Non è gelosia!

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Stare spaparanzato sul divano, con le gambe allungate sul tavolino, era la posizione che Lucifero preferiva per giocare alla console. Con cuffia e auricolari, era particolarmente concentrato e ignorava volutamente il telefono. Da giorni i suoi sottoposti tentavano di farsi "perdonare" per la mancanza di rispetto dimostrato nell'ultimo periodo ma il sovrano non dava soddisfazione alcuna. Era molto permaloso, ne era consapevole. Con Lilith era abituato a bisticciare, lo faceva da sempre, le piaceva anche per quello, ma con gli altri era diverso. Si era recato all'Inferno un paio di volte, apprezzando molto i festeggiamenti di fine Ottobre e inizio Novembre di quei luoghi, e poi era rientrato in stanza.

Di recente, Michael era passato a mostrare a tutti la sua bambina. L'avevano chiamata Ioana, luce di Dio, e sembrava una piccola bambola bionda. Aveva occhi enormi e un piccolo broncio che ricordava quello del padre, però non era nata con le ali. Potevano anche spuntare in seguito, come era successo con Keros più di mille anni prima.

"Voglio una bimba!" si era sciolta Sophia, prendendola in braccio.

Lucifero si era limitato a fissarla da lontano. Aveva fatto i complimenti ai genitori e poi si era rintanato di nuovo. Michael aveva notato uno strano silenzio fra i sottoposti presenti ma non aveva indagato.

Il Diavolo stava giocando da un paio d'ore quando intravide entrare Sophia.

"È andata via la tua amichetta?" domandò lei.

"Quale amichetta?" alzò un sopracciglio lui, abbassando le cuffie e continuando a giocare.

"Quella che danzava mezza nuda su quel tavolino ieri sera".

"Ah, quella. È una succubis nuova che lavorerà in hotel. Mi pare si chiami Saphira o una cosa simile".

"E che ci faceva svestita davanti a te?".

"Mi mostrava le sue referenze. Se si presenta come seduttrice, devo verificare che lo sappia fare per davvero. Non posso fare figuracce con i clienti".

"Immagino... Potresti avvertirmi quando verifichi queste referenze? Preferirei non assistere".

Lucifero ignorò temporaneamente il gioco e la guardò. Era leggermente imbronciata.

"Sei gelosa?" le domandò.

"Gli angeli non sono gelosi!" rispose subito Sophia "Non dire sciocchezze!".

"E allora che problema c'è?".

"A te non darebbe fastidio se facessi altrettanto?".

"No. Lilith fa anche di molto peggio e non mi disturba".

"Non mi importa cosa fa quella meretrice dai capelli rossi!".

"Ok...".

"A me non importa cosa fai. Però non farmelo sapere. Almeno provaci!".

"Per me è uguale ma non ha fatto quel che pensi. Ha ballato e basta".

"Nuda. Sul tavolo del tuo salotto. Mentre tu la fissavi a gambe larghe".

"Sophia, ho un divano da dodici posti. Perché dovrei sedermi a gambe strette?! E poi non era nuda!".

La Sapienza capì che era inutile discutere. Ruotò gli occhi al cielo e andò a cercare qualcosa da mangiare in cucina.

"Non sono gelosa!" ribatté.

"Come vuoi, tesoro" le diede ragione il Diavolo, ricominciando a giocare.

"Guarda che è vero!".

"Ok!".

Giocò per poco perché poi lei riapparve e sembrava sul punto di piangere.

Satan' Speech -L'Hotel del Diavolo- ☆ Completa ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora