Quella mattina enormi nuvole decoravano il cielo grigio che sovrastava la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Tutto era in silenzio, nei corridoi non c'era nessuno tranne - probabilmente - Filch e Mrs. Norris intenti a controllare che tutto fosse nella norma.Erano appena le sei del mattino e Harry era già vestito. Come previsto non era più riuscito a chiudere occhio e appena vide le prime luci oltrepassare le tende rosse della sua stanza, non ci pensò due volte e si vestì non sapendo come occupare quelle restanti due ore.
Scese le scale e, con passo deciso, si diresse nella Sala Grande con l'intenzione di fare colazione. Era presto e probabilmente due ore dopo avrebbe avuto di nuovo fame ma non se ne preoccupò, doveva distrarsi, passare il tempo e sperava che un paio di salsicce e delle uova strapazzate avrebbero potuto aiutarlo.
Come Harry si aspettò, la Sala Grande era deserta. Era solo.
Prese posto in una delle panche libere e iniziò a mettere qualcosa sul piatto, aveva portato con sé Il Quidditch attraverso i secoli in modo tale che potesse leggerlo in tranquillità dato il poco tempo che aveva nel pomeriggio a causa dei numerosi compiti che i professori gli assegnavano quotidianamente.
Riprese la lettura dove l'aveva lasciata nel mentre mordeva un pezzo di salsiccia. In quel momento sembrò la cosa più buona che il Mondo Magico potesse aver mai inventato.Si immerse completamente nel libro non accorgendosi minimamente del tempo che stava passando. Non era mai stato un grande amante dei libri - non era minimamente paragonabile a Hermione - ma quando si parlava di Quidditch, era pronto a leggere qualsiasi cosa.
Quando chiuse il libro, si rese conto che la Sala Grande aveva cominciato a popolarsi; qualche Tassorosso e qualche Corvonero erano seduti qua e là per l'enorme Sala intenti a mangiare le loro uova strapazzate o a mordere delle salsicce.
Harry stava per alzarsi per dirigersi nella sua Sala Comune per vedere se Ron e Hermione si fossero alzati ma la sua attenzione venne catturata da un ragazzo conosciuto otto anni prima.
Il suo peggior nemico, la persona che più lo aveva preso in giro, che più lo aveva umiliato. Non avrebbe mai potuto dimenticare ciò che gli aveva fatto passare in quegli anni, non avrebbe mai potuto dimenticare gli insulti che aveva riservato a Hermione solo perché era una Nata Babbana o a Ron perché frequentava persone che non erano Purosangue come lui.
Non avrebbe mai potuto dimenticare la notte in cui tentò di uccidere Silente, il veleno nell'Idromele che stava per uccidere Ron e la collana che finì nelle mani di Katie Bell e che stava per uccidere anche lei.
Erano tante le cose che aveva fatto, Harry era sicuro che se ne fosse anche dimenticata qualcuna, ed erano tutte la causa dell'odio che nutriva nei suoi confronti.
«Che cosa hai da guardare Potter? Vuoi che ti rompa il naso di nuovo?» il tono era duro, freddo.
Il corvino si ritrovò a serrare la mascella. Maledetto bastardo.
«E tu vuoi che ti faccia ritrovare in un lago di sangue di nuovo?»
«Mi stai sfidando?»
Harry fece spallucce «Sei tu che prendi tutto come una sfida, io stavo solo rispondendo alla tua provocazione» rispose «Buona giornata Malfoy» e detto ciò se ne andò. Non aveva nessuna voglia di litigare a quell'ora della mattina e a maggior ragione se il soggetto era Draco Fottuto Malfoy.
Entrò nella sua Sala Comune e notò, con piacere, che Ron e Hermione erano già in piedi.
«Harry ma dove eri? Ti abbiamo cercato ovunque» disse la ragazza che andò verso di lui.
«Tranquilla Herm, ero in Sala Grande, stavo facendo colazione» rispose incurvando le labbra in un piccolo sorriso.
La ragazza si avvicinò di più e passò il pollice sotto i suoi occhi «Hai delle occhiaie che potrebbero toccare terra a momenti» e il ragazzo sospirò.
«Si vedono così tanto?»
«Stanotte non ti sei riaddormentato, vero? Hai fatto finta» si intromise Ron avvicinandosi anche lui.
«Non volevo che ti preoccupassi» lo guardò il corvino «Sentite, io sto bene. Sono ore di sonno che posso recuperare tranquillamente»
«Tranquillamente? Harry appena chiudi gli occhi hai gli incubi, saranno quasi cinque mesi che non ti fai una dormita come si deve» gli rispose Hermione «Dobbiamo fare qualcosa»
«No, non è necessario. Andranno via da soli»
«Oh per Godric, no che non andranno via da soli Harry! Perché non ti entra in testa?» sbraitò il rosso.
«Oggi pomeriggio andremo dalla McGranitt» annunciò Hermione.
«No» rispose secco Harry «Ho gli allenamenti di Quidditch con la squadra, abbiamo una partita da preparare»
«Quella con le Serpi, Merlino me ne ero completamento dimenticato» si sbatté una mano sulla fronte Ron, Harry fece una risatina.
«Ron» lo riprese la ragazza fulminandolo con lo sguardo «Allora ci andremo appena tornerai»
«No» rispose di nuovo «Devo fare i compiti per domani»
«Tutte scuse»
«Perspicace direi» continuò a rispondere il corvino «La Sala Grande si stava riempiendo, è meglio andare se volete ancora mangiare qualcosa» cambiò discorso.
Hermione sospirò sconfitta e Ron distolse lo sguardo. Ogni giorno che passava vedevano la possibilità di aiutarlo sempre più lontana, non faceva avvicinare nessuno.
I tre si diressero nella Sala Grande dove la riccia e il rosso fecero colazione, le lezioni sarebbero iniziate da lì a breve.
«Abbiamo Trasfigurazione come prima lezione?» chiese Ron.
«Già» rispose Harry «Con i Tassorosso»
«Menomale, temevo per i Serpeverde»
«No Ron, con loro abbiamo solo Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure» si intromise Hermione.
«Beh ti sembra poco? Potevano anche evitare di metterci con loro, stiamo meravigliosamente con le altre due Case»
«Ron» lo riprese Harry «Dopo tutti questi anni ancora ti ostini a giudicarli? Non sono tutti uguali»
«Guarda Malfoy» disse con la bocca piena il rosso.
«E guarda la mamma» rispose prontamente «Mi ha salvato, te lo ricordi?»
«Guarda il padre allora» continuò imperterrito Ron.
«E guarda Lumacorno» rispose ancora «È l'insegnante più bravo che abbiamo ed è un Serpeverde» spiegò «Non sono cattivi o almeno non tutti»
Il ragazzo sospirò arreso, finì le sue uova e si girò verso Hermione «Grazie per avermi difeso» mugolò offeso.
Hermione roteò gli occhi al cielo «Harry ha ragione Ron, hai diciotto anni e penso sia ora di cominciare a mettere da parte questi pregiudizi da ragazzino»
«Che carina che sei quanto ti agiti» sorrise Ron passando un dito sulla guancia della ragazza che, in risposta, arrossì.
Harry prese un respiro profondo e lo rilasciò subito dopo «Potete farmi sentire meno una candela perfavore?»
Il rosso rise «È proprio questa la cosa divertente»
«Oh ma grazie Ron, è un gesto nobile da parte tua» lo prese in giro il corvino.
La ragazza ridacchiò, si alzò e si sedette accanto a Harry, gli depositò un bacio sulla guancia «Dovresti trovarti una ragazza, lo sai? Penso tu ne abbia bisogno»
Il ragazzo dagli occhi verdi sospirò pesantemente «Lo so» rispose «Forse dovrei»
E così Hermione gli prese la mano accarezzandogli il dorso dolcemente «Lo supererai Harry, noi siamo con te»
L'ennesimo sospiro debole rilasciò le labbra del corvino. L'avrebbe superato davvero?
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Silence Like a Storm - Drarry
Fiksi PenggemarLa Seconda Guerra Magica era appena giunta al termine e gli studenti di Hogwarts furono costretti a ripetere l'anno perduto, ma niente era come prima. I segni che la guerra aveva lasciato erano indelebili, incancellabili sopratutto per due ragazzi...