Dylan's pov
Dopo aver sistemato le mocciose nei seggiolini dietro, vado nel posto guidatore e metto in moto l'auto.
Non sono in vena di parlare, ma se rimaniamo così in silenzio parleranno loro da sole e non mi va per niente di ascoltare i loro discorsi sui fidanzatini e bambole.
<<Com'è andata a scuola?>> domando a entrambe guardandole fugacemente dallo specchietto.
<<Bene, oggi abbiamo dipinto!>> risponde Sophia felice e io non posso non ricambiare il sorriso genuino.
Con tutto quello che mi è successo sono diventato uno stronzo insensibile, ma con lei non ci riesco proprio. È così piccola e innocente e merita tutto l'amore del mondo.
Prima di morire Mason mi fece promettere che mi sarei preso cura di Diana e Sophia e così sto facendo, ma lo avrei fatto anche senza le sue raccomandazioni.
<<Io non mi sono divertita, non mi piace dipingere>> sbuffa la mocciosa numero due.
<<E perché?>>chiedo girando verso la strada opposta di casa: devo passare a comprare le sigarette.
<<Perché mi sporco tutta!>> sbuffa mettendo il broncio.
Sorrido scuotendo la testa, ma la capisco: anche io odio dipingere.
Preferisco di gran lunga suonare il pianoforte.<<Se me lo dicevi, avrei detto alla maestra di giocare a qualcos'altro>> si intromette Sophia.
Sono sicuro che l'avrebbe fatto seriamente: è molto premurosa e coraggiosa, come sua madre.<<Mi vergognavo>> ribatte e l'altra non contenta apre un lungo dibattito troppo grande per delle bambine di quattro anni.
Ma non mi intrometto lasciandole chiacchierare a loro piacere, sorridendo ogni volta che sento come pronunciano alcune parole.
Di tanto in tanto le guardo dallo specchietto soffermandomi, involontariamente, di più su Eve.
Non assomiglia per niente a sua madre né nel carattere né nell'aspetto: Eve è dolce, paziente, tranquilla, timida, mora e ha gli occhi verdi, Olivia invece è impaziente, fastidiosa, stronza, mora e ha gli occhi marroni.
Ma ammetto che entrambe sono bellissime.Ripensando a Olivia, credo che me la scoperei volentieri, ma essendo un'amica di mia sorella devo trattenere i miei ormoni.
Meglio, di sicuro avrebbe voluto di più e io non sono il tipo.
Intanto arrivo al bar e accosto la macchina nel parcheggio davanti.
<<Bambine, rimanete qui io vado a prendere una cosa e arrivo>> le informo girandomi con il capo verso di loro.
Mi guardano con i loro occhietti da coniglio e si pendono per mano.
<<Vogliamo venire con te!>>esclama Eve.
Oh madonna, che ho fatto di così male nella vita?.
<<No, rimanete qui io arrivo subito>>.
<<Ti prego zio portaci con te>> mi prega Sophia.
<<Ti pregooo>> insiste l'altra facendo gli occhi dolci.
"Cosa mi tocca fare" penso sbuffando.
<<Ok>> cedo facendole esultare.
Tutta colpa di Diana, appena torno a casa le faccio vedere.
*****
<<Sedetevi qua>> dico lasciandole le manine.
Alla fine non solo mi hanno accompagnato a prendere le sigarette, ma sono finite per voler il gelato e dopo cinque "No" ho ceduto.
Per fortuna che non sono padre o sarei già impazzito e buttato i bambini in un bidone.
<<Zio Dylan vuoi un po'?>> mi chiede Eve allungando il braccio verso di me con in mano il gelato alla fragola.
<<No tranquilla, mangiate subito così andiamo>> mi siedo in una sedia vicino a loro tirando fuori una sigaretta.
Ho bisogno di fumare, non mi importa se ci sono delle bambine.<<Zio Dylan>> mi chiama di nuovo la mocciosa.
<<Che c'è?>> domando cercando di non sbuffare.
<<Lo sai che il fumo fa male?>>pavoneggia <<Non dovresti fumare, sei giovane per morire>> aggiunge.
Ma non aveva quattro anni? Perché parla come una vecchietta di ottanta anni?.
Ma cosa posso aspettarmi dalla figlia di una come Olivia la so-tutto-io.<<E tu non sei troppo giovane per dirmi cosa fare?>> ribatto, ma rimetto lo stesso la sigaretta nel pacchetto: non voglio rischiare che lo vada a dire a sua madre.
<<Ma è solo un consiglio!>> si imbroncia.
Oh no, se si mette a piangere mi sparo.
<<Lo so piccola, grazie da oggi in poi non fumerò più ok?>> mento accarezzandole la guancia.
È un po' fastidiosa, come tutti i bambini, ma è una brava bambina e sono sicuro che da grande sarà una brava e bellissima donna.
Sorride e torna a mangiare il gelato chiaccherando con la sua amica Sophia, mentre io rimango a guardarle, fin quando non mi suona il telefono.
Guardo il telefono e nello schermo leggo il nome di Diana. Che palle non sono pronto a una delle sue solite ramanzine.
<<Pronto>>.
<<Brutto stronzo perché non sei qua? Dove hai portato mia figlia?Giuro che ti denuncio>>.
Altro che Diana e le sue ramanzine, qui abbiamo un Olivia pazza e incazzata.
<<L'ho rubata per venderla a un amico>>.
<<Ha ha, divertente. Dove siete?>>.
<<Hai una figlia golosa e voleva il gelato, e visto che sono un uomo gentile e premuroso gliel'ho preso. Ora lo sta mangiando insieme a Sophia>>.
<<E ti sembra il caso di non avvertici?>>.
<<Si>>.
Uso un tono annoiato, ma in realtà mi sto divertendo moltissimo a farla incazzare.
<<Ti giuro Dylan ti uccido appena torni>>.
<<Allora non torno>>.
<<Dylan!>>.
<<Ok ok, calma che mi spacchi il timpano. Appena finiscono il gelato ve le riporto, ora non rompere il cazzo ciao>>.
<<Cia->> non la lascio continuare e riattacco.
Che rompi coglioni che è, di sicuro Eve ha preso da suo padre o non si spiega.
Chissà com'è il padre.
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The proof of our love
ChickLitBella, indipendente e forte. Ecco i tre aggettivi perfetti per descrive Olivia White, una ormai donna, bellissima e coraggiosa, rimasta incinta a soli sedici anni. Quando ha scoperto di aspettare un bambino da un, quasi, sconosciuto, nonchè compagno...