Divinazione

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C'era un'ospite curiosa ultimamente in hotel, che attirava le attenzioni di molti. Si definiva sensitiva, leggeva la mano e i tarocchi, assieme ad altre misteriche attività con cristalli, pendoli ed erbe selvatiche. Lucifero l'aveva ignorata, principalmente perché sapeva che certe capacità erano molto più spiccate in demoni e creature sovrannaturali. Ai clienti dell'albergo però pareva piacere molto, dicevano che era molto brava e anche diversi demoni l'avevano messa alla prova poi commentando allo stesso modo.

"Dovresti provare" suggeriva Lilith in quella mattinata particolarmente tranquilla, tirando leggermente i lunghi capelli del padrone di casa.

Il Diavolo la ignorò, giocherellando con il cellulare. Era seduto al tavolo in disparte, mentre gli ospiti ciarlavano e consumavano avidamente la prima colazione. Dava le spalle alla folla, rivolgendo il viso verso la hall e l'ingresso, abbastanza nascosto da non attirare l'attenzione.

"Dico davvero" insistette Lilith, bevendo l'ultimo goccio di caffè rimasto nella tazzina del re dei demoni.

"Tu sai che io sono meglio di qualsiasi di questi ciarlatani, vero?" si limitò a dire lui, senza staccare gli occhi aranciati dallo schermo del telefono e trattenendo a stento un ringhio per quel caffè.

"Anche io. Magari le mostrate qualcosa che non sa. E potrebbe essere tentata. Vendere l'anima in cambio della vera preveggenza. Senza contare che potreste trovare la cosa divertente. Io mi sono divertita, ha detto molte cose vere su di me".

"Quelli dicono tante cose vaghe, e qualcosa nel mezzo dev'essere per forza vera! E poi potresti fare altrettanto anche tu".

"Lo so. Ma non ti sei mai fatto predire un bel niente da nessuno".

"Perché odio l'idea che ci sia qualcosa di predestinato, di prevedibile. E ora vammi a prendere un altro caffè".

"Come si dice? Per...".

"Perfida femmina: muoviti!".

"Agli ordini, vostra maestà".

Il ghigno di Lilith era sensuale e lievemente inquietante. Lui non alzò lo sguardo. Era mattina, lui odiava la mattina! E la odiò ancora di più quando Lilith tornò con un caffè decaffeinato e una mortale che si definiva sensitiva.

"Niente futuro" ridacchiò la tentatrice "Ti leggerà la mano".

"La conosco la mia mano!" sibilò il demone, chiedendosi quale mentecatto avesse potuto inventare una mostruosità come il decaffeinato.

"Anch'io!".

Lucifero sospirò. Capì che non avrebbe mai potuto restarsene in pace. Poggiò il telefono con lo schermo contro il tavolo, lanciando un'ultima occhiata perfida a Lilith. La tentatrice si accomodò a fianco del sovrano, mentre l'umana sedeva di fronte. Era una mortale piuttosto trasandata, con capelli lunghissimi e vesti larghe, quasi un cliché.
Il Diavolo le porse la mano, con riluttanza.

"Siete mancino?" domandò la donna.

"Decisamente...".

"Avete una mano molto bella" iniziò a parlate la mortale, rigirando quella mano ed osservandola attentamente "Decisamente di fuoco. Significa che siete impulsivo e passionale, sicuro di sé e tendente a scatti d'ira a volte immotivati".

Lilith ridacchiò e si becco un calcio da sotto il tavolo, che immediatamente restituì con il doppio della forza.

"Finché la vostra passione vivrà, la fiamma di questa vostra vita sarà alta e potente. Dovete solo stare attento a non lasciarvi andare alla noia, alla routine, alla perdita di interesse. Perché altrimenti il vostro animo si spegnerà come un fiammifero consumato".

Satan' Speech -L'Hotel del Diavolo- ☆ Completa ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora