Fratelli e Sorelle

71 5 15
                                    


L'atmosfera in albergo era strana. Sembravano tutti pittosto tesi e molti si erano dati malati ed erano rientrati all'Inferno. La grande sala dei ricevimenti era stata appena allestita e si aspettavano gli ospiti in arrivo.

"Un compleanno..." rimuginava Lucifero appoggiato al bancone dalla reception e con lo sguardo rivolto al nulla "...ma che senso ha? Noi non abbiamo compleanni!".

"Forse una delle figlie di Sophia" ipotizzò Azazel, giocando a solitario sul computer per distrarsi "Oppure Helel".

"Helel? Già...".

Il Diavolo, continuando a fissare il soffitto, chiamò ad alta voce il ragazzo. Era una cosa piuttosto insolita, non alzava mai la voce senza essere visibilmente alterato e tentava sempre di evitarlo in albergo. Il giovane si precipitò alla reception, lasciando la sala dei ricevimenti che stava aiutando ad allestire, temendo di aver commesso chissà quale sbaglio.

"Sì, Signore?" rispose, impaurito.

"È il tuo compleanno?" domandò Lucifero, senza guardarlo "O quello delle tue sorelle?".

"No, Signore" scosse la testa il ragazzo, perplesso "Siamo nati tutti in primavera".

"Oh, un piccolo bocciolo primaverile. Che tenerezza".

"Eh?".

Lilith ridacchiò, avvicinandosi a Helel e invitandolo a tornare ad aiutare in sala.

"Ma che gli prende?" sussurrò il figlio di Sophia "Che si è fumato?".

"In previsione della visita degli angeli, credo tutto il possibile. Roba infernale per non dare i numeri. Roba che solo lui riesce a reggere".

"E... perché indossate tutti scarpe alte?".

"Beh...".

Non servì la spiegazione di Lilith perché proprio in quel momento dalla porta d'ingresso iniziarono a entrare gli angeli. Primi fra tutti Metatron e Sandalphon, le più alte creature angeliche esistenti. Superavano i due metri abbondanti di Asmodeo, che era rimasto immobile a vigilare l'uscio dell'hotel.

"Oh" annuì Helel "Capisco".

Aveva sentito parlare di Metatron e Sandalphon. Sapeva che, quando parlavano all'unisono, in realtà trasmettevano la voce di Dio. Non si sentiva pronto per trovarsi in mezzo a centinaia di angeli e tentò di sgattaiolare via assieme a Lilith. Purtroppo si sentì prendere per un braccio. Sua sorella
Nadezdha, la Speranza, gli sorrideva e lo tratteneva.

"Dove te ne vai?" gioì la ragazza "Neanche mi saluti? Come sei carino vestito così".

"Grazie, Nady" sospirò Helel "È che ho tanto lavoro da fare e...".

"No, tu oggi festeggi con noi! Mamma ci tiene tantissimo. Sono certo che i demoni capiranno".

"Ma io...".

Speranza fu raggiunta dalle altre due sorelle, Vera e Agape, e Helel fu letteralmente circondato.

"Ok, ok!" si arrese "Fatemi solo un attimo finire quel che stavo facendo".

"Ti aspettiamo!".

Tutti gli ospiti si stavano radunando all'ingresso. Indossavano abiti elegantissimi, degni di una festa regale.

"Ripetimi perché lo facciamo" sussurrò Lucifero e Azazel ribadì il fatto che se non si fa come vuole certa gente le conseguenze sono piuttosto catastrofiche e tutti i presenti volevano che l'hotel restasse in piedi.

All'arrivo di Sophia, scortata da Michael in abito da sera, tutti si inchinarono. Metatron e Sandalphon le dedicarono un baciamano e lei sorrise. Indossava un lungo vestito color del cielo, che risplendeva come adornato di stelle. Anche i lunghi capelli neri erano decorati con punti di luce.

Satan' Speech -L'Hotel del Diavolo- ☆ Completa ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora