Potter,
come presumo tu sappia bene, le cose tra mio figlio e Astoria si sono sistemate. Stanno per diventare entrambi genitori e per questo motivo ti chiedo - di nuovo - di prendere le distanze da Draco che non ha più bisogno della tua presenza nella sua vita; credo tu abbia già causato fin troppo scompiglio fino ad ora e non sono più disposto a tollerare le tue continue intromissioni.
Questo era l'ultimo avvertimento, se la cosa dovesse continuare mi permetterò di agire di conseguenza e mi auguro tu non sia cosi sciocco da sottovalutarmi.
Lucius Malfoy.Era la millesima volta che Harry leggeva quella lettera, l'aveva ricevuta da un paio d'ore circa e non aveva fatto altro che rigirarsela fra le mani e leggerla e rileggerla come se facendolo potesse effettivamente rendersi conto di ciò che era appena accaduto.
Non avrebbe risposto per nessun motivo al mondo, non avrebbe avuto senso farlo. Si sarebbe limitato a tenere per sé quella lettera con lo scopo di non farla leggere a nessuno; mai qualcuno tra Ron, Hermione e Draco avrebbe dovuto saperlo, sopratutto l'ultimo che era sicuro non avrebbe reagito bene alla cosa.
Un sospiro spezzato rilasciò le sue labbra fine e la presa sulla lettera si fece più salda. Una lacrima bagnò la carta giallastra facendo sbiadire l'inchiostro nero della piuma che era stata utilizzata per trascrivere quelle parole.
Gli sembrava che più andava avanti, più le cose peggioravano. Ogni giorno accadeva qualcosa che distruggeva sempre di più quel rapporto che era stato tanto bello ma del quale, ormai, era rimasto veramente poco, quasi nulla.
Cosa aveva fatto di male per meritarsi tutta quella sofferenza? Per meritarsi una persona in grado di farlo stare bene e allo stesso tempo così male? Aveva pensato che una volta sconfitto Voldemort tutto sarebbe potuto tornare alla normalità, lui sarebbe stato felice e avrebbe potuto vivere quel suo ultimo anno a Hogwarts con spensieratezza ma tutto era accaduto tranne che questo.
Il destino aveva voluto che quegli incubi iniziassero a tormentarlo e che iniziassero a tormentare anche Draco facendoli finire in una stanza nella quale avrebbero dormito insieme, si sarebbero capiti, conosciuti, baciati e - inevitabilmente - amati.
Era accaduto tutto troppo in fretta, era andato tutto troppo velocemente e ancora una volta Harry aveva lasciato che i sentimenti prendessero il sopravvento su di sé facendolo innamorare di una persona che non sapeva prendere nessuna decisione che non fosse a favore della sua famiglia.
L'ennesimo sospiro debole, il cassetto del comodino che venne aperto per depositarci la lettera ripiegata su se stessa e la porta che cigolò segnando l'entrata di qualcuno. Ron.
«Ehi» gli fece un mezzo sorriso, un sacchetto bianco fra le mani.
«Ehi» rispose allo stesso modo il corvino girandosi verso di lui.
«Ieri sera non sei venuto al Banchetto e ho pensato avessi fame; è quasi ora di pranzo» gli porse la busta bianca.
Harry la prese senza dire nulla, non aveva fame; era come se lo stomaco fosse cucito e non riuscisse ad ingerire nulla.
«Grazie» soffiò «Non dovevi, sarei venuto a pranzo», non ci sarebbe andato ma ugualmente lo disse.
«Dovrei crederti?»
Il ragazzo sospirò ancora e si sedette sul letto «Tu vuoi credermi?»
«Vorrei ma non so più se quello che dici sia la verità, non parli più e quando lo fai dici solo bugie» si sedette accanto a lui «Per l'ennesima volta Harry, stai bene?»
Harry alzò lo sguardo verso di lui facendo incrociare i loro occhi «Vuoi sapere davvero come sto?»
«Sì e voglio tu mi dica la verità per una volta»
«Bene» prese un respiro profondo «No, non sto bene. Va tutto continuamente male, le cose piuttosto che migliorare peggiorano solamente mandando il mio umore sotto i piedi. Non dormo, mangio poco, ho bassa concentrazione, passo le mie giornate a piangermi addosso nemmeno avessi quattordici anni e Cho avesse appena rifiutato di venire al Ballo del Ceppo con me, non riesco a memorizzare nulla e i M.A.G.O. si fanno sempre più vicini» disse iniziando ad elencare tutto «E come se non bastasse, la causa di tutto questo è solo ed esclusivamente Draco che non fa altro che distruggermi» una lacrima sfuggì al suo controllo «Un minuto prima dice che non vuole stare con me, quello dopo che vuole solo me e che non vuole rinunciare a noi; però poi a lezione, nei corridoi, in Sala Grande mi ignora, non mi guarda nemmeno ed è come se non esistessi. E vuoi sapere la cosa bella?» un mezzo sorriso divertito fra le mille lacrime si dipinse sul suo volto «Astoria è incinta e se lui mi chiedesse di crescere quel bambino insieme, io accetterei perché non c'è niente che io voglia di più di una famiglia dove lui è padre insieme a me» buttò fuori tutto riuscendo a liberarsi di un peso che si portava dietro forse da troppo tempo.
«Aspetta, aspetta» si bloccò il rosso «Astoria è incinta e Draco è il padre?» chiese.
«A quanto pare» rispose tirando su con il naso, si asciugò le lacrime con il palmo della mano.
«E viene da te a dirti che non ti lascerà andare e a baciarti davanti a tutti?» alzò un sopracciglio dubbioso.
«Astoria lo sa che non è lei quello che Draco vuole e la cosa è reciproca, lei non lo ama»
«Sì ma hanno un bambino da crescere, dovranno sposarsi» spiegò «E poi Harry, la sua famiglia non ti accetterà mai»
«Lo so» soffiò distogliendo lo sguardo «Ma sarei disposto anche a subirmi le parole pungenti della famiglia pur di stare con lui»
Ron sospirò «Sei completamente andato, eh?»
Un mezzo sorriso si dipinse sul suo volto «E chi l'avrebbe mai detto?»
«Ti capisco, lo sai?» disse poi Ron «Con Hermione mi sento così, certo la nostra situazione è comunque più facile e gestibile della vostra ma se mi chiedessi di parlare di lei e di come sto in sua presenza potrei finire domani» fece un sorriso divertito provocandolo anche a Harry «E anche io se mi trovassi nella tua situazione starei così, non potrei immaginarmi una vita senza lei accanto»
«Quindi tra di voi va tutto bene?» chiese con tono pacato, si era decisamente calmato.
«Va tutto bene» confermò «In verità non abbiamo ancora ufficializzato nulla, ci godiamo il momento ma a noi va bene così» sorrise.
«Almeno voi vi godete il momento consapevoli che quello che nascerà dopo sarà certo e sicuro» sospirò.
«Non mi piace fare discorsi motivazionali, sopratutto se riguardano Malfoy ma se ti fa stare bene perché non metti da parte tutto e torni da lui?»
«Perché vorrei che, per una volta, fosse lui quello a cercarmi» gli rispose «Vorrei che mettesse da parte quel maledetto orgoglio e mi dimostrasse che a me ci tiene, che non vuole veramente rinunciare a me»
«Ti ricordo che mi ha lanciato un Cruciatus pur di difenderti, non puoi aspettarti che ti si presenti qui fuori con un mazzo di rose rosse e ti chieda di sposarti. È sempre di Malfoy che stiamo parlando» ironizzò e il corvino fece una risatina.
«Non voglio faccia questo, voglio solo che venga da me e mi dimostri in qualche modo che non vuole davvero rinunciare a me, che le sue non sono solo parole» specificò.
«E pensi lo farà?»
«No» soffiò, gli occhi stavano tornando a essere lucidi «Non andrà mai contro la sua famiglia, è troppo importante per lui»
«Sì ma dovrà prendere una decisione, dovrà fare una scelta»
«L'ha già fatta Ron» spostò di nuovo lo sguardo su di lui «Ha scelto lei e io sto solo provando a capacitarmene»
Minuti di silenzio invasero quella stanza, erano a malapena udibili i loro respiri. Poi Ron parlò.
«Lo ami?»
Harry chiuse gli occhi per qualche istante prima di rispondere.
«Sì, penso di sì»
«Allora non lasciarlo andar via, non lasciare che una persona te lo porti via solo per volere della famiglia. Metti da parte anche tu l'orgoglio e lotta per ciò che ami come hai sempre fatto ma questa volta fallo più che mai; infondo è questo che si fa quando si ama no?»
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Silence Like a Storm - Drarry
Fiksi PenggemarLa Seconda Guerra Magica era appena giunta al termine e gli studenti di Hogwarts furono costretti a ripetere l'anno perduto, ma niente era come prima. I segni che la guerra aveva lasciato erano indelebili, incancellabili sopratutto per due ragazzi...