Ultima notte dell'anno

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Fuggito dalla festa, desideroso di trovare del tempo per pensare ad altro, Lucifero aveva lasciato l'Inferno e raggiunto l'hotel. Era deserto, come si aspettava. Gli ospiti dormivamo, i demoni ancora festeggiavano, i giovani giravano per le strade chiedendo dolcetti. Entrò nel grande salone centrale, dove venivano serviti i pasti e si svolgevano tutti gli spettacoli, chiudendo la porta dietro di sé. Era l'ultima notte dell'anno, secondo il calendario che amava seguire, e aveva voglia di cambiamenti. Usando i propri poteri iniziò a modificare quel che lo circondava. Il pavimento lucido fu il primo a cambiare, riempendosi di eleganti riccioli che si diffondevano attorno ai piedi di chi li stava creando. Come la sua mano fosse un pennello, Lucifero modificata gli elementi e mutava il colore della stanza. Le tende e i tavoli subirono lo stesso destino, mentre le sedie cambiavano forma. Il palco centrale si espanse, illuminato da un nuovo immenso lampadario di cristallo che il sovrano aveva creato utilizzando la materia delle piccole luci che c'erano prima. Con un gesto, il re aveva modificato la zona esterna, permettendo alle varie piscine di essere tutte al coperto ora che il freddo si faceva sentire. Stava canticchiando, divertendosi a sperimentare nuove colori e forme a ritmo di musica. Era lui stesso a far suonare quello che lo circondava, producendo una melodia meravigliosa. Scivolò lungo il pavimento, ballando da solo e sorridendo.

"È bello vederti sorridere" parlò una voce.

Lucifero si fermò solo qualche istante, intravedendo Metratron in un angolo. Era certo che prima non ci fosse, ma non aveva importanza.

"Pensavo che voialtri angeli ve ne foste andati tutti" si limitò a dire il Diavolo, spostando l'ingresso delle cucine con due dita e senza cambiare espressione.

"Fai pure come se non ci fossi" alzò le spalle Metatron.

"È esattamente quel che intendo fare. Ti piace come suona il mio albergo? Immagino che nella vostra bella casetta fra le nuvole non vi divertiate in modo così... frivolo".

"Anche gli angeli danzano".

"Già. Ma scommetto non così" ghignò il demone allungando la gamba lungo il muro, restando in equilibrio sulla punta del piede rimasto a terra e inarcandosi in modo innaturale.

"Non male per un vecchio" si fece complimenti da solo.

"Tu non sei vecchio".

"Sai quanti anni ho? Io fino a qualche giorno fa non volevo rendermene conto. Sono fottutamente vecchio, vecchio come questo fottuto universo".

"E questo ti fa sentire vecchio? L'universo è ancora giovane, non lo sai?".

"Voi angeli siete nati assieme a questo Mondo. Mi chiedo cosa sarà di voi quando questo pianetucolo arriverà alla fine. Quando ogni forma di vita verrà spazzata via dalla sua stella in via d'espansione. Ma non è affar mio. E poi mancano ancora quei cinque o sei miliardi di anni".

Il Diavolo modificò il bancone del bar, facendolo tintinnare.

"E cosa pensi che accadrà a te, quando questo Mondo finirà?" incalzò Metatron, prendendo posto su uno dei nuovi sgabelli del bar.

"Non so. Spero di non dover rimanere sempre legato all'Inferno, sinceramente. Tutto il resto è ben accetto, più o meno".

"Pensavo ti piacesse torturare gli umani. Li odi ancora, dico bene?".

"Li odio con ogni particella del mio essere ma a me piace cambiare e, per quanto mi sforzi, l'Inferno resta comunque una gabbia".

"Quindi saresti favorevole al creare un nuovo mondo con Shekinah?".

"Shekinah..." ripetè lentamente Lucifero, voltandosi a guardare negli occhi Metatron qualche istante.

"Sì" annuì Metatron, versandosi da bere "Shekinah Pistis Sophia. Vorresti un nuovo Mondo con lei? Per fuggire da questo? Da questa... gabbia?".

Satan' Speech -L'Hotel del Diavolo- ☆ Completa ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora