L'intervista

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La giornata non era iniziata come se l'aspettava. Aveva un appuntamento quella mattina ma sia Sophia che Lilith gli avevano affidato i rispettivi piccoli senza aver modo di ribattere.

"Sei il padre, fai qualcosa ogni tanto!" lo aveva sgridato Sophia, dicendo che non era una tragedia occuparsi di tre neonati.

"Io ho un lavoro" era stato il timido tentativo del Diavolo di protestare, subito zittito dallo sguardo minaccioso di lei.

Lilith attendeva un cliente importante, di quelli la cui anima era ormai prossima a cadere definitivamente tra le fiamme, e non poteva certo avere un bambino tra i piedi mentre svolgeva il suo mestiere da tentatrice! Sophia invece aveva fretta di raggiungere il Cielo e non aveva voglia di pensare anche ai figli. Perciò ecco che, quella mattina, Lucifero si ritrovava con tre marmocchi da accudire e un appuntamento in arrivo.
Azazel se la rideva, ovviamente di nascosto. Non sapeva chi il suo capo aspettasse ma indossava stranamente la divisa dell'hotel, il che significava di solito che attendeva qualcosa di "ufficiale". Un'altra ispezione? Forse, ma non sembrava così nervoso.

Non molto tempo dopo, una donna entrò dall'ingresso principale. Aveva con sé solo una piccola borsa a tracolla in pelle, non aveva l'aria di una che voleva passare del tempo in un hotel. Tolse gli occhiali da sole, del tutto non necessari, e si guardò attorno.

"Benvenuta all'Amartìa" la accolse Lucifero e lei lo squadrò dalla testa ai piedi.

"Lei dev'essere la signorina Valente, la aspettavo"

"Potete chiamarmi Selene, le formalità non servono" annuì lei.

"Bene... Selene. Purtroppo ho avuto qualche contrattempo e come può vedere ho un bel trio di piccoli a cui badare. Mi rendo conto che possano infastidire, possiamo in caso rimandare ad altra data".

"Se per voi non è un problema, per me è lo stesso. Anzi. Trovo molto affascinante vedere un uomo d'affari che non accantona la famiglia e gli affetti. Se non vi dispiace, parlerei anche dei bambini nel mio articolo".

"Conosce lei i suoi lettori. Mi segua, andiamo nel mio ufficio".

La donna, con con un  sorriso, seguì il Diavolo prendendo appunti su un piccolo quadernetto. Una volta seduta, accettò volentieri un caffè e continuò a guardarsi attorno.

"Un ufficio con tante curiosità, signor... mi perdoni, ho paura di non leggerlo correttamente".

"In realtà non ha molta importanza. Di nomi ne ho tanti, uno vale l'altro. Se ne volete uno semplice, potete chiamarmi Elrik*".

"Va bene. Dunque... come sa, sono qui per intervistarla per conto del giornale per cui lavoro. Si senta libero di non rispondere ad alcune domande, se non le gradisce".

"Benissimo, Selene".

Lucifero prese in braccio Ahriman, che si ostinava ad agitarsi e disturbare i gemelli mezzi addormentati.

"Tre gemelli. Dev'essere un bell'impegno. Spero che il contrattempo di cui mi parlava non comprenda un eventuale malessere della madre!".

"Oh, no. Va tutto bene. Impegni di... lavoro".

"Una coppia lavoratrice con tre gemelli. Di certo qualcosa di particolare. Dev'essere un uomo molto impegnato, posso sapere come ha conosciuto sua moglie? Se non sono indiscreta".

"Non sono sposato. Non amo certe cose. E lei lavora qui, in hotel. In realtà ci conoscevamo già da molto ma vederla lavorare qui ha cambiato alcune mie prospettive".

"Ed ecco qua i gemelli".

"Esatto...".

"Siete indubbiamente un personaggio pittoresco. Girano voci e storie su questo albergo e su chi lo possiede. La prima curiosità che vorrei togliermi è come è nato tutto questo. Ha acquistato anche un'altra proprietà, in località balneare, con l'intento di aprire un altro albergo. Solitamente strutture come queste passano di padre in figlio, o sono acquistate da importanti compagnie o società. Voi da dove iniziate? Di certo non è una spesa da poco un hotel!".

Satan' Speech -L'Hotel del Diavolo- ☆ Completa ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora