Fratelli e Sorelle -parte seconda-

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"Questo è troppo" sbottò Helel, mentre Zika ed Astaroth lo aiutavano a prepararsi per il concerto della serata.

"Sono un altro po' di trucco" assicurò Zika, tentando di non farlo dimenare troppo.

"C'è mia madre nell'altra stanza!" protestò animatamente il giovane, mentre Astaroth gli sistemava i capelli.

"E con ciò? Sono feste separate e siamo stati espressamente richiesti per il compleanno di questa ragazza mortale. Ci vuole al meglio e il re si aspetta da noi un'esibizione perfetta".

"Non so se sono pronto per...".

"Tua madre è la Sapienza" tagliò corto Astaroth "Sa tutto e vede tutto, quindi sa già come ti esibisci. Perciò ora stai fermo che ti metto lo smalto nero".

Helel sospirò, rassegnato. Aveva come l'impressione che stessero calcando un po' troppo la mano. Turek, seduto davanti a uno specchio alla destra di Helel, cercava invece di rendersi il più demoniaco e tentatore possibile.

"Tua madre è una gran figa" esordì, dopo aver indossato un collare in pelle nera.

"Parli di mia madre" si infastidì Helel.

"Lo so. Ed è una gran figa".

"Concordo" si unì Astaroth "Del resto lei e Lucifero sono stati creati come le creature più belle del cosmo. Quando erano entrambi angeli, al solo guardarli uno accanto all'altro andavi in estasi. Sentivi di percepire tutta la meraviglia del creato concentrata in due entità. E Helel, diciamocelo, non penso che da adulto sarai di meno. Ora sei ancora un giovincello, un pochino acerbo, ma...".

"Ma non voglio saperlo! Che razza di cosa inquietante!" sibilò il ragazzo, agitando la mani.



Il concerto iniziò al tramonto. Gli ospiti, gli invitati al compleanno della mortale, non erano tutti convinti all'inizio sulla scelta musicale. Poi però il gruppo sfoggiò le proprie abilità e nessuno protestò, ipnotizzato dal potere demoniaco. Sophia, curiosa, aveva lasciato il salone dei ricevimenti dove si svolgeva la sua festa per poter assistere dal vivo a un concerto di suo figlio.
Percepiva quel potere che spingeva i mortali a seguire i loro movimenti, a cantare, a osservarli con sguardo adorante. Helel muoveva un braccio e tutti i mortali oscillavano la testa, seguendolo. Altri angeli si erano uniti fra il pubblico, nonostante le proteste di Lucifero che ripeteva a tutti che si trattava di due feste separate e non potevano mescolarsi a caso. Nessuno ascoltava e angeli e mortali si scambiavano di posto, creando un gran gruppo di entità miste. I demoni si lasciarono trasportare dalla corrente e si buttarono nel mucchio. Alla fine il Diavolo alzò le spalle. Se a tutti andava bene così, fatti loro! Ne approfittò per rilassarsi su uno sdraio a bordo piscina, deserta e silenziosa, controllando il dispositivo che lo teneva connesso con l'Inferno.
Le ore e le canzoni si susseguirono, era notte fonda quando il concerto finì e i mortali iniziarono a lasciare l'edificio. Il Diavolo era certo che molti sarebbero tornati presto, incantati da quel potere sovrannaturale che li aveva ammaliati. Ghignò all'idea. Era sempre bello avere la conferma di quel che aveva sempre pensato: gli esseri umani sono stupidi.

"Un soldo per i tuoi pensieri" si era sentito dire. Alzando lo sguardo dallo schermo, si era ritrovato ad ammirare la bellissima Sophia che lo fissava con un calice di champagne in mano. Avevano tagliato la torta, divisa e mangiata fra angeli e demoni.

"Ti diverti?" le domandò lui, tornando a concentrarsi sul dispositivo infernale.

"Sì, bella festa. Non potevo chiedere di meglio. Vuoi una fetta di dolce?".

"Preferirei lo champagne. Ma magari più tardi".

"Ma che stai facendo? Guarda che dentro ci stiamo tutti divertendo! È perché ti sei accorto che sei vecchio?".

Satan' Speech -L'Hotel del Diavolo- ☆ Completa ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora