Michael -prima parte-

453 47 86
                                    

L'Arcangelo Michael sapeva che il suo destino era quello di affrontare il Diavolo, di rincorrerlo e controllarlo per l'eternità, fino alla fine dei giorni. Si era adattato a ogni strano capriccio demoniaco, cambiando le proprie abitudini più volte di quanto si fosse mai aspettato.

Si stava guardando allo specchio, sistemando il colletto della camicia, con la divisa appesa all'anta dell'armadio. Quel giorno non sarebbe stato un rappresentante delle forze dell'ordine ma un semplice civile, con qualche giorno di permesso. Con i capelli biondi finalmente sciolti, e non più costretti nel berretto d'ordinanza, gli sembrava ormai strano vedersi. Indossò l'orologio al polso e poi uscì, con dietro di sé un piccolo trolley nero.

Lucifero si stupì molto di ricevere un messaggio di Azazel. Era raro che ci fossero problemi all'ingresso, ancora più raro che ci fossero problemi che necessitavano la presenza del padrone dell'Hotel. Si affretto a raggiungere la reception, fermandosi qualche istante a distanza di sicurezza. Era davvero lui quello che vedeva? In piedi, davanti al bancone d'ingresso, Michael attendeva pazientemente. Il Diavolo si avvicinò con discrezione, sapeva che sicuramente il fratello minore era lì per scovare qualche indizio per far chiudere quel luogo dove "si tentavano tante anime innocenti".

"Benvenuto" salutò Lucifero "Che posso fare per te, Michael?".

"Sono qui per godermi qualche giorno di vacanza, ma il tuo receptionist non sembra convinto".

Azazel fissò il proprio capo, lievemente in imbarazzo.

"Non siamo abituati a ricevere ospiti come te" sorrise il Diavolo.

"Angeli?".

"No, quelli ne vengono quanti ne vuoi. Ma tu sei un angelo speciale. Non cincischiare, Azazel. Liberiamo una suite per il nostro ospite".

"Non ho bisogno di grandi comodità" si affrettò a dire Michael, senza mutare espressione "Mi basta una camera senza troppi fronzoli".

"Ne ho una che si è appena liberata, al sesto piano. La mando subito a pulire. Nel frattempo, se vuoi, puoi fare colazione".

"No, non pulire niente. Mi va bene così".

Lucifero sospirò. Evidentemente il fratello temeva che volesse nascondere prove inconfutabili di attività illegali.

"Come vuoi. Seguimi allora. Ti accompagno io" invitò il Diavolo, indicando l'ascensore.

Un giovane, che solitamente accompagnava gli ospiti, lasciò spazio al proprietario dell'Hotel. Una volta davanti alla porta, il demone usò una tessera magnetica e aprì la stanza. Come si aspettava, era in totale soqquadro. Il letto matrimoniale era sfatto e pieno di avanzi di cibo e vari fluidi corporei. Un calzino pendeva dal lampadario, l'armadio aveva un'anta storta e mancava un abatjour.

"Sicuro che non vuoi che ti mandi la donna delle pulizie?" ghignò Satana "Povero Baphomet, si voleva solo divertire. Lascia sempre così la stanza, ma la mia equipe fa i miracoli".

Michael rimase sull'uscio, indeciso sul da farsi e con gli occhi leggermente spalancati per lo spettacolo che aveva dinnanzi. Lui era un amante dell'ordine, della precisione, e non osava nemmeno immaginare in che condizioni potesse essere il bagno.

"Ok..." si arrese, dopo qualche istante "Vado a fare colazione".

Lucifero notava il turbamento di vari demoni che lavoravano assieme a lui, ma si affrettò a rassicurarli con lo sguardo. Aveva tutto sotto controllo, più o meno...

"A cosa devo l'onore, fratello?" parlò il Diavolo, raggiungendo Michael che si gustava un tè nel salone.

"Dicono che questo albergo sia il massimo per chi ha bisogno di staccarsi un po' dal mondo. Volevo verificarlo di persona".

Satan' Speech -L'Hotel del Diavolo- ☆ Completa ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora