Cuor di cristallo

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Sentirsi chiamare per nome gli fece riaprire gli occhi. Ma dove si trovava? Fluttuava nel buio, avvolto da un assoluto torpore. Non provava alcun dolore, alcuna paura, alcun tipo di sentimento o sensazione.

"Hai intenzione di restare lì steso per sempre?" incalzò la voce.

Lucifero tentò invano di muoversi. Sophia gli stava parlando. Era luminosa, accecante. Gli bruciava la pelle e gli occhi, che il demone si sforzava di mantenere aperti. Riuscì a muovere il braccio destro, poggiandolo sul petto che ancora era pieno di spuntoni di vetro.

"Che problema sarà mai un po' di vetro?" parlò ancora Sophia "Dopotutto dicono che tu abbia il cuore di pietra. Oppure che non lo abbia proprio. Dopotutto per torturare gente tutto il giorno non puoi averlo un cuore. Forse è vero, non ti vedo particolarmente dolorante".

Lucifero scosse la testa, ma che stava dicendo? Si sforzò ancora di guardarla ma la luce era troppo intensa. Ne riconosceva solo la voce.

"O forse il tuo cuore è solo all'apparenza duro e inespugnabile. Forse è delicaro, come un fiore o un cristallo. Ed è facile mandarlo in mille pezzi".

Sophia allungò la mano verso il torace di Lucifero, estraendo con il proprio potere tutti gli spuntoni in una volta. Il demone fu travolto dal dolore ma non riuscì a urlare. Si sentì cadere, di nuovo, e si schiantò sul pavimento nero e lucido di quel luogo indefinito. Sophia fluttuò e gli andò accanto, lui riusciva a scorgerne solo l'accecante luce. Il demone finalmente riuscì a respirare di nuovo.

"Vederti in vita mi rincuora" disse, a fatica "Anche se sei più stronza del solito".

"Sei sicuro di quel che dici? Magari tu sei morto. Dopotutto ora non senti nulla, giusto? Il dolore è svanito, posso solo provocarlo io. E non emetti più luce. Magari sei morto e sei in mano mia, per l'eternità. E il mio compito sarà punirti in nome di Dio per i millenni a venire".

Lucifero trattenne il fiato, quel poco che riusciva ad avere.

"E che penseranno i tuoi sottoposti?" rise lei "Morto per colpa di una donna? Sopravvissuto ad Ere e guerre e morto per volere di una femmina, che tale potere ha esercitato su di te da spingerti a un gesto folle come sfidare Dio. Di nuovo. Che finale indecoroso, per uno come te".

Quelle parole lo trafissero più del vetro che gli aveva trapassato il petto. Poteva essere stata davvero tutta una trappola? Tutto un trucco per ottenere la sua sconfitta? Tentò di rialzarsi, non sapendo nemmeno lui il perché.

"Cosa pensi di fare?" parlò di nuovo lei "Sei sconfitto. Hai osato troppo, Lucifero".

"Ho osato per te!" riuscì finalmente ad avere la forza di rispondere "E lo rifarei ancora".

"Che...?".

Il demone si era rimesso in piedi, in quell'oscurità in cui lui non emetteva alcuna luce. Si stringeva il petto con la mano destra, mentre quella sinistra penzolava in modo innaturale. Le sue ali ricadevano all'indietro abbandonate, simili a vele quando non soffia nemmeno una lieve brezza.

"Sei sicuro di meritare di rialzarti?".

Quelle parole furono accompagnate da immagini del passato, recente e antico, in cui il Diavolo era consapevole di aver commesso ogni tipo di peccato riconosciuto.

"Riuscire a sopravvivere fin ora e cadere per mano di una donna" incalzava Sophia "È ironico, vero? Magari ti immaginavi di morire tra epiche battaglie demoniache o finalmente sconfitto da un allievo più potente di te. E invece...".

Lucifero incespicò, cadendo a terra in ginocchio. Ora provava di nuovo dolore ma non gli importava. Si rialzò, di nuovo, e strinse i denti. Sfidò quella luce che lo accecava e volle guardare Sophia negli occhi. E ringhiò.

Satan' Speech -L'Hotel del Diavolo- ☆ Completa ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora