Visioni

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"Non serve fare tanto casino! Abbassate la voce!" sbuffò Lilith, invitando i demoni presenti a sedersi e non urlare.

Erano all'Inferno, in una delle tante stanze della servitù. Lilith era stata chiamata da diversi demoni, in segreto, e tutti ritenevano necessario parlare e protestare a gran voce.

"Se le guardie ci scoprono, Lucifero lo saprà e non gradirà di certo. Perciò state buoni!" ripetè ancora la tentatrice.

"Vogliamo essere rassicurati" sospirò Semyaza "Perché non ci sto capendo niente. Lucifero è il nostro re, e siamo pronti a seguirlo ovunque, ma ultimamente non sembra sia in sé. Sophia, a mio avviso, resta e resterà sempre il lato femminile di Dio. E Dio non dovrebbe mettere piede all'Inferno. Ho paura che il loro legame, tra re e Sapienza, possa stravolgere alcune dinamiche fondamentali. Ho paura che Sophia possa allontanare il nostro sovrano da qui, portando tutto il sistema al collasso. Ricordo che l'Inferno esiste, vive e muta grazie al potere di Lucifero. Senza Lucifero, l'Inferno rischia il caos".

"Lucifero lo sa bene, stai tranquillo" annuì Lilith "Lo sa che è legato per sempre a questo posto".

"Ma non vuole creare un Mondo dove non esistono Cielo e Inferi?" sbottò Malphas.

"Sì, ma...".

"E se crea l'altro Mondo, che ne sarà di questo? Il giovane Helel ha dei poteri ma al momento non a sufficienza e inoltre non intende diventare re. Senza contare che non è il vero figlio di Lucifero!"

"Lucifero è consapevole che l'Inferno è la sua prigione eterna e senza un valido e potente sostituto non ne sarà mai libero. Per quanto Sophia ci giochi, non potrà mai portarlo via da qui. Perciò potete stare tranquilli".

"Possiamo fidarci?".

"Avete forse alternative? E adesso piantatela di frignare e tornare al lavoro!".



Un prato immenso, illuminato dalla luce del giorno, e una lieve brezza. Guardandosi attorno, tutto sembrava perfetto e armonico. Tutto sembrava perfetto ma poi lo sguardo si spostava verso il basso e a terra vi era un corpo senza vita. Il corpo, in abito bianco e con i lunghissimi capelli neri sparsi sull'erba, era quello di Sophia. Lucifero la vedeva e lanciava un grido di dolore e rabbia che faceva tremare terra e cielo. Rimase senza respiro e si alzò a sedere di scatto sul letto. Che cosa era successo? Non stava dormendo, non era un sogno! Eppure continuava a vedere certe cose! Si toccò la testa, leggermente dolorante. Sophia era in cucina, la sentiva mentre apriva armadi e spostava tazzine.

"Lucy!" lo chiamò "Vuoi un po' di tè?".

"No..." riuscì a dire lui, ancora stordito.

Lei sbirciò dalla porta e lo fissò, perplessa.

"Qualcosa non va? Hai avuto un incubo?".

"No... non stavo dormendo. Però ho visto delle cose...".

"Che genere di cose?".

"Cose orribili!".

"Tesoro, non chiudi occhio da quando hai saputo delle gravidanze. Sei teso e il tuo inconscio ti mostra le tue paure. Non devi pensare che siano premonizioni o altro. Dovresti rilassarti un pochino".

"Non sono stanco. Quelli come noi non hanno bisogno di dormire!".

"Ok. Però sei teso. Stacca un po'. Rilassati. Non so... una passeggiata, un massaggio, un omicidio... non ho idea di come tu possa rilassarti, ma fallo!".

Lui non le rispose. Sedette sul bordo del letto, vedendola in cucina dalla porta aperta. Si guardò le mani, ancora convinto di vederle piene di sangue come nella sua visione.

Satan' Speech -L'Hotel del Diavolo- ☆ Completa ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora