Colloquio

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La luce era davvero fastidiosa e Lucifero faceva molta fatica a tenere gli occhi aperti. Tentava di alzare lo sguardo, invano.

"Puoi spegnere la luce, per cortesia? Sono qui per parlare, non per restare cieco" borbottò il demone.

In un istante, fu buio totale. Finalmente, il Diavolo riuscì a rialzare la testa con la solita spavalderia. I suoi occhi brillavano nell'oscurità e preferì non usare i propri poteri per richiamare la sua luce. Il silenzio era totale, per qualche istante il demone pensò di essere rimasto solo, ma poi una voce riecheggiò da un punto imprecisato della stanza dal soffitto altissimo.

"Io avevo convocato Sophia. So che tu sei molte cose, dal serpente al demonio, ma non mi risulta che tu sia Sophia".

"Non sfottere. Lo sai perché sono qui. Giuro che riferirò tutto quello che mi dirai, senza travisare le tue parole. Non mi piace stare questo posto perciò, per cortesia, dimmi quel che hai da dire e finiamola qui".

"Quanta fretta. Dopo tutto questo tempo, non hai niente da dirmi? Ti ho sentito quella volta, davanti alla chiesa".

"Non mi hai risposto quella volta, non mi interessa che rispondi ora. Cosa vuoi da Sophia?".

"Rilassati".

"Non dirmi di rilassarmi perché non è il caso...".

Scese di nuovo il silenzio. Lucifero iniziava a spazientirsi ma si sforzava di restare calmo, almeno in apparenza.

"Sei cambiato, ragazzo" ricomparve la voce.

"Ragazzo...".

"Forse non più ragazzo. Forse finalmente uomo. Hai avuto un'adolescenza decisamente problematica".

"Ok... hai ragione tu. Ora mi dici perché volevi qui Sophia? Che le devi dire?".

"Dato che sei qui, vorrei parlare con te. Sono curioso. Sei sempre stato così enigmaticamente criptico...".

"Sono sempre stato che...? Ad ogni modo, ripeto, non voglio parlare con te. Non ho niente da dirti. Dimmi quel che devi, riferirò a Sophia".

"Perché sei venuto qui? Potevi chiedere a Michael di venire qui e poi comunicartelo. Potevi scrivere una lettera a Gabriel. Perché sei venuto qui?".

"Sei tu l'onniscente".

Si udì un sospiro. Lucifero storse il naso.

"Vorrei che ci riflettessi, Lucifero".

"Non ho voglia di riflettere. Voglio tornare da Sophia e dai miei figli. E se non hai voglia di parlare con me, basta dirlo e me ne vado. Ma dovrai aspettare che la Sapienza stia meglio per vederla. Perciò, se è così urgente, dimmi quel che hai da dire e ognuno per la propria strada!".

"E se io avessi dovuto fare delle domande a Sophia, tu ti senti in grado di rispondere per lei?".

"Certo che no. Io non sono lei, lei non è me. Ma se ci diamo una mossa...".

Di nuovo il buio, il silenzio. Lucifero attese attimi interminabili, iniziando a frustare la coda per il fastidio. Voleva solo andarsene da lì, il più in fretta possibile!

"Tu e Shekinah volete creare un mondo nuovo...".

"Sì, esatto" annuì il demone.

"E pensate davvero di saperlo fare? Non siete Dei".

"Che io non sia un dio, direi che è evidente. Ne sono consapevole. Ma i nostri poteri assieme...".

"I vostri poteri assieme? Pensi siano alla pari di quelli di un dio?".

Satan' Speech -L'Hotel del Diavolo- ☆ Completa ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora