennesima lacrima, il peso sul petto che aumentava e la consapevolezza che nessuno sarebbe entrato da quella porta per dirgli che era tutto un brutto sogno. Quella volta lo aveva perso davvero e sapeva che niente avrebbe potuto riportarlo da lui.
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Silence Like a Storm - Drarry
FanfictionLa Seconda Guerra Magica era appena giunta al termine e gli studenti di Hogwarts furono costretti a ripetere l'anno perduto, ma niente era come prima. I segni che la guerra aveva lasciato erano indelebili, incancellabili sopratutto per due ragazzi...